A Hong Kong oggi è cominciato il ritorno alla normalità e al lavoro dopo oltre una settimana di manifestazioni per la democrazia, e il movimento di protesta – passato attraverso gli scontri sia con la polizia che con i manifestanti filo-cinesi – ora è a un momento cruciale.
La sede del governo locale – guidato da Leung Chun-ying, l’amministratore della città nominato dalle autorità cinesi – epicentro della protesta che ha portato in strada migliaia di persone, ha cominciato nuovamente a riempirsi di impiegati pubblici, autorizzati a superare le barricate controllate dai manifestanti.
Nel corso della notte il numero dei dimostranti è diminuito nettamente. Tra il movimento democratico e il governo di Leung è stallo, e i previsti negoziati tra le due parti non sono apparentemente in corso, anche se ieri la tv di Hong Kong ha annunciato che gli studenti hanno incontrato rappresentanti dell’amministrazione.
Temendo la repressione, dopo che Leung ha ordinato di liberare il quartiere degli affari e di riaprire scuole e aziende, i dimostranti hanno praticamente tolto l’assedio alla sede del governo.
Solo un centinaio di persone restano a presidiare la strada principale che porta al centro, ancora chiusa al traffico. Altre centinaia di giovani sono riuniti nel quartiere di Mong Kok, dove i manifestanti sono stati attaccati nei giorni scorsi da membri delle gang mafiose e dalla polizia. La Borsa ha chiuso a +1,09%