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I dubbi di Atene raffreddano le Borse: Piazza Affari incerta

‘L’euro e’ irreversibile. Nessun Paese uscirà dall’euro, neppure la Grecia”, ha rassicurato la vicepresidente della Commissione europea Viviane Reding in una intervista alla Bbc. Ma la situazione sociale diventa sempre più difficile. I sindacati del Paese hanno annunciato per domani uno sciopero generale mentre il dato sulla disoccupazione diffuso oggi e riferito a novembre viaggia ormai oltre il 20%, al 20,9%. I leader dei tre partiti che sostengono il governo di Lucas Papademos hanno raggiunto un accordo su tutti i punti del programma, salvo quello che riguarda il taglio alle pensioni integrative. Per far quadrare il cerchio, i rappresentanti di Fmi, Ue e Bce avrebbero concesso altri 15 giorni alla Grecia. Ma dalla Commissione Ue non arrivano conferme: il portavoce ha detto che non ha avuto notizia della proroga di 15 giorni che la Grecia avrebbe ottenuto dalla troika Ue-Bce-Fmi, e non può quindi confermare la notizia che si è diffusa questa mattina. L’euro è in leggera flessione a 1,3255 sul dollaro.

In attesa degli sviluppi, a Milano sono arrivate le prese di beneficio (-0,53%), con Piazza Affari appesantita dalle banche che viaggiano in territorio negativo in attesa anche del verdetto Eba che oggi esamina i piani per il rafforzamento del capitale. Positiva invece l’Europa: il Ftse 100 sale dello 0,28%, il Dax dello 0,63% e il Cac dello 0,45%. I listini, seppur cauti, si attendono un esito positivo sull’accordo tra la Troika e Atene.

Oggi a Bruxelles si riunisce alle 18 l’Eurogruppo da cui però, fonti tedesche affermano non è attesa alcuna decisione e a Parigi si incontreranno i creditori privati. Ma segnali si attendono anche dalla Bce che potrebbe decidere, come già indicato in linea di principio, di scambiare i bond greci in portafoglio (circa 50 miliardi di euro) con altri bond emessi dal fondo salva-Stati Efsf ad un prezzo che si traduce in un abbattimento del debito di Atene di 11 miliardi di euro. Non è detto che Mario Draghi si sbilanci già oggi sull’argomento durante la conferenza stampa che seguirà la consueta riunione sui tassi, attesi comunque stabili all’1%: a febbraio è infatti già prevista la seconda asta di rifinanziamento per le banche all’1% che si avvia verso richieste di 1000 miliardi secondo le stime degli analisti.

Dopo essere risalito a 370 punti, lo spread Btp e bund ha ripiegato nuovamente a quota 360 con il rendimento del titolo decennale italiano in calo al 5,58%. Il differenziale di rendimento tra Bonos e Bund si riduce a 331 punti base e quello tra i decennali francesi e tedeschi è stabile a 93.

In Europa sale il comparto auto dopo il boom degli utili di Daimler. Fiat, miglior titolo del Ftse Mib, guadagna il 2,51%. Daimler ha segnato nel 2011 il record di utili a 6 miliardi di euro netti (+28%) e di fatturato a 106,5 miliardi (+9%). Rialzi anche per il lusso di Salvatore Ferragamo (+2,19%) e di Tod’s (+1,53%). In evidenza Azimut (+1,61%) dopo la diffusione ieri dei dati sulla raccolta di gennaio, risultata positiva per 119 milioni di euro (di cui 113 di risparmio gestito) così come Buzzi Unicem (+1,49%) che beneficia dei dati preliminari diffusi ieri. Il gruppo ha archiviato il 2011 con un fatturato in crescita del 5,2% a 2,78 miliardi di euro. L’indebitamento netto è sceso al 31 dicembre 2011 a 1,14 miliardi da 1,26 di fine 2010. Scende invece Impregilo (-2,44%, secondo peggior titolo del Ftse Mib), al centro di movimenti azionari per il suo controllo. La famiglia Gavio, che punta al controllo di Impregilo sfilandola alle mire del concorrente Salini, ha fatto un’offerta ai Benetton per rilevare il 31% di Igli che controlla Impregilo. I Benetton sarebbero pronti a vendere la loro quota. In negativo anche A2A all’indomani dell’annuncio delle dimissioni di Giuliano Zuccoli, accolte da un forte rialzo del titolo.

Guida i ribassi del Ftse Mib nella mattinata Mps che cede il 4,88%. Ieri il presidente della banca e presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, ha affermato che è difficile comprare Btp in presenza delle regole dell’Eba. L’autorità bancaria europea dovrebbe intanto concludere oggi la sua analisi sui piani per il rafforzamento del capitale presentati dalle banche europee. Atteso il verdetto per quelle banche tra cui anche Mps, che hanno scelto di non ricorrere ad aumenti di capitale ma a strade alternative. Tra queste anche Ubi (-0,61%) e Banco Popolare (0,89%). Ma è tutto il comparto bancario a essere debole: Intesa cede lo 0,31% e Unicredit lo 0,45%. Dall’Europa sono arrivati i dati di Credit Suisse sul quarto trimestre che hanno evidenziato una perdita netta di 637 milioni di franchi (circa 526 milioni di euro) e un utile netto dell’anno 2011 in calo del 62% a 1,61 miliardi di euro. Segnali positivi dall’Euribor a 3 mesi, il tasso che le banche si applicano tra loro per i prestiti a tre mesi, che è sceso all’1,07% al minimo da gennaio 2011.

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