Entro il 2024 Hera punta a ottenere un Mol pari a 1,3 miliardi di euro e un rapporto debito/mol in calo a 2,8 volte (dal 2,9 di fine 2020). Intanto, il dividendo continuerà a crescere fino a 12,5 centesimi per azione (mentre la cedola 2020 è confermata a 10,5). Quanto agli investimenti, arriveranno a circa 3,2 miliardi nei prossimi tre anni (di cui 280 milioni per possibili M&A). Questi i numeri principali del nuovo piano strategico triennale approvato mercoledì dal Cda della multiutility bolognese.
I numeri, spiega la società, sono legati ai risultati positivi “del preconsuntivo 2020, superiori alle attese”, con un Mol vicino a 1,12 miliardi (+3%) e investimenti stabili a 540 milioni. Hera sottolinea che il nuovo business plan prevede “investimenti e azioni per la transizione energetica verso la carbon neutrality” e per quella ambientale “verso l’economia circolare, nonché per l’evoluzione tecnologica, in linea con le strategie europee e gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030”.
Sul versante del numero di clienti energia, l’obiettivo è arrivare a quota 4 milioni a fine piano, contro i 3,5 milioni attuali.
Nel dettaglio, il ritmo di crescita dei dividendi al 2024 sarà in linea con quello già previsto nel precedente piano, con un incremento di 0,5 centesimi per azione ogni anno.
Nel corso del triennio, gli investimenti saranno in media di 640 milioni all’anno, un volume superiore di circa il 40% rispetto alla media dell’ultimo quinquennio.
Sul fronte M&A, Hera ritiene che ci siano opportunità legate “al consolidamento di mercati ancora troppo frammentati, alle gare per il rinnovo dei servizi in concessione, fino all’ulteriore liberalizzazione della vendita di energia elettrica con la fine della maggior tutela”.
“Con il nostro nuovo piano industriale possiamo capitalizzare gli sforzi fatti sin qui e incrementare i nostri target di crescita al 2024 – afferma Tomaso Tommasi di Vignano, presidente esecutivo di Hera – A sostegno dei nostri obiettivi abbiamo stanziato un consistente piano di investimenti per espandere i nostri asset e renderli, al tempo stesso, sempre più sostenibili, in linea con le indicazioni delle istituzioni internazionali. Confermiamo inoltre tutte le nostre politiche economico-finanziare, a partire dal mantenimento di un profilo patrimoniale conservativo che ci permette di finanziare anche eventuali ulteriori progetti di investimento non inseriti a piano”.