Qual è la ricetta giusta per portare a casa profitti, anche in un mercato difficile come quello del lusso, che soffre dell’assenza dei compratori cinesi? Dopo le difficoltà denunciate da Lvmh e da Kering anche a chiusura del primo semestre, Hermès si conferma la maison del lusso immune dal rallentamento in corso nel settore. La maison di rue du Faubourg Saint-Honoré, creatrice della più famosa H del mondo, sulla passerella del primo semestre sfila a testa alta: i ricavi consolidati hanno toccato quota 7,5 miliardi di euro, in aumento del 12% a cambi correnti (e del 15% a cambi costanti), con una crescita a doppia cifra in tutte le aree geografiche. Nel solo secondo trimestre le vendite hanno raggiunto i 3,7 miliardi di euro, in aumento del 11,5% a tassi correnti (del 13,3% a tassi costanti).
L’utile operativo per il primo semestre è stato di 3,1 miliardi di euro e l’utile netto è stato di 2,4 miliardi di euro. L’impatto delle valute è stato negativo: a fine giugno le fluttuazioni valutarie rappresentavano un impatto negativo di 207 milioni di euro, segnala la maison. Eppure la redditività operativa ricorrente ha raggiunto il 42% rispetto al 44% di fine giugno 2023, “un livello eccezionalmente elevato”, sottolinea il comunicato.
Alla Borsa di Parigi, in un Cac 40 in calo dell’1,51% , il titolo Hermès si limita a un -0,49%. Peggio fanno i colleghi Lmvh (-1,26%) e soprattutto Kering (-7,2%).
“I solidi risultati del primo semestre, nell’ambito di un contesto economico e geopolitico più complesso, riflettono la forza del modello di Hermès“, commenta Axel Dumas, presidente esecutivo di Hermès. “Il gruppo è fiducioso nel futuro e continua a investire, per perseguire progetti di integrazione e creare nuovi posti di lavoro, pur rimanendo fedele ai propri valori”. Nel medio termine, “nonostante le incertezze economiche, geopolitiche e monetarie”, conclude la nota economica, il gruppo conferma un “obiettivo ambizioso di crescita dei ricavi a tassi di cambio costanti”.
In crescita tutte le aree: Asia +6,8%, il solo Giappone +22%, Europa +18%
La regione asiatica (Giappone escluso) ha archiviato il semestre con un +6,8% a tassi correnti (+10% a tassi costanti) nel semestre e ha tenuto anche nel singolo secondo trimestre (+4,5% a tassi correnti, +5,5% a tassi costanti). Il Giappone ha visto invece un +22% per 693 milioni grazie alla forza della clientela locale. Le Americhe sono cresciute del 13% a 1,3 miliardi, mentre l’Europa ha messo a segno un +18% per 970 milioni, con un +15% per la Francia a 680 milioni.
Resta forte la pelletteria, seguita da Ready-to-wear e accessories
I risultati positivi ci sono in tutte le principali divisioni della Maison, con la pelletteria, segmento core per Hermès, cresciuta del 16% a tassi correnti (+19% a tassi costanti) nel semestre, andamento pressoché analogo nel trimestre. La performance, segnala la nota, è legato anche all’aumento “delle capacità produttive e una domanda particolarmente sostenuta”. La maison a questo riguardo ricorda l’apertura del sito produttivo di pelletteria di Riom (Puy-de Dôme) nel settembre 2024 e la posa della prima pietra per due nuovi siti di produzione di pelletteria: Isle-d’Espagnac (Charente) in aprile e Loupes (Gironda) a maggio, che apriranno rispettivamente nel 2025 e nel 2026 e rafforzeranno i nove centri di competenze dislocate su tutto il territorio nazionale.
In crescita a doppia cifra anche il Ready-to-wear e accessories (+12% a tassi correnti e +15% a tassi costanti) nel semestre. Seta e tessuti hanno registrato un +1% a tassi costanti (-1,7% a tassi correnti) e beauty +5% a tassi costanti e +4% a quelli correnti. Unico segno negativo per il segmento degli orologi: -0,2% nel semestre a tassi costanti e -2,9% a tassi costanti.