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I bond zavorrano banche e Borse e oggi asta Btp

FIRSTonline

Cedono le dighe dei bond, vacillano le Borse. Sotto la pressione del rialzo dei rendimenti delle obbligazioni, i mercati azionari hanno in parte replicato le vendite di giovedì scorso. Stavolta, però, a innescare il ribasso è stata l’impennata dei bond Usa, seguita da nuove pressioni sull’Europa. La tempesta in arrivo da oltre Oceano sembra, per ora, terminata: possibile, perciò, un avvio in risalita. La corrente si vendite si è fermata stamane sui mercati asiatici, in attesa del dato del Pil cinese: una nuova frenata dell’economia potrebbe indurre Pechino a varare nuove misure espansive a favore dei mercati.

I BOND USA SCATENANO IL RIBASSO 

Tokyo oscilla attorno alla parità, lievi guadagni sulle altre piazze. La turbolenza sui bond ha condizionato Wall Street: il Dow Jones chiude a -0,2%, S&P -0,3%, Nasdaq -0,35%. I T bond Usa hanno toccato un massimo del 2,36% per poi arretrare al 2,24%, dopo il collocamento da parte del Tesoro di titoli a tre anni. Sul fronte societario vola Aol (+19,9%) dopo l’acquisto da parte di Verizon per 4,4 miliardi di dollari. 

GIU’ MILANO DOPO QUATTRO RIALZI

Negativi ieri i listini europei. La Borsa di Milano arretra dopo quattro sedute consecutive di rialzo, l’indice Ftse Mib ha perso lo 0,9%. Più massicci le perdite sulle altre piazze del Vecchio Continente: Londra -1,4%, Francoforte -1,6% Parigi -1,1%. Ha fatto eccezione Atene, che ha chiuso in rialzo (+1,4%), in controtendenza. 

A complicare la strada dei mercati azionari europei è il recupero dell’euro, risalito a quota 1,1230 sul dollaro, fenomeno strano, vista l’uscita di capitali dei money managers dalle Borse. La spiegazione, secondo gli esperti, va cercata nello smontamento di posizioni di copertura aperte sull’euro dopo l’avvio del Qe. 

LA GRECIA PAGA L’FMI CON I SOLDI DEL FMI

Le tensioni sul mercato monetario hanno, per una volta, sottratto ad Atene il titolo di testa nell’agenda delle preoccupazioni dei mercati finanziari. Ma la situazione è sempre più disperata. La Grecia ha potuto rimborsare 750 milioni di euro al Fondo Monetario Internazionale solo attingendo ai fondi speciali di prelievo posseduti presso l’Fmi. E’ la conferma che le casse di Atene, che oggi dovrà pagare un miliardo circa in pensioni e salari ai dipendenti pubblici, sono ormai davvero vuote. 

Intanto, la Banca Centrale Europea ha alzato di 1,1 miliardi a quota 80 miliardi il tetto ai finanziamenti di emergenza cui possono attingere le banche greche tramite la Banca centrale di Atene, dando una boccata d’ossigeno. E’ la conferma che la fuga di capitali, seppur ad un ritmo più ridotto, continua. 

OK L’ASTA BOT. SCENDONO NEL 2015 LE EMISSIONI DEL TESORO

È proseguita, come si è detto, la risalita dei tassi di interesse in tutta Europa. L’ascesa è stata notevole. Il rendimento del Bund decennale tedesco tratta a 0,67%, cinque punti base in più rispetto a ieri e più di 10 volte il valore di circa 3 settimane fa (minimo storico a metà aprile a 0,075%). Gli operatori scommettono sulla ripresa dell’inflazione, innescata dal rialzo del petrolio e dalla ripresa economica tedesca.

Tiene la diga del Tesoro italiano, pur sotto la pioggia delle vendite: il Btp decennale sale all’1,88% ma lo spread resta invariato. L’asta dei Bot a 12 mesi ha registrato una buona domanda con incremento del rendimenti allo 0,027% contro contro lo 0,015% precedente, record storico. Oggi saranno collocati i titoli a medio lungo termine: da 5,5 a 7 miliardi di Btp a 3, 7, 15 e 30 anni. 

Nel 2015, scrive Reuters, le emissioni di titoli di Stato si attesteranno a 410-420 miliardi di euro rispetto ai 455 del 2014. A fine aprile il funding del Tesoro aveva superato il 43% delle esigenze dell’anno.

PESA SU UNICREDIT IL CORE TIER 1 PIU’ BASSO DEL PREVISTO 

Ieri è stata una giornata difficile per le banche, in particolare per Unicredit (-3,2%), che ha diffuso dati del trimestre che mostrano un’inaspettata debolezza dei coefficienti patrimoniali. A fine marzo, il Core Tier 1 proforma, era 10,35%, leggermente peggio delle aspettative. Meglio delle aspettative gli introiti, 5,74 miliardi (contro 5,64 miliardi del consensus). L’utile netto si attesta a 512 milioni di euro, in linea con le aspettative. 

Profondo rosso anche per Banca Monte Paschi (ieri -5,8%), che paga i rimbalzi delle ultime sedute. Kepler Cheuvreux ha abbassato sul titolo il rating a reduce da hold (Tp a 0,52 euro da 0,46 euro). Deutsche Bank ha ridotto il Target price a 0,6 da 0,7 euro (hold).

Intesa -0,2%. Ubi Banca -1,4%. Debole il risparmio gestito: Azimut -2,8%, Mediolanum -1%,Anima -4,5%. Su Fineco Bank (+0,44%) Citigroup ha alzato il Tp a 7,2 euro da 5,7 euro (neutral), ICBPI a 6,7 euro da 6,3 euro (neutral) e Equita Sim a 6,6 euro da 5,7 euro (hold).

RISCOSSA DI TELECOM ITALIA: SI RIPARLA DELLE NOZZE 3-WIND

Il titolo migliore di ieri è stato Telecom Italia (+3,3%), oggetto di trame e di ipotesi finanziarie ed industriali di varia natura. Dopo il brusco di lunedì, legato al possibile ruolo dell’Enel nella partita della banca larga, il titolo ieri ha ripreso quota: il dialogo su Metroweb non è del tutto chiuso, secondo il presidente della Cassa depositi e prestiti (Cdp), Franco Bassanini.

Una spinta positiva arriva anche dalle indiscrezioni sull’ipotesi di fusione, più volte alla ribalta delle cronache, tra Wind, controllata da Vimpelcom, e 3 Italia, controllata da Hutchison Whampoa. Telecom Italia brilla con un rialzo del 3,3% e si porta a 1,0750 euro. Secondo indiscrezioni, Hutchison Whampoa Ltd. e VimpelCom Ltd. hanno raggiunto un accordo per stabilire chi guiderà la nuova realtà che unirà le attività italiane di telefonia mobile. L’operazione potrebbe essere annunciata a fine giugno.

A guidare il gruppo potrebbe essere Maximo Ibarra, attuale chief executive officer di Wind, mentre Vincenzo Novari, che guida 3 Italia, sarebbe pronto a diventare membro del board e ad assumere un ruolo di supervisore per le attività italiane di Li Ka-shing (Hutchison Whampoa). Intanto da Parigi i vertici di Vivendi hanno ribadito di non voler rientrare nel settore tlc: la partecipazione nella società guidata da Marco Patuano ha carattere “opportunistico”. 

VOLA STM, IL DOLLARI NON SALVA AUTOGRILL

In grande evidenza ieri anche StM (+3,2%). Nel corso dell’Investor day a Londra il management ha detto di aspettarsi che i ricavi crescano di circa il 3,5% nel secondo trimestre. La società prevede inoltre un margine lordo intorno al 33,8% nel secondo trimestre, in crescita di circa 60 punti base. Due settimane fa la società aveva detto di aspettarsi un margine lordo al 33,8%, più o meno il 2%.

La palma del titolo peggiore di ieri spetta a Autogrill (-6,7%) dopo le indicazioni deludenti sul 2015. La società prevede di chiudere il 2015 con ricavi tra 4,3 e 4,4 miliardi di euro, il consensus degli analisti stimava 4,5 miliardi. L’obiettivo di Ebitda è tra i 370 e i 380 milioni grazie anche al cambio euro-dollaro favorevole, dopo aver archiviato i primi tre mesi dell’anno con ricavi ed Ebitda in crescita ma con perdite in aumento. Gli analisti stimavano un Ebitda a 395 milioni di euro. Il risultato netto è stato invece negativo per 40,4 milioni rispetto al rosso di 37,1 milioni di un anno prima. Al 31 marzo l’indebitamento netto era pari a 807,7 milioni dai 693,3 milioni del 31 dicembre scorso.

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