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Hillary Clinton shock: ha la polmonite

Hillary Clinton ha la polmonite e tiene in ansia l’America e i suoi sostenitori. Dopo aver accusato un malore e due svenimenti durante la cerimonia di ieri a Ground Zero per l’anniversario dell’attacco terroristico alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, la Clinton è stata riaccompagnata a casa dalla figlia Chelsea e dopo qualche ora il suo medico ha comunicato che la candidata democratica alla Casa Bianca ha la polmonite.

Hillary, che ha 69 anni, ha sospeso il suo tour elettorale che oggi l’avrebbe dovuta portare in California per due giorni, ma le speculazioni dei repubblicani e degli ultimi sostenitori di Sanders infuriano. La accusano di aver mentito sulle sue reali condizioni di salute, un aspetto su cui aveva già infierito il settantenne candidato repubblicano Donald Trump.

Ma tutta l’America si chiede se Hillary ce la farà a riprendere rapidamente la battaglia elettorale per le presidenziali di novembre e si domanda se il malore di ieri abbia a che fare con le conseguenze della trombosi cerebrale e del relativo intervento chirurgico di qualche tempo fa.

Trump in un primo momento non ha detto nulla sull’accaduto, ordinando anzi il silenzio al suo staff. Oggi il candidato repubblicano ha fatto gli auguri all’avversaria e durante un’intervista al canale televisivo Fox ha anche annunciato di essersi sottoposto a una visita medica e che presto renderà note le sue condizioni fisiche. 

“Spero che Hillary Clinton stia bene – ha detto – e che torni in corsa, ma dobbiamo vedere cosa c’è che non va, qualunque cosa sia. Mi sono già sottoposto a una visita medica la scorsa settimana e presto renderò nota una relazione molto dettagliata sulle mie condizioni. Io mi sento alla grande”.

In attesa di sviluppi, a sostenere la candidata democratica in questo momento di possibile impasse è l’attuale first lady Michelle Obama, che venerdì prossimo, il 16 settembre, apparirà in Virginia in teoria al fianco della candidata democratica e inviterà i cittadini a registrarsi entro il 17 ottobre per la sfida presidenziale. Sarà solo la prima di una serie di comizi elettorali pensati per accrescere la popolarità dell’ex segretaria di Stato nei cosiddetti Stati in bilico facendo leva soprattutto sull’elettorato afroamericano. E anche in qualche modo per reggere l’urto di una fase alquanto delicata, visto che mancano ormai meno di due mesi al voto cruciale.

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