L’attesa sta per finire. Oggi pomeriggio Donald Trump prenderà possesso della Casa Bianca in una Washington invasa dai supporter del presidente ma blindata per timore di proteste e di attentati. I mercati ascolteranno ansiosi il discorso inaugurale alla ricerca, sotto l’inevitabile retorica, di indizi sulle prime mosse della nuova amministrazione. Intanto, dopo l’euforia dei mesi scorsi, Wall Street ha tirato i remi in barca mentre il dollaro perde colpi nonostante le parole del nuovo segretario del Tesoro Steven Mnuchin, che al Senato ha promesso politiche a supporto del cambio e di una crescita del 3-4%.
Dopo mesi di fiduciosa attesa, i mercati aspettano Trump alla prova dei fatti. Il bilancio, del resto, è finora positivo: nella storia americana solo Dwight Eisenhower venne accolto da Wall Street con un rialzo più robusto. E l’inauguration Day di Barack Obama fu salutato da un tonfo del 5,9%, destinato a proseguire fino a marzo, con un ribasso del 20,4%.
Eloquente ed inquietante regalo in arrivo dal Messico per l’insediamento del nemico Trump: la consegna proprio ieri alle autorità Usa del Chapo, il leggendario capo del cartello della droga, quasi a ricordare al potente vicino del Nord che certi legami (e certi problemi) non si eliminano alzando un muro.
Intanto Mario Draghi non ha concesso, nella conferenza stampa post direttorio Bce, alcun spiraglio all’ipotesi una riduzione più rapida del QE. Non se ne parla nemmeno, ha ripetuto il banchiere romano. L’euro è così sceso sotto quota 1,06 dollari, lasciando sul terreno lo 0,3%. In attesa dello show di Washington i mercati si presentano così.
YELLEN: SIAMO PRONTI AD AGIRE. RISALE TOKYO (+0,6%)
Dollaro debole, Borse caute in Asia, nel timore che Trump lanci nuove minacce alla Cina ed anticipi misure protezionistiche. Intanto Pechino ha chiuso il 2016 con una crescita del Pil del 6,7%, con un’accelerazione nel quadro trimestre al 6,8%. È andata meglio del previsto, ma la notizia non ha rasserenato i mercati, concentrati sui rischi di una guerra commerciale con gli Usa.
Poco mossi i listini azionari: Tokyo chiude a +0,6% dopo un avvio negativo. In ribasso Hong Kong e Sidney. La Borsa di Shanghai è in rialzo dello 0,8%. Hanno chiuso in rosso anche i mercati americani Dow Jones (-0,17%), S&P 500 (-0,36%). Il Nasdaq ha lasciato sul terreno lo 0,28%.
Stanotte Janet Yellen ha parlato ad un convegno alla Stanford University, nel suo intervento ha affermato che la Federal Reserve è pronta ad agire in caso di surriscaldamento dell’economia, ma anche attenta a muoversi con gradualità e moderazione.
MALE LE BANCHE, BRILLANO NETFLIX E TESLA
L’indice peggiore è quello del comparto finanziario, in ribasso dell’1% da inizio anno dopo il robusto rally che aveva salutato l’esito del voto di novembre. Di rilievo la performance di Tesla: +2,27 % a 243,76 dollari dopo l’upgrade di Morgan Stanley, che ha alzato la raccomandazione a Overweight da Equal weight, portando il target price a 305 dollari da 242 dollari. L’analista Adam Jonas nel report ha sottolineato il miglioramento delle prospettive per l’auto elettrica.
Morgan Stanley adesso prevede che nel 2018 Tesla venderà 183mila auto rispetto alla precedente previsione di 114mila. Nell’ultimo mese e mezzo (da inizio dicembre) Tesla ha avviato un potente rialzo in Borsa che l’ha portata a guadagnare il 35% in sei settimane. Dall’inizio del nuovo anno la performance è +15%. Nel 2016 il titolo Tesla era sceso dell’11%.
È proseguito, dopo i conti, il rally di Netflix (-3,9%). Negli ultimi cinque anni il valore del titolo è cresciuto di dieci volte. I dati del trimestre diffusi ieri mostrano quanto sia forte la migrazione degli spettatori verso la televisione on demand: nel periodo che si è chiuso il 31 dicembre i ricavi sono saliti del 41% anno su anno a 2,4 miliardi.
SALE IL PETROLIO. E IN BRASILE PARTE L’IPO DEL POLLO: 1,5 MILIARDI
In salita i prezzi del petrolio sull’onda dell’indebolimento del dollaro. Il Brent tratta a 54,33 dollari, Wti a 51,54. Il segretario generale dell’Opec Mohammed Barkindo ha dichiarato a Davos che gli stock di petrolio greggio accumulati dai produttori sono ancora alti: 270 milioni di barili sopra la media che andranno eliminati per garantire la stabilità del mercato.
A Piazza Affari Eni -0,3%, Saipem -1%, Tenaris +0,06%. Saras -1,65%: Kepler Cheuvreux ha tagliato sul titolo la raccomandazione a reduce da hold con prezzo obiettivo in calo a 1,3 da 1,55 euro
Al via oggi in Brasile una singolare Ipo: Brt, il maggior esportatore al mondo di pollame, punta a raccogliere 1,5 miliardi di dollari con la vendita del 20% della sua controllata specializzata nel cibo halal, preparato secondo le prescrizioni della legge islamica.
MILANO UNICO LISTINO IN SALITA, SALE LO SPREAD
La spinta di Mario Draghi si è sentita soprattutto a Milano. Ma gli altri listini europei hanno ripiegato in chiusura sotto la pressione delle notizie in arrivo da Wall Street. I future sulle borse europee anticipano un avvio in rialzo dello 0,2%.
Piazza Affari è stata l’unica ad archiviare la seduta in positivo, chiudendo a 19.491 punti, in rialzo dello 0,7%. In ribasso le altre Borse: Parigi -0,3%, Francoforte a -0,1%, Londra a -0,6%.
Chiusura debole per il mercato obbligazionario italiano, in linea al resto del comparto dei governativi della zona euro, gravati da una settimana particolarmente ricca dal lato dell’offerta. Il tasso del decennale italiano sale a 1,98%, dopo una puntata in mattinata oltre il 2%, il picco da inizio dicembre. Ha chiuso a 168 punti base lo spread con il Bund, dopo una fiammata a 170 punti base, massimo dal 6 gennaio.
VOLANO LE EX POPOLARI. UBI SUPERSTAR DI PIAZZA AFFARI
Ancora una volta sono state le banche le grandi protagoniste di Piazza Affari. L’indice Eurostoxx di settore ha chiuso con un progresso dello 0,84%. Guidano la corsa le ex Popolari. Ubi Banca dopo la firma del contratto per l’acquisto delle tre banche salvate ha messo a segno un rialzo del 7,3%: Kepler Cheuvreux ha ribadito la raccomandazione Buy e ha alzato il target price a 4,3 euro da 3 euro.
Seguono a ruota Bper (+5,41%), vicina allo sbarco in Creval, ieri -3,13% dopo il balzo di mercoledì, e BancoBpm (+4,2%). In rialzo anche i Big: Unicredit è salita dell’1,1%, Intesa +1,8%.
ARRIVANO LE GARANZIE PUBBLICHE SU MPS E BANCHE VENETE
Nuovi passi verso la normalità per le banche in crisi. Il ministero dell’Economia ha notificato a Monte Paschi il decreto che riconosce una garanzia pubblica sulla liquidità dell’istituto. Il rimborso previsto a favore dei risparmiatori che hanno comprato obbligazioni subordinate dovrebbe avvenire tramite obbligazioni ordinarie “per un controvalore non superiore all’effettivo prezzo di acquisto”.
La Commissione Europea ha dato intanto l’ok al piano per sostenere l’accesso alla liquidità di Popolare Vicenza e Veneto Banca con garanzie statali, in quanto è in linea con le regole dell’Unione sugli aiuti di stato. Salgono le assicurazioni: Generali +1,2%, UnipolSai +2,5%.
RISALE FCA: JEFFERIES CONFERMA IL TARGET A 10 EURO
Nuovo recupero di Fiat Chrysler (+4,8%). S&P ha confermato il rating ‘BB’ con outlook che resta stabile L’agenzia di rating spiega in una nota che c’è il rischio che Fca possa venire multata, ma l’ipotesi non viene per ora inclusa nello scenario di base in questo momento visto che la portata della penalità è ancora incerta. Jefferies che ha confermato sul titolo la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 10 euro.
Insieme a Fiat Chrysler sono saliti anche gli altri titoli industriali: Leonardo +0,3%, StM +1%, Buzzi +2,1%. Da segnalare il balzo di Tip (+5,77%) dopo la cessione di una quota pari all’1,85% di Prysmian (-1,49%) attraverso il veicolo Clubtre, controllato dalla stessa Tamburi al 43,28%.
CUCINELLI COLLOCA IL 3%, CROLLA SAFILO “TRADITA” DA LVMH
Grande animazione nel settore lusso. Mediobanca ha avviato ieri sera il collocamento del 3,02% di Brunello Cucinelli. Ai prezzi di ieri si tratta di circa 45 milioni di euro di controvalore. L’offerta è riservata a investitori istituzionali italiani ed esteri. Le azioni oggetto del collocamento non fanno capo a Fedone Srl, la società tramite la quale il trust Brunello Cucinelli detiene il 57%.
È crollata Safilo (-13,9%) sulle indiscrezioni di un accordo fra Lvmh e Marcolin. Il colosso francese del lusso starebbe pianificando di spostare su Marcolin tutta la produzione di occhiali con suoi marchi e suggellerebbe l’intesa acquistando il 10% di Marcolin. Oggi gli occhiali con marchi del gruppo Lvmh (fra cui Dior) rappresentano per Safilo circa 200 milioni di fatturato, pari al 15% del totale dei ricavi.
Luxottica cede il 2,7%, a 51,65 euro, anche se Standard & Poor’s ha messo in creditwatch con implicazioni positive i rating del gruppo dopo l’annuncio dell’accordo della controllante Delfin per una fusione con Essilor. Da rilevare anche i rialzi di Ferragamo (+1,1%), Tods (+3,2%) e Moncler (+1,9%). Arretra Yoox (-5%).