“Che, tenemos Papa”. Con la versione dell’Habemus Papam riadattata in slang argentino apre l’Huffington Post, ma ancora oltre va il Daily Mirror, che con il solito humour britannico riesce a tirare in ballo persino Maradona: “La nueva mano de Dios”, titola il tabloid all’indomani dell’elezione di Papa Francesco, il cardinale argentino Jorge Bergoglio. E non vuole essere da meno il francese Libération: “Habemus Pampa”.
Primo Pontefice latinoamericano (di origini piemonesi), primo Pontefice gesuita, Bergoglio viene descritto dalla stampa internazionale come uomo semplice, vicino ai bisognosi e di tendenza conservatrice. Forse, al di là dell’impressione molto umana e popolare emanata nel corso del primo discorso (piaciuto a molti), fin troppo conservatore. A rilevarlo sono principalmente i giornali sudamericani, come lo stesso argentino Clarìn che sotto al trionfalistico titolo di apertura (“Un día histórico: la Iglesia nombró Papa al argentino Jorge Bergoglio”) rende conto anche delle analisi del brasiliano O Globo e dello spagnolo El Paìs, che ricordano le forti tensioni con il governo di Cristina Kirchner, col quale il cardinale di Buenos Aires ha un “rapporto freddo e distante”, in particolare sulle questioni “dei matrimoni gay, del quale è stato un forte oppositore, e dell’uso del preservativo”.
La presidente dell’Argentina da parte sua, dal Venezuela dove si trovava per l’ultimo saluto a Chavez (il quale, secondo il neo presidente ad interim Nicolas Maduro “ha influenzato la scelta di Dio”), ha fatto sapere all’altro quotidiano principale del Paese, La Naciòn, di accogliere positivamente la nomina di Bergoglio, ritenendola “importante per la regione”, e ha già scritto al connazionale Pontefice che sarà presente alla sua investitura.
L’aspetto geopolitico ricordato dalla Kirchner è quello più enfatizzato dal New York Times, che scrive: “Il Papa ha detto che il futuro della Chiesa si trova nell’emisfero Sud”. Entra invece in dettagli tecnici il francese Le Figaro, che prima ricorda che il nome scelto è “Francesco, e non Francesco I”, poi parla di “rivoluzione nella Chiesa cattolica”, giudicando la nomina di Bergoglio “di assoluta rottura con i Papati precedenti”, e infine indica le tre sfide principali del nuovo Papa: “rimettere ordine nella Curia, rilanciare il grande cantiere dell’evangelizzazione nel mondo e riavvicinarsi ai fedeli”.
“Argentino, ma non gaucho”, scrive ancora Libération, che ricorda le origini modeste del cardinal Bergoglio e sottolinea come sia stato il “grande dimenticato dei bookmaker”: in effetti, era quotato a 30, lontanissimo dai favoriti Scola, Scherer o Ouellet. Per il quotidiano transalpino la sua nomina non è comunque vista benissimo dalla Curia, “all’interno della quale potrebbe fare pulizia”.
E poi c’è il solito delirio su Twitter, dove i commenti sul nuovo Pontefice sono tendenzialmente positivi (sicuramente molto di più di quelli nei confronti del predecessore…). Uno dei primi è proprio quello della stella argentina del calcio, il quattro volte Pallone d’Oro Lionel Messi: “Un Papa argentino! Cuanta felicidad! Francisco me encantaria poder dedicarte el Mundial 2014” ha twittato la Pulga, mentre a proposito di “mano de Diòs” è arrivato anche il commento di Maradona in persona: “Il Papa argentino è un orgoglio e onore per tutti gli argentini. Appena verrò in Italia mi auguro di poter avere un’udienza con lui”.
Infine, l’immancabile omaggio sul sito ufficiale del San Lorenzo de Almagro, storica squadra di calcio argentina di cui Bergoglio è da sempre tifosissimo: “El fanatismo de Francisco por San Lorenzo da la vuelta al mundo”, titola con orgoglio la pagina ufficiale del club, dove compare anche la tessera da socio del cardinale Jorge Mario Bergoglio.