Sette miliardi. Ecco il valore dell’offerta di Telecom Italia su Global Village Telecom in vista di un’aggregazione con Tim Brasil. L’offerta a Vivendi prevede un’operazione in tre fasi: acquisizione per cassa da parte di TIM di una partecipazione di minoranza in GVT; la fusione per incorporazione di GVT in TIM; l’ingresso di Vivendi nel capitale sociale di Telecom Italia tramite sottoscrizione di un aumento di capitale a essa riservato. Come corrispettivo della sottoscrizione, Vivendi conferirebbe a Telecom Italia una quota della partecipazione detenuta in TIM a seguito dell’integrazione con GVT e cassa.
Marco Fossati,azionista di Telecom con una quota del 5% del capitale, esprime in una nota “un giudizio positivo alla fusione di Gvt nella partecipata Tim Brasil e il conseguente riassetto azionario con l’ingresso del socio industriale Vivendi […] Findim Group sosterrà – continua l’imprenditore – tutti gli adempimenti necessari per la riuscita del progetto industriale. Il gruppo – conclude Fossati – auspica che il CdA di Vivendi accolga la proposta di Telecom Italia, preferendo un progetto industriale, realizzabile e che porta con sè valore, con assenza di execution risk, rispetto a una proposta sostanzialmente finanziaria con il chiaro obiettivo di occultare, con offerte economiche generose, un elevato execution risk.
Al termine dell’operazione Vivendi deterrà direttamente il 15% del capitale di TIM post fusione (che sarà controllata da Telecom Italia con una quota del 60% circa) e il 20% circa del capitale ordinario di Telecom Italia (dopo la conversione del convertendo Telecom del novembre 2013). L’offerta complessiva risulta pertanto composta per il 24% circa di cassa e per il 76% circa di azioni, offrendo a Vivendi un importante potenziale upside di valore.
Alle assemblee di Tim e Telecom verrà proposto l’ampliamento del cda con l’ingresso di 2 amministratori designati da Vivendi, con la quale verrà stipulato un patto parasociale e a cui saranno chiesti impegni di standstill e lock up. L’operazione non prevede che Telecom Italia ricorra al mercato mediante aumenti di capitale o l’accensione di appositi finanziamenti. E’ invece previsto un aumento di capitale di TIM, che Telecom Italia, precisa la nota aziendale “ intende sottoscrivere pro quota e che sarà funzionale all’acquisizione iniziale della quota di minoranza in GVT, senza essere condizionante per il perfezionamento dell’operazione”.
L’offerta avrà validità sino al 20 settembre 2014 ed è condizionata al voto favorevole dell’Assemblea Telecom Italia sull’aumento di capitale riservato a Vivendi e all’ottenimento delle autorizzazioni regolatorie e antitrust da parte di CADE, l’autorità brasiliana, Un via libera per cui Telecom si dice” confidente in un favorevole accoglimento dell’iniziativa da parte delle due Autorità”.
Fin qui l’architettura finanziaria di un progetto che ha grandi ambizioni strategiche ed industriali. “ L’obiettivo della partnership – si legge nella nota del gruppo italiano – è la creazione di una nuova realtà leader nei settori ICT e Media & Entertainment, tra di loro sempre più convergenti” che va al di là della costituzione di un soggetto leader sul mercato brasiliano, uno dei più interessanti.
Telecom “intende giocare un ruolo da leader” nello scenario che si sta creando grazie agli investimenti in banda larga ed ultra-larga sia nel fisso che nel mobile. In questa cornice la fusione tra TIM e GVT darebbe vita a un primario operatore integrato, “in grado di beneficiare di importanti sinergie e generare un rilevante valore per tutti gli azionisti coinvolti”. Da una parte TIM Brasil, secondo operatore mobile e leader nel segmento del prepagato nel Paese latinoamericano, porta più di 73,4 milioni di clienti ed una quota di mercato pari al 27,9%, con un fatturato annuo di circa 7 miliardi di euro. Dall’altra Gvt è presente sia nei servizi di rete fissa, broadband e nella Pay TV, coprendo 20 dei 27 stati della Federazione Brasiliana, per un totale di 151 città a fine 2013 con una base di 7,2 milioni di clienti.
Ma la chiave della possibile intesa sta a monte, ovvero nelle due società madri. Telecom Italia intende investire 14 miliardi di euro “nello sviluppo della ultra-broadband come priorità strategica”sia in Italia che in Brasile. Vivendi, uno dei leader mondiali nel panorama dei contenuti e dei media grazie a Gruppo Canal+, StudioCanal, e Universal Music Group “dispone della capacità di valorizzare al meglio queste opportunità”.
Fin qui l’offerta di Telecom che Vincent Bolloré, presidente della società transalpina, ha già definito “interessante” anche perché offre a Vivendi l’occasione per rientrare nel mondo delle tlc da cui è uscito con la cessione della maggioranza di Sfr volda uta dall’ex presidente Jan Marc Fourtou e da buona parte del board ancora in carica. Sarà sufficiente il carisma di Bolloré, socio numero due di Mediobanca, a far pendere l’ago della bilancia dalla parte di Telecom Italia? L’alternativa è rappresentata dall’offerta di Telefonica, ritoccata verso l’alto: 7,45 miliardi di euro, parte in contanti (4,663 miliardi ) parte in azioni di nuova emissione pari al 12% di Telefonica Brasil dopo che questa si sarà fusa con Gvt.
Oltre a ribadire l’offerta, nel caso il gruppo francese “sia interessato”, della loro quota dell’8,3% in Telecom Italia. I due dossier saranno discussi oggi dal consiglio di Vivendi che, salvo sorprese, dovrebbe rinviare la decisione e che, nel frattempo, ha già reclutato tre advisor (Goldman Sachs, Crédit Suisse e Lazard) per valutare le due offerte. O una terza via: tenersi stretta Gvt, l’oggetto di tanti desideri. La partita a tre (Parigi, Milano e Madrid) per la conquista di un posto sotto il sole di Rio continua. Difficile che possa inserirsi il quaro incomodo: Zeimal Bava, patron di Oi, la società in odore di fusione con Portugal Telecom, che ieri ha sbandierato l’intenzione di lanciare un’offerta su Tim Brasil, dietro cui in Telecom si vede l’ombra di Cesar Alierta, che resta un osso duro.
L’offerta di Telefonica, viene poi precisato, scade domani, 29 agosto 2014, “salvo che l’offerente decida di ampliare il periodo di vigenza della proposta o salvo che Vivendi opti per sottoscrivere un contratto di esclusiva con il gruppo spagnolo, della durata di tre mesi”.