Il mercato aspettava la notizia da mesi, ma ora è ufficiale: Hewlett-Packard intende licenziare altre 25-30mila persone, dopo le 54mila lasciate a casa fin qui dal 2012. Lo scorso maggio HP aveva avvertito di aspettarsi oneri da ristrutturazione pari a due miliardi di dollari. Ieri il totale è salito a 2,7 miliardi, oneri che si inizieranno a vedere nei conti del quarto trimestre fiscale, che termina a fine mese.
I nuovi esuberi sono pari al 10% della forza lavoro complessiva e si concentreranno in una delle due aziende che nasceranno dal primo novembre prossimo, quando il gruppo HP si dividerà in due società autonome: una specializzata in server, servizi e software (Hewlett-Packard Enterprise, quella su cui calerà la scure dei licenziamenti) e l’altra centrata su pc e stampanti (la nuova HP Inc.). Con questa mossa, l’attuale amministratore delegato di HP Meg Whitman intende ridurre i costi annuali di HP Enterprise di 2,7 miliardi di dollari.
“Queste attività di ristrutturazione consentiranno una struttura dei costi più competitiva e sostenibile per la nuova Hewlett Packard Enterprise – ha spiegato Whitman in un comunicato –. Abbiamo fatto un lavoro significativo negli ultimi anni per ridurre i costi e semplificare i processi e queste azioni finali elimineranno la necessità di ristrutturazioni aziendali future”. Resta da vedere se sarà davvero così, visto che Whitman aveva garantito che HP non avrebbe visto altre ristrutturazioni.
Ieri HP ha fornito anche l’outlook per l’anno fiscale 2016 di Hewlett-Packard Enterprise. Per l’azienda, che verrà guidata dalla stessa Whitman, la strada è in salita. Mentre il mercato delle tecnologie alle aziende è visto crescere del 4-5 per cento in un anno, le attività di HP rischiano di espandersi a un passo più lento a causa dell’andamento di Cina, Russia e Brasile, ha concluso Whitman. Hewlett-Packard Enterprise verrà scambiata in borsa con il ticker “HPE”, sarà “più piccola” di HP e avrà ricavi annuali sopra i 50 miliardi di dollari.
Il titolo HP ieri ha chiuso in rialzo dello 0,26 per cento a 27,11 dollari. Nel dopo mercato ha ceduto l’1,4 per cento circa.