La guerra dei dazi provoca le prime, serie conseguenze per i mercati azionari. Dopo le pesanti perdite dei listini asiatici (Shanghai -3,78%, Shenzhen – 5,77%, Hong Kong -3%, Tokyo -1,77%) le vendite hanno investito le piazze europee in affanno per i timori dettati dalla guerra commerciale in atto tra Usa e Cina, con lo spettro di altri dazi per 200 miliardi di dollari ventilati da Donald Trump.
L’Euro si deprezza sul dollaro: 1,155 (-0,6%).
Milano regge meglio di tutti: a Piazza Affari l’indice cede attorno alle 13.30 lo 0,60% poco sotto i 22 mila punti, in netto recupero dalle perdite iniziali. Fanno peggio il Dax di Francoforte (-1,25%), il Cac40 (-1%). Giù anche Madrid (-0,7%) e Londra (-0,6%). Ma la volatilità resta decisamente alta.
Le perdite sono state trascinate dai titoli dell’auto, con Daimler, Volkswagen e Bmw in calo dall’1,4 al 2,8%. L’indice auto dello Stoxx 600 tocca il suo punto più basso da sette mesi. In ribasso a Milano anche Fiat Chrysler -1,2% e Ferrari -1,6%.
In frenata anche il settore tecnologico (-1,8%) dai massimi dal 2001 toccati venerdì a fronte dei dazi cinesi sui chips Usa: Stm -3,7%. Ancora in ribasso Prysmian -1,1%.
Rispetto a 216 punti base della chiusura di lunedì, lo spread tra Btp e Bund si muove intorno ai 220 punti base con il rendimento del decennale italiano al 2,55%. La Spagna ha collocato 2,42 miliardi titoli Tesoro a 3 e 9 mesi con rendimenti in leggera discesa. Alla Grecia verranno messi a disposizione fino a 15 miliardi di euro in modo le sia possibile stabilizzare l’equilibrio dei conti pubblici una volta chiuso il terzo programma degli aiuti internazionali che termina in agosto, senza raccogliere finanziamenti sul mercato.
Mario Draghi, parlando al meeting di Sintra dei banchieri centrali ha ribadito che la Bce alzerà i tassi d’interesse in maniera “paziente” e”graduale” in linea con il recupero dell’inflazione nell’eurozona.
L’Ocse ha indicato una serie di proposte e consigli che l’Eurozona dovrebbe seguire per assicurare una crescita stabile. Per la politica monetaria, l’indicazione è mantenerla accomodante fino a quando non tornerà “stabilmente” ai livelli voluti. Per limitare gli effetti secondari sul settore immobiliare e altri settori occorrono politiche per sostenere la stabilità finanziaria compresi interventi aggiuntivi sui requisiti di capitale.
Per le politiche di bilancio “man mano che l’espansione economica continua, i paesi devono assicurare che la posizione dei conti pubblici migliori riducendo gradualmente il rapporto debito/pil”. Sulle sofferenze, va facilitata la creazione delle società di gestione dei Npl.
Il petrolio tipo Brent si raffredda dopo il rialzo di ieri: 74,9 euro -0,5%. Il contratto di riferimento sul greggio leggero Usa perde 0,84 dollari, a 65,01 dollari il barile. Eni -0,4%.
In Piazza Affari si registra l’impennata di Banco Bpm +5,5% a 2,53 euro. La banca ricevuto diverse offerte per un massimo di 8,5 miliardi di euro di crediti in sofferenza. In questo caso l’esposizione dell’istituto agli npl dimezzerebbe a circa il 10%, da 23% di fine marzo.
La Bce sta lavorando ad una soluzione di compromesso sugli stock di crediti deteriorati. Malgrado la forte riduzione registrata negli ultimi due anni, le banche della zona euro hanno ancora 721 miliardi di euro di crediti deteriorati, la maggior parte dello stock è concentrata in Italia, Grecia e Portogallo. La nuova proposta allo studio prevede l’introduzione di alcune eccezioni per rendere più flessibili le regole. Il verdetto è atteso entro l’estate.
Avanza DoBank +2% che ha presentato stamattina il piano industriale al 2020.
In lieve ribasso Intesa -0,8%. Il diritto di recesso legato alla conversione obbligatoria delle azioni risparmio in ordinarie è stato esercitato per un controvalore complessivo di 41,3 milioni di euro circa.
Unipol ha rafforzato la presa su UnipolSai portandosi appena sopra il 78% del capitale.
Tim rimbalza a +0,3%. Il referendum fra i lavoratori avrebbe dato parere favorevole all’accordo su solidarietà ed esuberi concordato la settimana scorsa da azienda e organizzazioni dei lavoratori.
Tra le utility, Italgas -2%. Credit Suisse taglia il target price a 5,10 euro. Enel -1,7%.
Nel resto del listino:
Centrale del Latte d’Italia -1,3%. Il gruppo ha siglato una partnership industriale e commerciale con Zerbinati nel settore delle insalate di IV gamma e di altri prodotti vegetali.
Coima Res +0,2% promossa da Mediobanca. Il broker ha confermato la raccomandazione Buy con target price a 9,32 euro. Ultimo prezzo 7,98 euro.