LA BORSA DI MILANO PERDE COLPI – 3,71%
E I TITOLI SPAGNOLI ALLUNGANO IL VANTAGGIO SUI BTP
Brusca caduta dei mercati azionari dopo il rally. La Borsa di Milano peggiora ulteriormente nel pomeriggio dopo l’apertura di Wall Street: l’indice Ftse Mib scende del 3,71% sotto i 16.000 punti a quota 15.894. Tengono meglio le altre piazze: Parigi cede l’1,54%, Francoforte -1,69%, Londra 1,14%. Wall Street apre in calo con il Dow Jones che arretra dello 0,9%, vendite anche sul Nasdaq che arretra dello 0,5%.Tornano le incertezze sulla Zona euro e il dollaro recupera terreno nei confronti della moneta unica, che scende a quota 1,371 da 1,38 di ieri sera.
Non aiutano nemmeno i buoni dati macro: le richieste settimanali di sussidi alla disoccupazione sono state pari a 404mila, sostanzialmente in linea con le 405mila attese. Le richieste continue scendono a 3,670 milioni (3,7 milioni attesi). Nonostante risultati migliori del previsto, perde colpi JP Morgan (-3,4%). A frenare lo slancio rialzista hanno contribuito vari fattori: a) l’incremento minore del previsto delle esportazioni in Cina in settembre, il 17% contro le attese del 20,5% (in agosto il rialzo era stato del 24,5%); b) l’allarme sui consumi, cui contribuisce il warning sugli utili di Carrefour -5%. c) le tensioni sul debito pubblico italiano, diretta conseguenza della situazione a grave rischio del governo e della legislatura che riporta in primo piano il caso Italia.
Il rendimento del Btp a 10 anni sale di 13 punti base a 5,80%, mentre il bund scende di 3 punti base a 2,15%: lo spread si allarga a 365. La nota peggiore sta nell’allargamento dello spread tra Bono spagnolo e Btp italiano che oggi tocca il nuovo record negativo di 67 punti base a favore di Madrid. In mattinata il Tesoro ha comunicato di aver collocato 6,2 miliardi di euro di Btp rispetto ad un obiettivo massimo di 6,5 miliardi di euro ed un minimo di 4 miliardi di euro. Nel dettaglio, sono stati assegnati 3,5 miliardi di euro di titoli a 5 anni con rendimento a 5,32% dal 5,60% dell’emissione di metà settembre. Il tasso di copertura si è attestato a 1,34 da 1,27 dell’asta precedente. Collocati anche altri 2,68 miliardi di euro di obbligazioni varie.
ACKERMAN (DB): CI BATTEREMO CONTRO GLI AUMENTI
UNICREDIT IN PICCHIATA -11,85%. FRENA ANCHE BPM
Si accende intanto il dibattito sugli aumenti di capitale ddel sistema bancario europeo. Josef Ackerman, numero uno di Deutsche Bank (una delle banche più bisognose secondo gli analisti) ha detto ieri che farà “tutto quel che è lecito fare” per opporsi al progetto. Non ha alcun senso, ha dichiarato, imporre aumenti di capitale che nell’attuale congiuntura sarebbero coperti solo dalla mano pubblica. In questo modo, ha aggiunto, l’unico risultato sarebbe quello di peggiorare il debito sovrano, causa prima del peggioramento delle performances degli istituti. Le sue affermazioni sono in chiara polemica nei confronti delle affermazioni pronunciate ieri da Barroso.
Mentre si discute, sui listini tornano a cadere le banche: Intesa Sanpaolo perde l’8,15% dopo che Corrado Passera ha smentito l’ipotesi di far shopping in Turchia, dove è in vendita la filiale locale di Dexia; Banco Popolare -8,96% . Pesante battuta d’arresto per Unicredit -12,1%; il titolo nelle ultime sedici sedute aveva guadagnato il 65% ed un ritracciamento era nell’aria, ma forse un crollo di queste proporzioni non era previsto. La banca di piazza Cordusio, che lunedì dedicherà una conferenza stampa alle quote rosa nei cda del gruppo, ha confermato la presentazione del nuovo business plan triennale a novembre, in coincidenza con risultati del terzo trimestre. Sarà l’occasione giusta per parlare dell’aumento di capitale: secondo un report del Credit Suisse, alla luce delle nuove norme Eba (Tier 1 al 9%), Unicredit avrà bisogno di lanciare un aumento di capitale da 11 miliardi di euro. Inverte la rotta anche Bpm-2,81% dopo una mattinata ruggente sulle attese della battaglia in vista per la prossima assemblea degli azionisti. Mps chiude a-3,87%. Marcia indietro per i titoli industriali: Fiat Industrial -7,38%, Fiat -5,53%. Pirelli +0,53%, Finmeccanica -2,53%, Prysmian -1,5% e Stm -0,6%.
L’ENEL SCIVOLA SUL PRESUNTO RISCHIO CEDOLA
DECOLLANO GLI AEROPORTI TOSCANI: SAT +3,7%
Cade improvvisamente Enel (-3,17%). Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Bloomberg, il ceo Fulvio Conti, in un’intervista, ha dichiarato che la politica di dividendi verrà rivista per centrare gli obiettivi sul debito. Il cambio sarebbe dovuto all’introduzione delle Robin Hood tax. La politica dei dividendi di Enel “e’ invariata, il payout e’ confermato al 60% dell’utile ordinario netto”, precisa un portavoce della società. In calo i petroliferi. Eni -1,1%, Saipem-2%. Tenaris sale dello 0,1%, Maire Tecnimont +1%. Fra le small cap, Eems avanza del 3,8%. Si mette in luce anche Sat, il titolo della società di gestione dell’aeroporto di Pisa: è in rialzo del 3,7%. La Regione Toscana ha deliberato ieri l’acquisto di una quota tra il 5% e il 15% del capitale di Adf, la società che gestisce lo scalo di Firenze: il titolo perde il 5%. La Regione possiede già il 16,89% del capitale dello scalo di Pisa e nel comunicato afferma che l’acquisto dovrebbe servire a “integrare il sistema aeroportuale toscano”. Risanamento, infine, sale del 4% e Pierrel del 3%.