Dopo 24 trimestri di crescita, l’export dei distretti industriali nei primi tre mesi del 2016 ha subito una lievissima contrazione (-0,9% la variazione tendenziale), in linea con quanto osservato a livello nazionale. Negli stessi settori di specializzazione distrettuale la Germania ha subito una riduzione delle esportazioni pari al 2,5%. Il primo trimestre 2016 si è invece chiuso con una crescita tendenziale del 3,8% delle esportazioni dei 22 poli tecnologici italiani monitorati da Intesa Sanpaolo. L’avvio dell’anno è stato positivo per tutti i comparti monitorati e, in particolare, per l’aeronautica (+10,5%), trainata dal balzo del polo romano. I settori della farmaceutica, dell’ICT e del biomedicale hanno evidenziato un incremento del +2,8%, +2,3% e +1,4% rispettivamente.
La battuta d’arresto dei distretti è stata causata soprattutto dal forte rallentamento della domanda dei mercati emergenti. Russia, Algeria, Hong Kong, Brasile ed Emirati Arabi Uniti sono i paesi dove l’export distrettuale ha sofferto le perdite più rilevanti: -375 milioni di euro circa nel primo trimestre del 2016 rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. Si è poi verificato un calo importante dell’export verso la Svizzera, che risente del fisiologico rallentamento, dopo il balzo dello scorso anno, dei flussi provenienti dai poli orafi. È infine venuto a mancare il contributo del mercato tedesco, dove l’export è rimasto per lo più stabile, penalizzato dal calo delle importazioni tedesche di prodotti tipici dei distretti (-1,5%).
Filiera dei metalli, elettrodomestici, beni di consumo del sistema moda, alimentari e bevande hanno chiuso il trimestre in calo, penalizzati dalle difficoltà incontrate da alcune importanti realtà distrettuali. Sono rimaste sostanzialmente stabili le esportazioni dei distretti della meccanica. Hanno, invece, mostrato un’evoluzione positiva le altre specializzazioni distrettuali, guidate dal balzo dell’export di prodotti e materiali da costruzione (+8,9% la variazione tendenziale), altri intermedi (+4,5%), mobili (+2,2%) e beni intermedi del sistema moda (+1,3%).
Il primo trimestre dell’anno si è caratterizzato per una spaccatura nel tessuto produttivo distrettuale, con 73 distretti in crescita e 74 in calo. Emerge dunque un quadro a luci e ombre, nel quale sono anche presenti elementi positivi e nuove conferme dei buoni livelli di competitività di molte aree distrettuali. Perfino nei settori complessivamente in difficoltà e caratterizzati da condizioni di domanda sfavorevoli si sono messi in evidenza diversi distretti con buone performance di crescita.
Nel sistema moda, ad esempio, l’occhialeria di Belluno, la pelletteria e le calzature di Firenze e il tessile e abbigliamento di Prato hanno mostrato buoni tassi di crescita e sono riusciti a collocarsi ai primi 5 posti per crescita delle esportazioni in valore assoluto, preceduti solo da due distretti dell’Emilia Romagna, le piastrelle di Sassuolo e i ciclomotori di Bologna. L’export delle piastrelle di Sassuolo (+11,2%) ha registrato un andamento brillante in tutti i principali sbocchi commerciali, con in testa Stati Uniti e Francia, mentre i ciclomotori di Bologna sono stati trainati dai buoni risultati ottenuti negli Stati Uniti.
Indicazioni positive vengono poi dalle ottime performance conseguite in alcuni tradizionali mercati di sbocco e in alcune nuove mete commerciali. È ripartito il mercato spagnolo (+7,3%), dove si sono messi in evidenza soprattutto i distretti della meccanica e dei beni di consumo del sistema moda, mentre gli Stati Uniti si sono confermati il principale motore della crescita dei distretti.
Nel primo trimestre del 2016 l’export su questo mercato è cresciuto del 6,5%, pari a 127,5 milioni in più rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. Si tratta di risultati importanti, soprattutto se letti alla luce del calo subito dal complesso delle esportazioni italiane di manufatti negli Stati Uniti (-1,5%). Hanno fatto la differenza i distretti specializzati nel sistema moda, nei prodotti e materiali da costruzioni e nell’industria del mobile.
I distretti industriali sono poi stati molto reattivi nel cogliere le opportunità di crescita emerse in alcuni nuovi mercati, come Messico, Iran e Israele. In Iran, ad esempio, gli esiti positivi dell’accordo sul nucleare iraniano sembrano aver dato un buon impulso anche all’export dei distretti, che nel primo trimestre del 2016 ha registrato un aumento di 26,2 milioni di euro, con performance particolarmente brillanti di molti distretti della meccanica, ma anche di alcuni distretti del sistema casa, come il legno-arredo della Brianza e le cucine di Pesaro.
Nella seconda parte dell’anno l’export dei distretti dovrebbe tornare in territorio positivo, grazie alla spinta di Stati Uniti e mercati europei e a un’evoluzione meno sfavorevole sui mercati emergenti, dove il recente rimbalzo delle quotazioni petrolifere allenterà le pressioni sulla bilancia dei pagamenti, con effetti positivi sulla crescita globale. Le imprese dei distretti potranno inoltre contare maggiormente sulla domanda interna, sia di beni di consumo (trainati dalla ripresa del reddito disponibile, dal miglior andamento del mercato del lavoro e dal clima di fiducia favorevole delle famiglie) sia di beni di investimento (le indagini segnalano una crescente propensione a investire), che favoriscono le imprese più piccole, meno orientate all’export.
Allegata in Pdf (vedi sopra) la versione integrale del Monitor dei distretti di luglio 2016 a cura di Intesa Sanpaolo.
Allegati: Monitor dei distretti luglio 2016