Sia i bond giapponesi che quelli australiani registrano quotazioni in aumento (e rendimenti in ribasso), mentre l’indice azionario MSCI dei mercati emergenti rimane quasi stabile dopo le buone performance degli ultimi tempi. Ieri sera i mercati a Wall Street si sono limitati a consolidare i livelli record raggiunti il giorno prima. La divaricazione nelle posture della Fed e della Bce – la prima che si appresta a una politica monetaria meno espansionistica, la seconda che si avvia invece a un’espansione quantitativa stile Fed-Bank of England-Banca del Giappone – ha portato a pressioni al ribasso sull’euro, che peraltro questa mattina si è ripreso leggermente tornando sopra quota 1,32 contro dollaro. Anche l’oro ha riguadagnato qualcosa e quota 1286 $/oncia. In Cina l’istituto di statistica ha comunicato che i profitti delle imprese a luglio sono aumentati del 13,5% rispetto all’anno prima. Un analista, Mark Matthews, a capo della “Asia research” per la Bank Julius Baer & Co, pensa che la borsa cinese potrebbe raddoppiare nei prossimi due anni.
Il Nikkei segna a fine giornata -0,5% e lo yen si è apprezzato dello 0,1%, a 103,75 contro dollaro. Stabile il petrolio WTI a 93,7 $/b, e stabili anche i futures su Londra e New York.