Hera chiude i conti dei primi nove mesi dell’esercizio 2018 con ricavi a quota 4,348 miliardi (in crescita dell’8% su base annua), margine operativo lordo a 748,6 milioni (+3,3%) e utile netto per gli azionisti a 208,7 milioni (+14,1%). La posizione finanziaria netta si attesta a 2,64 miliardi, sostanzialmente stabile rispetto ai 2,61 miliardi dei primi nove mesi del 2017, considerando la distribuzione dei dividendi.
Gli investimenti operativi del gruppo al 30 settembre 2018, al lordo dei contributi in conto capitale, ammontano a 296,6 milioni di euro, in crescita del 7% rispetto all’analogo periodo del 2017 e in linea con quanto previsto dal Piano industriale.
La multiutility bolognese sottolinea in una nota “il buon contributo alla crescita da parte di tutti i business e in particolare del settore gas”.
Hera parla anche di una “gestione caratterizzata dai buoni risultati della crescita organica” e una “solida base clienti nei settori energetici (circa 2,5 milioni), in aumento di circa 100mila unità rispetto ai primi nove mesi del 2017”.
Infine, conclude la nota, sul territorio di riferimento di Hera la raccolta differenziata è risultata in crescita al 61,4%.
All’inizio del pomeriggio il titolo in Borsa di Hera cede l’1,6%, a 2,50 euro quando il Ftse Mib è in calo dello 0,58%.
Ottimi risultati anche per la multiutility romana Acea, che archivia i primi 9 mesi del 2018 con un utile netto pari a 215 milioni di euro, in crescita del 41% su base annua. L’ebitda del periodo è stato pari a 685 milioni (+9%), mentre l’ebit ha raggiunto quota 381 milioni (+31%) e gli investimenti sono saliti a 413 milioni (+12%). Quanto all’indebitamento, al 30 settembre ammontava a 2,631 miliardi, in crescita rispetto ai 2,421 miliardi di fine 2017. Infine, la guidance relativa all’ebitda è stata ritoccata verso l’alto, con un incremento superiore al 6% (nella guidance di giugno 2018 era superiore a +5%).