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Harris riduce le tasse sul capital gains proposte da Biden: così strizza l’occhio a imprese e investitori

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Aumenti sì, ma niente di esagerato per non penalizzare gli investimenti. Sembra questo il messaggio che Kamala Harris ha lanciato a imprese e investitori dal palco del suo comizio in New Hampshire, durante il quale ha segnato una prima linea di demarcazione con la politica economica stabilita dal presidente Joe Biden nel suo bilancio 2025. Tradotto in parole povere: se diventerà presidente, Harris aumenterà sì l’aliquota sulle plusvalenze, ma l’innalzamento sarà molto più morbido rispetto a quello promesso dall’attuale numero uno della Casa Bianca.

Harris: imposte sul capital gains al 28+5%

Al momento la tassa sul capital gains è pari al 20%, cui si aggiunge un’ulteriore imposta del 3,8% sui redditi più alti. La proposta di Biden prevedeva un quasi raddoppio dell’aliquota al 39,6% più una sovratassa del 5%. Totale? 44,6%. 

Harris ha invece deciso di non infierire troppo, proponendo un aliquota del 28%, più una sovrattassa del 5%, per un’imposta complessiva pari al 33%. Un “ammorbidimento” inatteso – fino ad oggi la candidata democratica aveva sempre abbracciato in toto i progetti di Biden – che sembra voler andare incontro alle richieste della comunità del business. Secondo i consiglieri di Harris, infatti, questa modifica riuscirà comunque a mantenere l’impegno a far pagare più tasse a imprese e ricchi senza però penalizzare eccessivamente gli investimenti.

Sebbene Harris, come Biden, sia ancora favorevole a tassare gli individui e le società più ricchi con aliquote più elevate, ritiene che un’aliquota più bassa sulle plusvalenze incentivi gli investitori a investire più denaro nelle startup e nelle piccole imprese, sottolineano gli stessi consiglieri.

“La mia visione di un’economia delle opportunità è quella in cui tutti possono competere e avere una reale possibilità di successo – dove tutti, indipendentemente da chi sono e da dove iniziano, possono costruire ricchezza, compresa la ricchezza intergenerazionale”, ha detto Harris nel New Hampshire.

Ha aggiunto: “Credo che le piccole imprese americane siano una base essenziale per tutta la nostra economia”.

Deduzione di 50mila dollari per le imprese neonate

Harris ha anche annunciato una nuova proposta che prevede di offrire alle piccole imprese una deduzione fiscale di 50.000 dollari per le spese di avviamento, una cifra 10 volte superiore al livello attuale di 5mila dollari.

Gli occhi degli elettori più abbienti, ma anche dei grandi finanziatori democratici, si concentrano ora su un’altra proposta, quella di tassare le plusvalenze non realizzate per le persone in vita con un patrimonio netto superiore a 100 milioni di dollari (che diventano 5 al momento del decesso). Ciò significherebbe che i contribuenti più ricchi pagherebbero le tasse sull’aumento di valore dei loro beni ogni anno, anche in caso di mancata vendita. L’aliquota minima proposta per questo reddito sarebbe del 25%. 

Ricordiamo infine che nel piano economico presentato ad agosto, la candidata democratica ha proposto di aumentare l’aliquota dell’imposta sulle società (la cosiddetta corporate tax) al 28%, rispetto all’attuale aliquota del 21% fissata da Trump nel 2017, e ha deciso di puntare il tutto per tutto sulla classe media, proponendo un divieto federale che imporrà alle grandi aziende di non aumentare il costo dei loro prodotti oltre una certa soglia e misure volte a impedire che le aziende farmaceutiche aumentino il prezzo di determinati farmaci. Harris ha inoltre promesso la cancellazione delle tasse sulle mance (proposta anche da Trump che non a caso l’accusa di plagio), un sussidio di 25mila dollari per l’acquisto della prima casa, 6mila dollari per i neonati fino a un anno di vita e il ripristino del Child tax credit, misura voluta da Biden e scaduta nel 2021.

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