A molti il nome di Mohammed Deif può dire poco o nulla. E il nome di Osama bin Laden? Quello sì: evoca l’11 settembre, l’attacco alle Torri Gemelle, il terrorismo, la caccia a un uomo che per anni inserito dall’FBI nella lista dei terroristi più ricercati.
Mohammed Deif è il Bin Laden di Gaza. Un incubo per Israele, una leggenda per i palestinesi. È il leader delle Brigate Al-Qassam, l’ala militare di Hamas, il gruppo terroristico islamico che ha appena lanciato la sanguinosa offensiva “Diluvio di Al-Aqsa” sul territorio israeliano. Una figura segreta e sfuggente, un islamista e terrorista che è diventato il nemico numero 1 di Israele che ora ha un obbiettivo preciso: trovarlo, ucciderlo e vendicare le vittime, l’onore e porre fine al mito.
Chi è Mohammed Deif: un fantasma da anni, tornato per lanciare l’offensiva armata
Parla di lui, secondo il racconto del sito francese LeJournal.info, un giovane capo di una delle cellule militari delle Brigate Al-Qassam, uno dei combattenti che ha come modello di riferimento proprio Mohammed Deif. Racconta che Deif è un fantasma. Di lui si conoscono solo due o tre vecchie foto, scattate nel 1989, quando era rinchiuso in una prigione israeliana. Il suo nome significa “ospite”, perché cambia casa e letto ogni notte. Nessuno lo vede da anni e solo una volta è apparso come un’ombra in televisione.
Il giovane leader e il suo modello hanno una cosa in comune: entrambi sono puri prodotti della storia della Striscia di Gaza, con una popolazione di 2,2 milioni di abitanti, lunga 41 chilometri e larga tra i sei e i dodici chilometri, 4.000 abitanti per chilometro quadrato, la più alta densità di popolazione al mondo, isolata per una generazione, murata, un formicaio senza orizzonte e senza futuro, descritta come una prigione a cielo aperto e talvolta come un manicomio.
Deif, palestinese, nemmeno 60 anni, è un uomo paranoico e invisibile che non parla pubblicamente da sette anni ed è tornato alla radio solo per lanciare un’offensiva armata, promettere l’ira di Al-Aqsa e giustificarla: “Alla luce dei ripetuti crimini contro il nostro popolo, dell’occupazione strisciante in spregio alle leggi e alle risoluzioni internazionali…”.
Mohammed Deif: incubo per Israele, leggenda per i palestinesi
In Israele, Deif è un incubo, l’uomo da fucilare. Otto volte i soldati dell’IDF hanno cercato di assassinarlo. Nel 2014, credendo di averlo individuato, hanno sganciato cinque bombe a scoppio sul suo rifugio. La moglie e il figlio di due anni sono stati uccisi. Lui è riuscito a fuggire, ma si dice che abbia perso un occhio e una mano nell’attacco. Gli è stato dato un nuovo soprannome, il “gatto dalle nove vite”.
In Palestina, Deif è una leggenda per i manifestanti radicali che marciano scandendo: “Siamo il popolo di Mohammed Deif!”.
Teorico di attacchi multipli simultanei e stratega dell’ultima offensiva
Per gli israeliani, Deif è senza dubbio il “Bin Laden” di Gaza, un esperto artificiere che ha imparato tutto dal suo mentore “l’ingegnere”, il famoso Yehia Ayache, assassinato nel 1996. È anche il teorico degli attacchi multipli simultanei – dall’aria e dal sottosuolo – e la mente dietro la strategia dell’ultima offensiva. È stato anche l’uomo che ha industrializzato la fabbricazione dei missili Qassam, l’arma preferita di Hamas. È ancora…
Oggi, dopo l’orrore e la violenza che hanno caratterizzato un’offensiva su larga scala – “senza precedenti nella storia di Israele”, ha detto un generale – Israele non può più lasciare in vita Mohammed Deif, l’anima del “Diluvio di Al-Aqsa”. Questo è uno degli obiettivi dichiarati di una possibile invasione di terra della Striscia di Gaza. Trovare il fantasma, uccidere l’uomo, vendicare le vittime, l’onore e porre fine al mito.