L’Ucraina è stata colpita da un grave incidente (quasi un atto terroristico più che di guerra) che ha coinvolto la diga di Kakhovka, nella regione di Kherson. Secondo le autorità ucraine, la diga è stata fatta saltare in aria dalle forze russe, provocando un’alluvione e mettendo a rischio migliaia di persone. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che si tratta di un atto di sabotaggio operato dai russi mentre il Cremlino nega e accusa, invece, Kiev.
Secondo il capo del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale Oleksii Danilov, citato dal media ucraino Liga: “La diga della centrale idroelettrica di Kakhovka nell’oblast di Kherson è stata fatta saltare in aria dalla 205ma brigata di fanteria motorizzata russa“.
Il ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba, in un tweet ha dichiarato che “La Russia ha distrutto la diga di Kakhovka, causando probabilmente il più grande disastro tecnologico in Europa degli ultimi decenni e mettendo a rischio migliaia di civili. Questo è un atroce crimine di guerra. L’unico modo per fermare la Russia, il più grande terrorista del XXI secolo, è cacciarla dall’Ucraina”.
40.000 persone in pericolo, 24 villaggi allagati
Secondo le autorità ucraine, la diga è stata completamente distrutta a causa dell’esplosione della sala macchine dall’interno. Il governo ucraino parla di disastro e di migliaia di persone in pericolo, tanto che è cominciata l’evacuazione di chi si trova nell’area più a rischio. La rottura della diga ha portato all’allagamento di ventiquattro villaggi tra cui Tyaginka, Lvovoe, Otradokamenka (distretto di Berislavsky), Ivanovka, Nikolskoye, Tokarevka, Ponyatovka, Belozerka, il microdistretto di Ostrov (distretto di Kherson). Avviata l’evacuazione di oltre 40.000 persone. Le operazioni di salvataggio sono complicate poiché “circa 25.000 persone si trovano nella zona controllata dai russi” ha dichiarato la vice procuratrice generale dell’Ucraina, Viktoriya Lytvynova, in diretta tv.
Mosca nega e accusa Kiev di sabotaggio
Il Cremlino ha negato le accuse ucraine sostenendo, invece, che sia stato un sabotaggio di Kiev. La notizia del crollo della diga è stata confermata dal ministero delle emergenze russo che ha, però, accusato Kiev di averla bombardata di proposito. Secondo un corrispondente dell’agenzia russa Ria Novosti sul posto, le forze ucraine avrebbero continuato a bombardare l’area della diga con l’artiglieria. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha parlato di “sabotaggio” che “potrebbe avere conseguenze molto negative per decine di migliaia di residenti della regione, conseguenze ambientali e di altra natura che devono ancora essere accertate”. Peskov ha evidenziato che l’azione a parte di Kiev sarebbe stata compiuta anche perché è fallita “l’offensiva su larga scala” lanciata due giorni fa dalle sue forze, con le operazioni che hanno raggiunto una situazione di “stallo”. Al momento, per Mosca, non ci sarebbe pericolo per la popolazione nella regione. La diga di Kakhovka è un impianto strategico per il rifornimento di acqua alla Crimea, regione annessa alla Russia. Dopo l’invasione del febbraio 2022, l’esercito russo controlla la regione dove è ubicata la diga.
“Purtroppo, la Russia controlla la diga e l’intera centrale idroelettrica di Kakhovka da più di un anno. È fisicamente impossibile farla esplodere in qualche modo dall’esterno, con un bombardamento. È stata minata. È stata minata dagli occupanti russi e fatta saltare in aria da loro” ha ribadito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parlando ai partecipanti riuniti a Bratislava, in Slovacchia, per il Vertice dei nove di Bucarest, associazione di nove paesi dell’Europa centrale e orientale (Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Slovacchia).
Preoccupazioni anche per la centrale nucleare di Zaporizhzhia
Il crollo della diga ha sollevato preoccupazioni anche per la centrale nucleare di Zaporizhzhia, che utilizza l’acqua del fiume Dnipro per raffreddare i reattori. I danni provocati alla diga di Kakhovka “potrebbero avere conseguenze negative per la centrale nucleare di Zaporizhzhia, ma la situazione è sotto controllo“, ha affermato l’operatore nucleare ucraino Energoatom. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) ha dichiarato che non vi è alcun pericolo nucleare immediato, ma sta monitorando da vicino la situazione.
Sostegno dall’Unione Europea
L’Unione Europea ha offerto il proprio sostegno all’Ucraina e si è dichiarata pronta a fornire aiuti immediati. “Restiamo in contatto con le autorità ucraine per garantire l’assistenza immediata dell’Ue. Il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze della Commissione europea (ERCC) sta monitorando attivamente la situazione ed è in stretto contatto con il Servizio di emergenza dello Stato ucraino. L’Ucraina può richiedere assistenza nell’ambito del Meccanismo di protezione civile dell’Ue (UCPM): siamo pronti a rispondere a qualsiasi necessità immediata, compresi cibo e acqua potabile” così in una nota Josep Borrell e il Commissario per la gestione delle crisi Janez Lenarčič. Nel frattempo, il governo ucraino ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell’ONU per affrontare la situazione.
Cardinale Zuppi ricevuto da Zelensky
Nel corso della giornata è avvenuto anche l’incontro tra il cardinale Matteo Zuppi, inviato dal papa come unico interlocutore per Russia e Ucraina e il presidente Volodymir Zelensky. L’incontro sarebbe stato molto cordiale. “Sincero, cordiale e importante” è stato il commento del nunzio apostolico a Kiev, Visvaldas Kulbokas. “Il cardinale è stato molto grato per l’attenzione e per un colloquio importante volto a cogliere il pensiero e le riflessioni sulla situazione” politica e sulle possibilità umanitarie in Ucraina, “sulle quali dovrà poi riflettere insieme al Santo Padre”, ha detto monsignor Kulbokas ai giornalisti presenti davanti alla nunziatura di Kiev dove ha soggiornato il cardinale. Zelensky e Zuppi avrebbero discusso su alcuni punti chiave per procedere nella direzione di una dialogo stabile e concreto. Su Telegram, il presidente ucraino è intervenuto per raccontare la riunione: “Ho incontrato il cardinale Matteo Zuppi, inviato speciale di papa Francesco. Abbiamo discusso della situazione in Ucraina e della cooperazione umanitaria nel quadro della Formula di pace ucraina. Solo sforzi congiunti, isolamento diplomatico e pressioni sulla Russia possono influenzare l’aggressore e portare una giusta pace in terra ucraina” dice Zelensky. “Chiedo alla Santa Sede di contribuire all’attuazione del piano di pace ucraino. L’Ucraina accoglie con favore la disponibilità di altri stati e partner a trovare vie per la pace, ma poiché la guerra è sul nostro territorio, l’algoritmo per raggiungere la pace può essere solo ucraino” ha dichiarato il presidente precisando anche che non basterà un “cessate il fuoco” per portare alle pace nella regione. La missione del cardinale Zuppi proseguirà durante la giornata odierna con altri incontri al termine dei quali verranno riferiti al Papa gli esiti della missione in Ucraina e i passi che verranno compiuti nelle settimane successive.