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I manager bocciano la manovra: iniqua e non strutturale

Le principali organizzazioni dei dirigenti pubblici e privati danno vita a una “Costituente manageriale”. Dure le critiche alla manovra del Governo. Nei prossimi giorni i manager presenteranno alla politica le controproposte: priorità a lotta all’evasione, a tassazione delle grandi ricchezze, a riduzione dei costi della politica e a riforma fiscale.

I dirigenti pubblici e privati bocciano la manovra del Governo. Cida-Federmanger da una parte e Confeder-Manageritalia dall’altra non hanno dubbi: “è inadeguata e iniqua – dicono – non contiene misure per il Paese, colpisce i soliti che pagano”. E dunque sollecitano il governo a riforme strutturali, mentre bocciano senza esitazione il contributo di solidarietà.

Le due organizzazioni proprio nei giorni scorsi hanno dato vita a una “costituente manageriale”, con l’obiettivo – ci spiega il presidente della Cida, Giorgio Corradini- “di dar corpo e visibilità alle nostre esigenze e proposte. C’è una esigenza non di oggi dei dirigenti, che sono lavoratori dipendenti, di far sentire la propria voce, che se è divisa si disperde. Da qui la nascita della “Costituente manageriale” con l’obiettivo di allargarsi ad altre realtà, pensiamo ad esempio all’associazione dei medici Assomed, e diventare soggetto unico, arrivare a unità di rappresentanza”.

E si punta a essere luogo di riferimento di circa 500 mila dirigenti, quadri e alte professionalità. L’analisi che la neonata “Costituente manageriale” fa della manovra del governo non premia certo l’esecutivo. Spiega Corradini: “Non risolve i problemi del Paese, non ci sono misure per la crescita, e se non aumenta il Pil hai voglia a tagliare…” Ancora: “E’ iniqua perché colpisce i soliti noti, quelli che hanno pagato e pagano sempre, lavoratori dipendenti e pensionati. Ed è inadeguata perché non contiene soluzioni per far crescere il paese, per il rilancio. Non ci sono riforme strutturali, e il costo della politica è sempre lì”.

E dito puntato anche contro il contributo di solidarietà. “Forse il livello di reddito su cui farlo gravare verrà alzato, vedremo cosa emergerà dalle ultime discussioni all’interno della maggioranza e del governo, ma il problema – rimarca Corradini – non è l’altezza dell’asticella: la questione è che comunque si fanno pagare sempre gli stessi”. Dunque il contributo di solidarietà va eliminato perché colpisce solo alte professionalità la cui unica colpa è dichiarare per intero i propri guadagni.

E comunque mediamente, spiega Corradini, lo stipendio lordo di un dirigente oscilla tra gli 80 mila e i 100 mila euro, solo una minoranza di “top”manager può vantare stipendi oltre i 150 mila, e dunque “anche se il contributo venisse applicato su stipendi più alti colpirebbe una platea piccolissima. Il governo – domanda – pensa di risolvere i problemi così?”.

Cosa allora al posto di questo contributo? “Oltre a combattere l’evasione, va chiesto il contributo ai grandi patrimoni che spesso sono anche il frutto di elusione ed evasione. E quindi almeno una volta paghino”. E poi – conclude Corradini – “occorre assumersi la responsabilità di riforme strutturali, a iniziare dalla lotta all’evasione e dalla riforma fiscale. La “Costituente Manageriale” nei prossimi giorni presenterà alla Camera e al Senato le proprie controproposte, che si possono sintetizzare così: lotta all’evasione, tassazione delle grandi ricchezze, riduzione dei costi della politica, riforma fiscale.

Pubblicato in: News

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