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I mercati attendono segnali dalla Fed. Oggi il D-day di Fca sui conti

Tornano a correre le Borse in attesa delle decisioni sui tassi del comitato monetario della Federal Reserve. Tokyo avanza stamani dell’1,55%, sull’onda delle buone indicazioni in arrivo da Wall Street. In forte rialzo anche Hong Kong +1,4%: è stata completata la piattaforma elettronica che consentirà di concentrare gli scambi del listini dell’ex colonia con la Borda di Shanghai. Ieri sera i listini Usa hanno chiuso sui massimi di giornata. L’indice S&P (+1,18%) e il Nasdaq (+1,75%) hanno recuperato le perdite di ottobre e viaggiano ora in terreno positivo. Il Dow Jones (+1,11%) è tornato sopra quota 17 mila punti. 

Positive, ma con meno brio, le Borse europee: Londra +0,6% (pesa il tonfo di Standard Chartered dopo la trimestrale), Parigi +0,3% (in questo caso è Sanofi a condizionare l’indice al ribasso), Francoforte +1,8%. In grande evidenza Ubs (+5,3%) dopo utili record. Giornata di riscatto anche per la Borsa di Milano: indice FtseMib in rialzo del 2,3%, dopo la perdita del 2,4% del giorno prima. I recuperi sono stati ampi e diffusi su tutto il listino.

DOPO TWITTER, DELUDE FACEBOOK. MA IL MADISON FA CANESTRO 

Dopo il tonfo di Twitter è arrivato il capitombolo di Facebook, in calo dell’11% nel dopo Borsa. La società di Mark Zuckerberg ha lanciato un warning sui profitti del prossimo anno, condizionato dai forti investimenti in infrastrutture programmati e dalla “digestione” delle ultime acquisizioni, da WhatsApp a Oculus.

Intanto la capitalizzazione di Alibaba (+1,9%), il gigante cinese dell’ec-commerce ha superato quella di Wal-Mart -0,3%, numero uno globale della grande distribuzione. Nella old economy spicca il balzo del Madison Square Garden (+10%) all’indomani dell’annuncio di un piano di separazione delle attività di intrattenimento da quelle media e sport (compresa la squadra di basket dei New York Knicks).

QE ADDIO, MA LA POLITICA USA RESTA “MORBIDA”

La seduta di oggi sarà segnata dall’attesa per gli annunci della Fed che, salvo sorprese, dovrebbe sancire la fine degli acquisti sul mercato del Quantitative Easing, evento già largamente scontato dai mercati. Il meeting di oggi, che non prevede la conferenza stampa del presidente Janet Yellen, non dovrebbe riservare grandi soprese. Gli operatori si attendono nuovi segnali espansivi, a partire dalla conferma che, prima di vedere un rialzo dei tassi si dovrà attendere un “considerable time”, per lo meno 12 mesi. Debole il dollaro nell’attesa del meeting: 1,2738 il cross con l’euro. 

BOT ALL’ASTA, VERSO RENDIMENTI IN SALITA

Si è ristretto a 166 punti lo spread tra Btp e Bund, il tasso del decennale domestico è sceso al 2,54%. In rialzo i tassi all’asta di ieri: il Tesoro ha collocato 2,5 miliardi di Ctz in scadenza agosto 2016 allo 0,692%, 579 milioni di Btpei settembre 2024 all’1,43% e 421 milioni di Btpei settembre 2026 all’1,68%. Anche l’asta odierna dei Bot a 6 mesi (6,5 miliardi offerti contro 7,7 miliardi in scadenza) dovrebbe registrare un aumento dei rendimenti attorno allo0,37% contro lo 0,23% precedente.

BANCHE IN RIPRESA: MPS E CARIGE STUDIANO I RIMEDI 

Il rimbalzo di Piazza Affari è legato soprattutto alla riscossa delle banche, dopo la pioggia di vendite di lunedì. MontePaschi, reduce da una caduta del 21%, è risalita dell’1,4%. Il vertice della banca è impegnato nella ricerca di soluzioni per ridurre l’impatto delle richieste della Bce. Per far fronte alla richiesta di 2,11 miliardi potrebbe decidere di posticipare il pagamento di due tranche dei Monti bond da 750 milioni, cedere alcuni asset e emettere bond additional tier 1 per massimi 830 milioni.

Anche Carige rimbalza dello 0,6%. L’istituto ligure ha raggiunto l’accordo con Apollo Management per la cessione delle compagnie di assicurazioni al prezzo complessivo di 310 milioni di euro, cifra che aiuterà la banca a sanare la carenza di capitale da 814 milioni emersa dal comprehensive assessment della Bce. In ripresa il resto del settore, penalizzato dalla reazione emotiva di lunedì: Unicredit +1,1%, Intesa +2,3%, Ubi Banca +3,2%. In grande evidenza Mediobanca (+4,6%), dopo i dati brillanti del primo trimestre: migliora l’attività bancaria, proseguirà nei prossimi mesi la dismissione delle partecipazioni “no core”. Prossima tappa, la vendita dei titoli Telecom Italia. Positive le società del risparmio gestito e le assicurazioni: Azimut +5,8%, Generali +2%. 

FIAT CHRYSLER, L’ORA DEI CONTI (E DELLE SCELTE)

Ingrana a sesta marcia Fiat Chrysler Automobiles + 4,5% nell’attesa per il primo consiglio di amministrazione di Fiat Chrysler Automobiles, che si terrà oggi nella nuova sede legale del gruppo, a Londra, in affitto al decimo piano del palazzo di The Economist. Oltre a chiudere i conti dei primi nove mesi, il board prenderà in esame un’eventuale manovra di rafforzamento patrimoniale: difficile un aumento di capitale a ridosso del collocamento delle azioni proprie sul mercato Usa (il 7% circa del capitale), ma non si esclude un convertendo o altre operazioni.

Sulla guidance 2014, vista dagli analisti in calo, molto dipenderà dall’andamento delle vendite in Sud America. Nel corso di un intervento a San Paolo, il Chief Operating Officer (Coo) del gruppo per il Sudamerica, Cledorvino Belini, ha detto ieri che il gruppo prevede un incremento delle vendite in Brasile a partire dalla seconda parte del 2015. Mentre il deterioramento delle prospettive in America Latina ha portato lunedì Ford a tagliare le previsioni, Sergio Marchionne ha finora insistito sul fatto che la posizione del gruppo in Brasile dà al gruppo un vantaggio competitivo nei confronti dei concorrenti. 

A SAIPEM LA MAGLIA NERA TRA LE BLUE CHIPS

In forte recupero Eni +2,3% in attesa e cda odierno (la conference call è fissata per domani). Tra i petroliferi sale anche Tenaris +2,5%. Saipem ha perso il 5,8% a seguito della presentazione dei dati del terzo trimestre. La società dei servizi all’industria petrolifera ha chiuso il periodo luglio-settembre con un risultato netto di 76 milioni di euro. Il consenso degli analisti si aspettava 82 milioni di euro. Il debito netto a fine settembre ammontava a 5,1 miliardi. Le attese erano per una cifra inferiore ai 5 miliardi. Il petrolio si muove poco, il Brent è scambiato 86 dollari al barile (+0,2%).

TLC EUROPEE IN VOLO, TELECOM COMPRESA 

In Europa i titoli migliori sono stati quelli delle telecomunicazioni (Stoxx del settore +2,8%). In particolare Deutsche Telekom sale del 3% dopo i risultati della controllata T-Mobile che ha visto i clienti crescere ma con utili sotto alle stime. Bene anche l’olandese Kpn (+3,5%) grazie a una trimestrale sopra le stime e Orange +3% dopo il rialzo di target da parte di Deutsche Bank. 

Telecom Italia è salita del 4,5%. Telecom Italia festeggia il lancio di smartpay, la prima carta di pagamento prepagata di Telecom Italia realizzata da Intesa Sanpaolo e Visa Europe, che permette i pagamenti tramite smartphone. 

ENEL GREEN POWER GUIDA LA RISCOSSA “VERDE”

Bene anche le utility (+1,8%): Enel +3,2%, dopo che il presidente Patrizia Greco ha confermato l’obiettivo di ridurre i debiti sotto i 37 miliardi. Nuovi progressi per Snam (+3,2%) e A2A (+3,1%). Enel Green Power si rafforza nel finale e chiude in rialzo del 5,5% a 1,9150 euro. Ubs ha avviato la copertura sul titolo (+0.9% da inizio anno) con giudizio Buy e un prezzo obiettivo fissato a 2,3 euro. L’effetto trascinamento ha coinvolto tutti i titoli della green economy: Falck Renewables +0,6%, Frendy Energy +1,6%, TE Wind +2,7%, Plt Energia +1,4%.

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