Settimana corta ma non priva di tensioni sui mercati finanziari. In Europa terrà banco l’analisi dell’affermazione di Podemos alle elezioni spagnole , ma soprattutto l’incertezza sulla formazione del nuovo governo dopo che i Popolari di Rajoy si sono confermati il primo partito ma non hanno la maggioranza e dovranno trattare con i socialisti per tentare un governo di coalizione. La bassa inflazione dell’eurozona e la frenata delle economie emergenti sono gli altri elementi che frenano il rally di Natale.
Inquieta in particolare la continua erosione dei prezzi del petrolio: il Brent ha toccato stamane un minimo a 36,20 dollari, ai minimi dal luglio del 2004. Il Wti tratta a 34,48 dollari. Nel febbraio 2009 il Wti segnò un minimo di 33,98 dollari, prima di partire in un poderoso rialzo. Ma stavolta si moltiplicano i segnali negativi: in Usa tornano in funzione i pozzi dello shale oil, la produzione russa è balzata oltre i 10 milioni di barili (ai massimi dagli anni Novanta), l’Iran si appresta ad uscire dall’embargo.
Stamane Tokyo ha aperto in forte calo (-1,8%) sull’onda della delusione degli operatori per le decisioni della banca centrale. Sul listino pesa il tonfo di Toshiva: il Nikkei Times ha anticipato che il colosso dell’elettronica chiudono l’anno fiscale con 4 miliardi di perdite. Meglio le altre Borse orientali. Si assesta intanto il cambio dello yuan, dopo 10 giorni di ribassi.
TASSI USA: A MARZO UN NUOVO RIALZO
Il primo rialzo dei tassi Usa è stato assorbito, così come la scadenza, stavolta assai complicata, delle tre streghe di venerdì scorso. Ma già si discute sulle prossime mosse della Banca centrale: probabile un nuovo ritocco all’insù dello 0,25% a marzo.
Tra le prime vittime del nuovo corso può essere annoverato il ministro delle finanze del Brasile, Joaquim Levy, sostituito dal suo vice Nelson Barbosa. Il Bovespa ha perduto il 3%, il real il 2,7%. Dopo Cile e Messico anche la Colombia ha alzato i tassi dello 0,25% in sintonia con la Fed: da gennaio il peso ha perduto il 30% rispetto al dollaro.
STAR WARS BATTE OGNI RECORD. OGGI I CONTI DI NIKE
Non mancano dati sensibili nemmeno nella settimana corta che precede il Natale. Wall Street chiuderà i battenti mercoledì all’una del pomeriggio (ora di New York), i mercati obbligazionari un’ora dopo. Domani saranno annunciati i dati definitivi del Pil Usa del terzo trimestre. Importante, sempre negli Usa, anche l’andamento delle vendite delle case esistenti.
Sul fronte societario, spiccano i risultati di Nike: nel 2015 il titolo è salito finora del 33,8%. Grandi attesa anche per Walt Disney. Al debutto nelle sale Guerre Stellari ha frantumato ogni record: 57 miliardi di dollari (in 4.134 sale) contro i 43,5 miliardi di Harry Potter. Oggi saranno resi noti gli incassi del week end: da battere i 215 milioni di Jurassic Park. I bookmakers scommettono sul nuovo primato.
STAMANE IL PIANO INDUSTRIALE RCS
Agenda magra per Piazza Affari. La Borsa italiana chiuderà i battenti giovedì e venerdì. In settimana, sul fronte macro, i dati più rilevanti riguardano la bilancia commerciale con i Paesi extra-Ue, in netta frenata nei mesi scorsi per la crisi della domanda in Asia ed in America Latina. Mercoledì toccherà alla produzione industriale ed agli ordinativi di ottobre.
Sul fronte societario, oggi a Milano si terrà stamane la presentazione del piano industriale di Rcs Mediagroup che non dovrebbe prevedere un aumento di capitale secondo quanto anticipato da Federico Ghizzoni, ad di Unicredit, uno dei principali creditori: “Non credo proprio che si orienteranno su questa strada”.
POSTE ITALIANE ENTRA NEL PANIERE FTSE MIB
Poste Italiane (+0,9% a 7,16 euro venerdì) farà stamane in suo esordio nel paniere principale di Piazza Affari. Venerdì Moody’s a diffuso un comunicato nel quale ha annunciato che il suo rating sulla società è Baa2, outlook Stabile. Il titolo è sbarcato in borsa lo scorso 27 ottobre in seguito a una Ipo avvenuta a 6,75 euro per azione.
Il consenso raccolto da Bloomberg vede 10 analisti che si suddividono equamente tra Buy e Neutral, nessun suggerimento di vendita. Il target medio è 7,70 euro con un P/E 2015 di 15,7 volte. La società capitanata da Francesco Caio prende il posto di Ansaldo Sts che, in attesa dell’Opa di Hitachi (e del probabile delisting), viene inserita nell’indice dedicato alle mid cap.
ENEL SISTEMA IL SUD AMERICA, A2A VERSO L’ACQUISTO DI LINEA
Chiusura d’anno febbrile per il gruppo elettrico. La società ha siglato con Eph, Energeticky a Prmyslovy Holding, il contratto relativo alla cessione della partecipazione detenuta da Enel Produzione in Slovenske Elektrarne, pari al 66% del capitale sociale per 750 milioni.
Inoltre, il progetto di riorganizzazione delle attività in America Latina ha ottenuto i primi via libera degli azionisti di Enersis, Endesa Chile ed Electra dopo la revisione delle condizioni di concambio a favore delle minoranze locali. E’ il primo passo del processo che sfocerà nella fusione tra Endesa Americas e Chilectra Anericas e la loro integrazione finale in Enersys Americas.
Scade oggi l’offerta di A2A per il 51% di Linea Group, la multiutility di Cremona, Crema, Lodi, Pavia e Rovato che valorizza il gruppo intorno ai 250 milioni di euro (per il 53,56% da regolare in contanti, il restante 46,44% in azioni A2A). Nel fine settimana si sono riuniti i cda interessati.
FCA, CONTO ALLA ROVESCIA PER FERRARI A PIAZZA AFFARI
Tra i titoli caldi non manca, come quasi sempre, Fiat Chrysler, che ha archiviato le cinque sedute della scora settimana con un rialzo del 2,2%, grazie alla forza del dollaro e delle immatricolazioni sul mercato europeo. E’ intanto scattato il conto alla rovescia per la quotazione di Ferrari sul listino milanese a partire dal 4 gennaio. L’ingresso in Piazza Affari delle azioni ordinarie della casa si Maranello fa parte di una serie di operazioni volte a realizzare la separazione di Ferrari Nv da Fiat Chrysler Automobiles Nv e ad assegnare ai titolari di azioni ordinarie Fca azioni ordinarie Ferrari sulla base del rapporto di assegnazione di una azione ordinaria Ferrari ogni dieci azioni ordinarie Fca.
Sul fronte convertendo, Fca ha annunciato le modalità della partecipazione alla separazione di Ferrari dei possessori delle obbligazioni Fca a conversione obbligatoria. Alla data di efficacia della separazione, per ogni 100 dollari di obbligazioni possedute si avranno 0,77369 azioni Ferrari ordinarie . “Fca consegnerà quindi un totale di 22.243.588 azioni Ferrari ordinarie in relazione ai 2,875 miliardi complessivi di obbligazioni a conversione obbligatoria in circolazione”, si legge in una nota ufficiale.
BANCHE, LE POPOLARI FANNO CASSA CON ICBPI
La questione bancaria tiene banco a Bruxelles, in Parlamento e pure sugli schermi tv, dopo la conversione mediatica di Banca d’Italia, grazie all’apparizione del governatore Ignazio Visco nella trasmissione di Fabio Fazio.
Intanto Piazza Affari ha già voltato pagina. Le migliori performance della settimana dietro Anima holding (+8,1%) riguardano i titoli delle Popolari: Bper 6,7%, Bpm +6,6%, Banco Popolare + 6,2% e Ubi Banca +5,92%. A spingere i prezzi è stata l’accelerazione delle trattative per i prossimi merger, più urgenti che mai dopo la crisi innescata dal Salva Banche.
Da non sottovalutare l’impatto della chiusura dell’iter di cessione dell’85,29% di Icbpi hanno a Mercury Italy, veicolo partecipato da Bain Capital, Advent International e Clessidra per una valutazione del 100% di 2,15 miliardi di euro, al livello massimo della forchetta individuata a giugno alla firma dell’accordo. Le banche manterranno complessivamente una partecipazione dell’8,4%.
TELECOM ITALIA ANCORA SOTTO I RIFLETTORI
Ancora protagonista Telecom Italia (+4,5% nell’ultima settimana). Sotto i riflettori le strategie di Vivendi, che ha ribadito in assemblea il suo ruolo di socio di riferimento e la partita della banda larga. A partire dall’eventuale assorbimento, Antistrust permettendo, di Metroweb, e l’ingresso di Cdp nel capitale a far da contrappeso alla squadra di Vincent Bolloré. Il presidente della Cassa, Claudio Costamagna, si è limitato a dire “stiamo discutendo con Telecom un piano industriale per cablare 250 città”.
Intanto Xavier Niel, amministratore delegato di Iliad e detentore di derivati sul 15% del capitale, ha chiarito in un’intervista di essere interessato a entrare nella gestione del gruppo telefonico italiano che, ha detto, “dovrebbe aumentare la fibra ottica disponibile e ridurre le tariffe” oltre a presentarsi come un consolidatore nel mercato europeo. “Niel ha una visione industriale forte e chiara”, ha commentato l’ad Marco Patuano. “Sono d’accordo sull’avere più fibra – ha aggiunto –, ma sui prezzi più bassi un po’ meno”.
MILANO +11,8%, RESTA LA BORSA MIGLIORE
Si riparte, dopo una settimana contrastata, sotto la pressione delle decisioni della Banca centrale Usa: mercati prima incerti, poi effervescenti, infine condizionati al ribasso dalle scadenze tecniche. Da inizio dicembre fino a venerdì 12 dicembre le Borse europee nel loro complesso (indice Stoxx600) sono scese del 9,5% circa, mentre la settimana scorsa hanno recuperato un +1,1% che porta la performance da inizio anno a +5,2%.
Ma venerdì i mercati hanno innescato la retromarcia. A Milano l’indice FtseMib ha ceduto nell’ultima seduta della settimana l’1%, Parigi l’1,4%, Francoforte -1,5%. Più forte il ribasso di Madrid -2,1%, in vista dell’importante appuntamento elettorale. Piazza Affari è scesa nella prima metà del mese del 10% circa per recuperare l’1,1% nelle ultime cinque arroventate sedute (2 in rialzo e 3 in ribasso).
Da inizio anno la Borsa di Milano guadagna l’11,8%. E’ il miglior bilancio della zona euro. Non troppo diverso il bilancio di Wall Street. La settimana si chiude con variazioni modeste: Dow Jones – 0,8%, S&P 500 – 0,3%, Nasdaq -0,2 %.
Il dollaro si era rafforzato nei confronti dell’euro prima dell’annuncio della Fed, e ha continuato a rafforzarsi dopo. Al cross di venerdì sera (1,084) la valuta Usa ha segnato un guadagno settimanale dell’1,2% sulla valuta europea.