X

I Btp festeggiano il Conte Bis, la sterlina a picco per il “golpe” di Johnson

FIRSTonline

E chi l’avrebbe detto solo pochi giorni fa? L’Italia è diventata la beniamina dei mercati grazie alla combinazione tra la svolta politica anti-populista e il livello dei tassi in forte discesa, ma ancora convenienti per i gestori internazionali, visto che, nonostante la corsa agli acquisti degli ultimi giorni, il confronto con Spagna e Portogallo rivela che c’è ancora molta strada da percorrere, purché non ci siano brutte sorprese. In cambio, sale alle stelle la tensione sul fronte della sterlina: Boris Johnson, giocando d’azzardo, ha chiesto ed ottenuto dalla Regina di rendere quasi impossibile un voto parlamentare contro la hard Brexit prima del divorzio da Bruxelles, fissato per il 31 ottobre.

Queste due notizie rubano, una vota tanto, i titoli di testa alla sempre più logora trattativa sui dazi. Fa scalpore la notizia che Bill Dudley, fino a pochi mesi fa presidente della Fed di New York, sia sceso in campo chiedendo alla Banca centrale di pronunciarsi contro Donald Trump, la cui politica “sta danneggiando l’economia Usa”, a partire dalle richieste di forti tagli dei tassi “che priverebbero la Fed delle munizioni di cui avrà presto bisogno”. Noi non facciamo politica, ha subito precisato la portavoce della Banca centrale. Ma la sortita rivela che nell’establishment Usa, a mano a mano che sale l’aria di recessione, sta montando l’opposizione alla politica di Trump.

OGGI L’EREDE SAMSUNG RISCHIA DI NUOVO LA PRIGIONE

Ecco il quadro dei mercati alla vigilia del varo del Conte bis.

Le Borse dell’Asia sono in lieve calo, con bassi volumi. Nikkei di Tokyo -0,1%, Hang Seng di Hong Kong -0,3%, CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen -0,4%, Kospi di Seul -0,2%. Oggi il tribunale coreano deciderà la sorte di Jay Lee, l’erede dell’impero Samsung, già condannato per tangenti.

Il renminbi cinese langue sui minimi degli ultimi dieci anni: il numero delle sedute chiuse con un ribasso, in caso di un nuovo calo, è undici, mai successo nella storia. Per il settimo giorno consecutivo la Banca del Popolo ha fissato il cambio di riferimento ad un livello più alto delle attese. In merito al negoziato sui dazi, ieri il segretario al Tesoro Usa, Steven Mnuchin ha detto di non sapere se il meeting fissato per settembre ci sarà. Lo stesso segretario ha detto che non c’è l’intenzione di intervenire sul dollaro, anche se “la situazione potrebbe cambiare nel futuro”. Quest’ultimo passaggio sta indebolendo le valute dei paesi emergenti.

Il dollaro è in prossimità di massimi degli ultimi tre anni nei confronti del won coreano e del ringitt malese.

Solo lo yen e l’euro (1,108) restano solidi di fronte alla valuta Usa sostenuta dalla corsa ai t Bond.

IL TBOND A 30 NNI RENDONO MENO DEI DIVIDENDI USA

Riparte alla carica l’oro, dopo la modesta flessione di ieri, stamattina sale dello 0,3%.

In terreno positivi ieri Wall Street: Dow Jones+1%, S&P 500 +0,75 e il Nasdaq + 0,38%.

Tra le ragioni che hanno sostenuto il mercato azionario c’è la caduta del rendimento dei Treasury: Ieri, per la prima vola, il rendimento dei titoli Usa a trent’anni scivolato a 1,921 %, risulta inferiore alla media dei dividendi Usa (2,04%)

SCENDONO LE SCORTE, MA IL PETROLIO NON RISALE

Il petrolio Brent tratta a 60,1 dollari in calo dello 0,6%, dal +1,7% di ieri. Le scorte di greggio degli Stati Uniti sono scese di dieci milioni di barili, molto più del previsto, ma questo è un mercato guidato dai timori sulla richiesta, non da quelli sull’offerta.

Positivi ieri a Milano Saipem (+1,32%), davanti a Tenaris (+1,15%) ed Eni (+0,75%).

I BTP PRENDONO IL VOLO, PIAZZA AFFARI IN PARITÀ

Btp ai minimi di sempre in attesa del varo del governo Conte sostenuto da Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle, sterlina in caduta libera dopo che la Regina ha approvato la richiesta del primo ministro britannico Boris Johnson di sospendere i lavori parlamentari a Westminster fino al 14 ottobre, decisione che favorisce la Brexit, La giornata finanziaria europea è ruotata attorno a questi avvenimenti politici in costante evoluzione. Intanto continua la discesa del Bund tedesco: -0,716% il decennale.

Piazza Affari, grazie al recupero nel finale, ha chiuso in perfetta parità a quota 20.991 punti.

Tra le Borse europee guadagna solo Madrid (+0,21%). Il timore della recessione frena gli altri listini: Parigi arretra dello 0,34%, Parigi -0,25%.

JOHNSON IMPONE LA BREXIT, MA NON RISCHIA LA TESTA COME CARLO I

Sale Londra (+0,35%) a fronte della caduta della valuta britannica. Il cambio euro sterlina arriva a 0,906 (+0,7%), quello con il dollaro a 1,2168. La decisione della Regina di fermare l’attività parlamentare prima del discorso per l’inaugurazione del Parlamento, fissato per il 14 ottobre, rende in pratica quasi impossibile il varo di una legge che vieti la Brexit senza un accordo, come chiede larga parte dell’assemblea dei Comuni. Il giorno del divorzio della Gran Bretagna dall’Unione Europea è fissato al 31 ottobre. Certo, non sono più i tempi di Carlo I, che nel 1649 fu decapitato dopo che, 20 anni prima, aveva congelato il Parlamento perché aveva detto no al finanziamento della campagna militare contro la Spagna. Ma Boris Johnson ha deciso di giocarsi la testa, in senso metaforico.

IL RENDIMENTO DEL BTP SOTTO L’1%

Al di qua della Manica, la notizia più importante è la corsa impressionante della carta italiana. Il trend ha preso velocità dopo che il segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, ha riferito di aver espresso al presidente della Repubblica, incontrato, il sostegno del suo partito al “tentativo di dare vita a nuovo governo con una nuova maggioranza politica” guidato dal premier uscente Giuseppe Conte.

Immediata e impressionante la risposta del mercato. Il Btp decennale italiano è sceso in giornata allo 0,98% di rendimento per poi assestarsi all’1,04%. Lo spread con il Bund scende a 174 punti base, dopo aver toccato un minimo a 170.

Il tasso del Btp 2 anni è tornato in territorio negativo dopo circa un mese.  

OGGI L’ASTA A MEDIO TERMINE: ATTESI TASSI IN FORTE CALO

Dopo l’esito positivo dell’asta Bot di ieri, oggi il Tesoro offre in asta titoli a medio-lungo termine per 7,25 miliardi, tra cui 3,5-4 miliardi del nuovo Btp 10 anni aprile 2030, cedola 1,35%, che sul mercato grigio offre un rendimento di 1,15/1,08%, ad un soffio dal record dell’agosto di tre anni fa, quando il decennale venne assegnato a 1,14.

PER LE BANCHE QUOTATE UN GUADAGNO DI 3,9 MILIARDI

La conseguenza più immediata e rilevate di questo rally, nota Marino Masotti, analista di Websim, è che il Btp “non è più una zavorra ma un salvagente per i titoli bancari. Anzi un aerostato: grazie alle imponenti plusvalenze generate dall’apprezzamento dei titoli di Stato italiani in portafoglio”.

Basti notare che a fine luglio le banche con sede in Italia avevano in portafoglio 409 miliardi di euro di titoli di stato, massimo da agosto del 2016. Nel caso che la vita media del portafoglio sia di tre anni, ne risulta che una discesa di un punto base del rendimento si traduce nel portafoglio delle banche quotate in un apprezzamento di 3,9 miliardi di euro ogni 100 punti base di riduzione del rendimento. Non stupisce in questa cornice il rialzo finale del comparto del credito in controtendenza con il resto d’Europa. Le big Unicredit e Intesa, le più cariche di titoli di Stato, sono le migliori con rialzi rispettivamente dell’1,8% e dell’1,1%. Banco Bpm +0,6%, Ubi Banca +0,5%.

MORGAN STANLEY MANDA IN ORBITA LEONARDO

Balzo di Leonardo (+4%) su cui Morgan Stanley ha avviato la copertura con giudizio ‘overweight e target price a 13,3 euro, al primo posto tra i titoli preferiti nel comparto europeo della difesa.

Atlantia è tra le peggiori del listino principale con un calo del 2,2%, penalizzata dall’ipotesi di un governo che veda ancora la presenza dei 5 Stelle, che hanno promesso di revocare alla controllata Autostrade per l’Italia la concessione dopo il crollo del ponte Morandi a Genova.

SOFFRE JUVENTUS, IN CALO MEDIASET

Nel mirino delle vendite resta la Juventus (-2,7%). Soffrono Buzzi (-2,39%) e Recordati (-2,5%).

In calo, a 2,88 euro, il titolo Mediaset (-1,84%), che mantiene però un certo margine dalla soglia del prezzo di recesso, 2,77 euro, in vista dell’assemblea del 4 settembre. Nella nuova holding olandese che dovrebbe nascere in quell’occasione, Fininvest avrà il 47,8% dei voti.

Fuori dal paniere principale, Italian Exhibition Group perde il 7,1% dopo l’uscita a sorpresa dell’ad Ugo Ravanelli.

In forte calo anche Technogym: -6%.

Related Post
Categories: Finanza e Mercati