La disoccupazione degli Stati Uniti scende a gennaio al 6,6% (dal 6,7% di dicembre), il minimo da ottobre, e il dato dà subito respiro alle Borse europee. Anche se contestualmente il Dipartimento del Lavoro ha specificato che i posti di lavoro creati sono meno del previsto, l’influsso positivo ci ha messo un attimo ad attraversare l’Oceano Atlantico.
E così a inizio pomeriggio, poco dopo la diffusione dei dati, Piazza Affari registra un’impennata che la porta dalla parità dell’ora di pranzo a guadagnare circa l’1% quando sono le 15,20. Si confermano sulla cresta dell’onda Mediolanum e Unicredit, entrambe spinte dalla raccomandazione del broker statunitense Citigroup, mentre vola letteralmente Buzzi Unicem, che poco dopo le 15 guadagna il 5% a 14,14 euro, dopo la pubblicazione dei conti. Bene anche Mediaset e Azimut, mentre sono in difficoltà Tod’s e Mps.
Continua a scendere lo spread Btp-Bund, che riavvicina quota 200 punti base: nel primo pomeriggio il differenziale tra i titoli di Stato decennali italiani e tedeschi si attesta intorno ai 203 punti.
Intanto anche Wall Street apre in territorio positivo dopo la pubblicazione dei dati sul lavoro. Gli investitori si stanno concentrando sui dettagli del dato e stanno prestando attenzione in particolare all’aumento del tasso di partecipazione alla forza lavoro, salito dal minimo in 35 anni pari al 62,8% ad appena il 63%. Di fatto, il numero delle persone che non si trovano nella forza lavoro è sceso dal record di tutti i tempi pari a 91.808 a 91,455 unità, appena al di sotto del secondo livello più alto di sempre.
Non preoccupa dunque più di tanto il calo non previsto del numero di posti di lavoro creati, sui quali è intervenuto anche il governatore della Fed di Dallas Richard Fisher: “La Federal Reserve “non si farà influenzare da un singolo dato, perchè si trova sulla via giusta con la riduzione del programma di stimoli all’economia”.