I vertici di Hera e di Acegas-Aps, insieme ai sindaci dei comuni azionisti della utility del nord est Padova e Trieste, hanno oggi siglato a Padova una lettera di intenti che prevede l’avvio di trattative in esclusiva per 90 giorni finalizzate all’integrazione fra i due gruppi.
Lo ha detto a Reuters il sindaco di Imola, Daniele Manca, presidente del patto di sindacato di Hera, l’utility bolognese guidata da Tomaso Tommasi di Vignano che si propone come polo aggregante. Successivamente le due società hanno comunicato la notizia in una nota congiunta.
“Oggi è stata siglata una lettera di intenti sul progetto di integrazione. Si tratta di un fatto molto positivo. Il merito sarà affrontato dalle due aziende nei prossimi giorni. Posso dire che si tratta di un progetto industriale di grande interesse per tutto il sistema dei servizi pubblici e per le opportunità che rappresenta. C’è un vincolo di riservatezza di 90 giorni”, ha spiegato Manca.
Il sindaco di Imola non ha voluto entrere nel dettaglio dell’operazione. “Oggi non è possibile aggiungere altro anche perché c’è un vincolo di riservatezza, insisto nel dire che si tratta di un progetto molto positivo, di grande interesse nazionale per il sistenza dei servizi pubblici e per la dinamicità del settore. Adesso lavoreranno le due aziende, accompagnate dagli azionisti di riferimento”, ha aggiunto Manca.
Uno dei punti più spinosi di questo progetto di fusione riguarda la sede legale che Acegas-Aps vorrebbe restasse a Trieste; ipotesi difficile da digerire per Hera, azienda molto più grande e polo aggregante. Secondo una fonte vicina al dossier, “si tratta di una richiesta che rappresenta una base di partenza per iniziare a trattare su altri aspetti”.
Acegas-Aps ha una capitalizzazione di mercato di 164 milioni di euro, il 17% di quella di Hera. In una eventuale fusione, Acegas-Aps peserebbe per il 12-15% del capitale.