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Gustus 2024: Tai Rosso, il vino dei colli Berici imparentato con Cannonau e Grenache, di scena a Vicenza

Noto anche come Tocai rosso, è un vitigno che ha saputo attraversare secoli e confini e racconta una storia di viaggi e scoperte. Le sue origini sono avvolte nel mistero. L’evento offrirà degustazioni, WineLab e musica, esplorando anche il Gambellara e le eccellenze vinicole locali

Gustus 2024: Tai Rosso, il vino dei colli Berici imparentato con Cannonau e Grenache, di scena a Vicenza

Avrà un focus particolare sul Tai Rosso e sul Gambellara, due gemme del panorama vitivinicolo locale la 14esima edizione di Gustus – Vini e Sapori di Vicenza, punto di riferimento per gli amanti del vino, che si svolgerà il 5 e 6 ottobre 2024 presso il Conservatorio “Arrigo Pedrollo” di Vicenza.

Tai Rosso: chiamato anche “uva del marangon” perché portato in Veneto da un falegname di Nanto che aveva militato nell’esercito austriaco nel XIX secolo

Il Tai Rosso, noto anche come Tocai rosso, è un vitigno che ha saputo attraversare secoli e confini per trovare il suo regno ideale sui Colli Berici. Con una genetica che lo collega al Cannonau sardo, al Grenache francese e alla Garnacha spagnola, questo vitigno racconta una storia di viaggi e scoperte. Le sue origini sono avvolte nel mistero, ma alcuni resti di vinaccioli ritrovati in Sardegna e datati 3200 anni fa suggeriscono che il Tai Rosso possa essere uno dei vini più antichi del Mediterraneo. Oggi, il Tai Rosso è coltivato globalmente, da Australia e Nord America, ma il suo cuore pulsante resta il bacino del Mediterraneo, in particolare il sud della Francia, l’est della Spagna e, naturalmente, la Sardegna.

Resti di vinaccioli trovati in Sardegna datati 3200 anni fa suggeriscono che possa essere uno dei vini più antichi del Mediterraneo

Sui Colli Berici, il Tai Rosso è molto più di un semplice vitigno; è una vera e propria icona. Le leggende locali narrano che un falegname di Nanto, di ritorno dal servizio militare con l’esercito austriaco all’inizio del XIX secolo, portò con sé questo prezioso grappolo, che da allora è diventato noto come “uva del marangon” (uva del falegname). Altre teorie sostengono che le sue origini possano risalire ai Cardinali di Vicenza, che durante lo scisma papale potrebbero aver introdotto talee di Grenache dalla Francia. Oggi, il Tai Rosso è rinomato per la sua qualità e la sua storia, specialmente nella zona di Barbarano, dove è stato oggetto di studi e sperimentazioni viticole fin dal XX secolo.

Il Tai Rosso è un vitigno che ama il sole e il calore, prosperando sui terreni magri e secchi dei Colli Berici. Tradizionalmente coltivato a pergola, oggi molti produttori adottano tecniche moderne come il guyot o il cordone speronato per ottimizzare la sua vigoria e garantire una qualità costante. Resistente ai venti e alla siccità, il Tai Rosso richiede però attenzione per le sue potenziali vulnerabilità a malattie come la colatura e la flavescenza dorata. Con grappoli grandi e compatti, acini blu-violetto, dà vita a vini di un intenso colore rosso e un aroma avvolgente. La sua struttura può variare da leggera a media, mentre il profilo organolettico si caratterizza per freschezza e fruttato, arricchito da sottili note di spezie e un finale persistente. Resistente a venti e siccità, il Tai Rosso necessita però di attenzione per evitare malattie come la colatura e la flavescenza dorata.

Durante Gustus, il Tai Rosso sarà il protagonista del primo WineLab, in programma sabato 5 ottobre alle 18.00. Simon Staffler, responsabile editoriale per l’Italia della rivista Falstaff, guiderà questa sessione, esplorando le interpretazioni moderne e affascinanti di questo vitigno storicamente radicato nella tradizione vinicola vicentina.

Gambellara: un tesoro della tradizione vitivinicola vicentina

Il Gambellara, con il suo colore che varia dal paglierino al dorato a seconda della vinificazione e della posizione dei vigneti, è un altro protagonista di spicco dell’evento. Il suo profumo delicato e fruttato, con sentori di frutta bianca matura e fiori bianchi, si traduce in un sapore asciutto e secco, armonico e leggermente amarognolo, tipico dell’uva Garganega.

Le colline di Gambellara, già coltivate con viti “a palo secco” nel XIII secolo, hanno visto l’introduzione della Garganega nel ‘500, che gradualmente ha sostituito il vitigno tradizionale. Oggi, il Gambellara è un simbolo di qualità e tradizione, continuando a rappresentare un’eccellenza nella viticoltura vicentina.

Durante Gustus, il Gambellara sarà il protagonista del secondo WineLab, previsto per domenica 6 ottobre alle 18.00. Massimo Zanichelli, degustatore professionista e wine writer, guiderà questa sessione, offrendo un viaggio attraverso le varie espressioni di questo vino, dalle versioni più mosse ai metodi classici, e mettendo in luce le peculiarità della Garganega.

Un weekend di degustazioni e cultura

Gustus 2024 non è solo un evento per gli appassionati di vino, ma anche una celebrazione della cultura locale. I visitatori avranno la possibilità di assaporare oltre 100 etichette provenienti da più di 30 aziende vitivinicole, rappresentative delle DOC dei Colli Berici, Vicenza e Gambellara. L’esperienza sarà arricchita dalle performance musicali degli studenti del Conservatorio, che accompagneranno il percorso di degustazione.

Dettagli e biglietti

L’evento sarà aperto al pubblico dalle 17.00 alle 22.00 il sabato e dalle 17.00 alle 21.00 la domenica. I biglietti sono già disponibili in prevendita al prezzo di 20 euro e possono essere acquistati anche in loco al costo di 25 euro. I soci delle associazioni AIS, Onav, Fisar, Fis e Slow Food beneficeranno di uno sconto di 5 euro. Il biglietto include un calice per degustazioni e un piatto di specialità gastronomiche. La partecipazione ai WineLab è su prenotazione, al costo di 15 euro ciascuno.

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