Hertz Global Holdings, una delle più grandi ‘aziende americane di autonoleggio crolla a Wall Street nel giorno dell’Election Day, perdendo più della metà del suo valore. Il risultato non è stato causato né da Clinton né da Trump, in questo caso incolpevoli, ma da una trimestrale negativa, deludendo gli investitori anche sull’outlook.
Il maggiore gruppo Usa di noleggio auto (in termini di vendite) nel terzo trimestre dell’anno in corso ha registrato un forte ribasso dell’utile netto da 237 milioni, pari a 2,60 dollari per azione, a 42 milioni, e 49 centesimi.
Su base rettificata l’utile si è attestato a 1,58 dollari, a fronte di ricavi in calo dell’1% a 2,54 miliardi. Gli analisti di Thomson Reuters avevano previsto per 2,73 dollari di eps e 2,59 miliardi di giro d’affari.
Hertz ha infine rivisto al ribasso da 2,75-3,50 dollari ad 51-88 centesimi la stima dell’eps rettificato nell’esercizio, in seguito alla svalutazione del valore della della flotta.
Dopo il rialzo di ieri (2,91%), gli investitori Usa decidono di “punire” il titolo, attualmente colpito da una vera e propria bufera di vendite. Sul Nyse, le azioni Hertz cedono attualmente il 50,6% a 17,67 dollari. La capitalizzazione di mercato, quasi dimezzata, si attesta ora a 1,49 miliardi di dollari.