S’avvicina il Natale, a brindare sono i colossi del lusso. Con qualche novità. L’impero familiare più ricco d’Europa quello di casa Hermès: i cento eredi della maison fondata nel 1837 da un artigiano specializzato nelle selle per l’equitazione ha raggiunto una quotazione superiore ai 200 miliardi di euro. Rispetto al 2010, quando la dinastia riuscì a far causa comune contro il tentativo di scalata da parte di Bernard Arnault “il lupo in cashmere” di Lvmh, il titolo ha messo a segno un rialzo superiore al 1.000 per cento superando la nemica Lvmh, che si è dovuta accontentare del 600 per cento. Grazie a questi numeri ai discendenti di Thomas Hermès fa capo una fortuna pari a 151 miliardi di euro, interamente legata alle fortune della maison, più di quanto vale la famiglia Arnault che detiene poco meno del 60% del la galassia Lvmh, forte dei 70 marchi coalizzati da Arnault.
Hermès: la stella del lusso potrebbe finire nelle mani del maggiordomo
Un impero, quello di Hermès, cresciuto sotto la guida di Axel Dumas, il numero uno della famiglia, del 59%, più di tutta la concorrenza nel lusso ed oltre. “Siamo felici per questo risultato che è il frutto di un intenso lavoro di squadra” si limita a rispondere a Bloomberg lo stesso Dumas, oggi a capo della terza fortuna familiare al mondo dietro la famiglia reale saudita e quella dell’emiro lo Thani del Qatar, ma davanti all’erede dell’impero dolciario Mars ed il potente clan dei Koch, grandi elettori del partito repubblicano.
Fu proprio Dumas nel 2010 a convincere gli altri eredi a rifiutare le avances di Arnault e a concentrare le azioni nella cassaforte H51 che controlla oltre il 50% della maison. A rifiutare l’intesa fu solo Nicolas Puech, forte del 5,7% del capitale valutato più di 11 miliardi di euro. Un tesoro che potrebbe finire nelle mani del maggiordomo marocchino dell’imprenditore salvo diversa decisione del giudice svizzero chiamato in causa dal precedente erede, la fondazione Isocrate.
Il dividendo Kering fa volare tutto il lusso
Ma il profumo denaro, al termine dell’ennesima stagione fortunata del lusso, va al di là delle vicende degli eredi Hermès. Il termine di una stagione complicata dai problemi della Cina, grande cliente delle griffe, il settore ha ripreso ieri smalto in Borsa grazie al balzo in avanti di Kering +3% dopo che la società che controlla Gucci (ma anche Saint Laurent e Bottega Veneta) ha annunciato un acconto sul dividendo per l’esercizio 2023 che ammonterà a 4,50 euro per azione. La notizia sta permettendo ai titoli del comparto di recuperare dalla recente debolezza legata alle difficili prospettive per il 2024. Gli acquisti hanno trascinato al rialzo anche Moncler (+2,4%), Lvmh (+3,2%), la stessa Hermès (+1,48%), Richemont (+2,5%) e Burberry (+2,7%).