Donald Trump non è riuscito stavolta a infondere ottimismo a Wall Street e ai listini asiatici, scettici di fronte alle rivelazioni del presidente sulla disponibilità di Pechino a trattare sui dazi. Ma un tweet del presidente ha comunque lasciato il segno: “Conte ha rappresentato pienamente l’Italia al G7. Ama moltissimo il suo paese e lavora bene con gli Usa. Un uomo di grande talento che spero resterà primo ministro”. Così l’inquilino della Casa Bianca ha benedetto il varo, possibile o forse probabile, del nuovo governo italiano, che ha scatenato un’impressionante ondata di acquisti sul debito del Bel Paese.
WALL STREET BOCCIA IL COLOSSO DEL TABACCO
È stata questa l’unica novità di rilievo in mezzo ai segnali di fumo da cui faticano ad emergere iniziative in grado di contrastare la paura per la recessione segnalata dall’inversione della curva dei rendimenti Usa. I segnali di fumo sono quelli in arrivo da Philipp Morris ed Altria, i due giganti del tabacco (210 miliardi di dollari in due) che si erano separati per evitare multe e scure dell’antitrust. Le aziende hanno annunciato ieri la volontà di tornare assieme grazie ad un merger of equals. Ma la notizia, che in altri momenti avrebbe suscitato ben altro entusiasmo, è stata bocciata da Wall Street: Philip Morris -7,76%, Altria -3,95%. Meglio un Btp che una Marlboro.
SI FERMA LA DISCESA DELLO YUAN
Le Borse dell’Asia sono contrastate. Salgono quelle del Giappone (Nikkei +0,1%), della Corea del Sud (Kospi +0,4%), dell’Australia (S&P ASX 200 +0,3%) e di Taiwan (Taiex +0,3%). Da oggi è esecutivo il cambio di normativa sui rapporti commerciali tra il Giappone e la Corea del Sud: i rapporti le aziende, soprattutto quelle dell’alta tecnologia, diventano più complicati e maggiormente sorvegliati dalle autorità.
Sulla parità il mercato azionario di Hong Kong, in calo dello 0,4% l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen. Il governo cinese è pronto a eliminare le tasse sull’acquisto di auto.
Si è fermata la discesa della valuta cinese, in calo per nove sedute consecutive, su livelli mai visti negli ultimi dieci anni circa. Anche stamattina la Banca del Popolo ha fatto sentire la sua presenza, indicando un valore di fixing più in basso rispetto alle aspettative degli operatori, a 7,08, rispetto a 7,11.
Risale a 105,8 il cambio dollaro/yen. cambio si è allontanato dai minimi da inizio anno a 104,5, ma fatica a risalire, in quanto sono in pochi ad azzardarsi ad aprire posizioni di Carry Trade. Da oggi è esecutivo il cambio di normativa sui rapporti commerciali tra il Giappone e la Corea del Sud.
Pochi spunti ieri per Wall Street: il Dow Jones arretra dello 0, 48%, S&P 500 -0,33%. Nasdaq -0,34%.
DEBOLI I MERCATI USA CONTO ALLA ROVESCIA PER I NUOVI DAZI
I mercati guardano con preoccupazione alla scadenza del 1° settembre, quando scatteranno le nuove tariffe sull’import cinese.
Il rendimento del decennale Usa è a 1.4761%, contro 1,5159% del titolo a due anni: è la più profonda inversione della curva dei tassi dal maggio 2007, alla vigilia della crisi dei subprime.
Rallenta l’oro a 1.538 dollari l’oncia vicino ai massimi in dollari del 2011. Ma in euro la barriera è già stata abbondantemente superata: nel 2011 l’euro valeva il 30% in più.
Petrolio in alita dell’1,02% a quota 55,49 dollari al barile.
VOLA PIAZZA AFFARI. UE E CASA BIANCA PER IL CONTE BIS
Anche tu Donald. Matteo Salvini, che invano aveva sperato in un invito alla Casa Bianca, ha dovuto masticare amaro alla lettura del tweet del presidente Trump che promuove Giuseppe Conte che gode senz’altro in Europa del sostegno di Ursula von der Leyen di cui è stato grande (e decisivo) elettore. Anche così si giustifica la corsa ai titoli di Stato del Bel Paese che ha contraddistinto la giornata finanziaria.
Debole l’euro a 1,1008 sul dollaro frenato dal dato definitivo sul Pil tedesco del secondo trimestre, Secondo i dati dell’ufficio di statistica è sceso dello 0,1%, nella stima finale, a causa del calo dell’1,3% nelle esportazioni.
BANCHE E UTILITY AL TOP
Piazza Affari, grazie alla spinta di banche ed utility, ha guidato la corsa dei listini europei. L’indice, in costante accelerazione, ha chiuso a un passo dai 21mila punti (20.991) grazie ad un rialzo dell’1,52%.
Più cauti ma comunque positivi gli altri mercati dell’Eurozona: Parigi +0,67%; Madrid +0,56.
FRENA IL PIL TEDESCO, INDAGINE FISCALE SU FRANCOFORTE
Francoforte +0,59%. Su ordine della magistratura tedesca sono stati perquisiti oggi gli uffici di Deutsche Boerse nell’ambito di una indagine più ampia che ipotizza la creazione di uno schema fraudolento di trading in azioni.
Londra, dopo la festività di lunedì, è ripartita invece in leggero calo, -0,11%. Il cambio euro/sterlina è sceso a 0,905 tornando sui livelli di inizio luglio. Jeremy Corbyn incontra oggi a Londra i rappresentanti degli altri partiti che intendono in tutti i modi opporsi al divorzio dall’Unione Europea senza accordi anche con il voto di sfiducia al governo. Il Parlamento riprenderà i lavori la prossima settimana dopo la pausa estiva.
Giornata campale per i titoli del debito italiano, al centro nel pomeriggio della corsa agli acquisti.
IL BTP A 1,13% VICINO AL MINIMO STORICO
Il Btp vola, il rendimento scende a 1,13%, -18 punti base, minimo da fine 2016 e vicino al record assoluto (1,04% il 12 agosto di tre anni fa).
La forbice con il bund decennale si restringe a 182 punti, ai minimi dal 23 maggio dello scorso anno.
Lo spread con il Bono spagnolo scende a 103 punti base, livello mai visto negli ultimi quindici mesi.
OBIETTIVO PER LO SPREAD: QUOTA 175
Balza di oltre due figure il futures sul Btp decennale, di circa due punti lo stesso dieci anni agosto 2029 e di oltre quattro punti pieni il trentennale.
Impressionante il calo di oltre 20 centesimi dello spread tra il trent’anni italiano e l’equivalente bund.
Particolarmente vistoso l’appiattimento della curva sia sul tratto 2/10 anni sia su quello 10/30 anni.
Prossimo obiettivo simbolico per lo spread sul Bund è 175 punti base, vicino al record dell’estate 2016.
BANCHE SUPERSTAR, SAIPEM ALLE STELLE
Banche al galoppo al seguito di Banca Bper (+4,53%) davanti a Banco Bpm (+3,29%), Unicredit (+1,35%) e Ubi Banca (+1,92%).
Spicca nel listino il volo di Saipem (+3,1%). La franco americana TechnipFMC (+2,8%) ha annunciato lo scorporo di una parte importante delle sue attività. A seguito di questa operazione, nascono due società distanti, focalizzate su diversi settori. In questo quadro, potrebbe essere più facile per Saipem, portare avanti le dismissioni di cui si parla da tempo. Eni +0,7%
In grande evidenti anche le utilities: Enel +2,3%, Snam +2,7%.
SGOMMA ANCHE FERRARI, SOFFRE JUVENTUS
Positivo l’automotive: Fiat Chrysler +1,2%, Pirelli +1,7%, Ferrari +2,98%.
Fra i titoli in evidenza anche Leonardo (+2,79%), Campari (+2,86%) e Recordati (+2,68%).
Le blue chip negative sono solo tre: la Juventus, (-1,38%), che è in maglia nera per il secondo giorno di seguito, Azimut (-0,43%) e Moncler (-0,12%).
MEDIASET, OGGI IL GIUDICE DECIDE SU VIVENDI
Al palo Atlantia (+0,09%) in attesa di capire quali saranno gli sviluppi sulle concessioni autostradali dopo l’eventuale formazione di un nuovo governo M5s-Pd.
Debole anche Mediaset (-1,28%). Oggi il giudice deciderà se ammettere o meno Vivendi al voto nell’assemblea del 4 settembre sul riassetto del gruppo.
Nel resto del listino vola Trevi (+20,15%) dopo che venerdì la famiglia Trevisani ha presentato un’ipotesi di adesione agli accordi per la realizzazione della manovra finanziaria.