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Guerra Russia-Ucraina, sale la tensione sul campo e fuori: anche la Cina non firma dichiarazione G20 sulla guerra

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Continua il rimpallo di accuse tra Russia e Ucraina. Kiev definisce “una provocazione” le affermazioni di Mosca secondo cui un gruppo di “sabotatori ucraini” sarebbe entrato oggi nella regione russa di Bryansk, ma il Cremlino insiste e sostiene che si tratta di “un attacco di terroristi” a seguito di infiltrazioni di “sabotatori ucraini”, ma che ora la situazione è “sotto il controllo delle forze dell’ordine russe”. Mentre la guerra si intensifica sul campo, dopo l’attacco notturno con missili a Zaporizhia. Mosca, parla di un “massiccio attacco” di droni sventato sulla Crimea – dopo quelli caduti ieri sulla regione di Krasnodar, sul Mar Nero, e su quella di Kolomna -, Kiev da parte sua nega attacchi sul territorio russo (anche se non riconosce come tale quello della Crimea) e rilancia: “Nel Mar Nero 5 portaerei russe armate con missili Kalibr”. Sempre più difficile la situazione a Bakhmut, tanto che la città sembra essere prossima alla capitolazione. E intanto Mosca paventa il rischio di una guerra nucleare su larga scala come conseguenza dell’aiuto occidentale all’Ucraina.”C’è rischio di uno scontro diretto tra potenze nucleari”. Ecco le ultime novità sulla guerra in Ucraina.

La guerra in Ucraina infiamma il fronte della Moldavia

Negli ultimi giorni la tensione in Moldavia sta salendo, inasprendo ancora di più lo scenario internazionale della guerra in Ucraina, dopo il tentativo da parte dei manifestanti filorussi di fare irruzione nella sede del governo. Si teme la possibilità che la Russia possa intervenire nel Paese, vista una sua presenza militare in Transnistria.

Mosca paventa (ancora) il rischio di uno scontro tra potenze nucleari

Gli Usa e la Nato stanno “fomentando ulteriormente il conflitto in Ucraina e attorno” a questo Paese e il loro “crescente coinvolgimento” porta il rischio di “uno scontro militare diretto tra potenze nucleari con conseguenze catastrofiche”. Lo ha detto il viceministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov alla Conferenza sul disarmo a Ginevra aggiungendo che “la Russia sarà costretta a rispondere ai test nucleari se gli Usa decideranno di condurli”. Secondo il vice di Sergei Lavrov, “la situazione intorno al Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari (Ctbt) desta crescente preoccupazione” e scarica la responsabilità del fatto che non sia entrato in vigore da più di un quarto di secolo sugli Stati Uniti, “che con aria di sfida si sono rifiutati di ratificarlo e stanno mostrando un’evidente propensione a riprendere i test”.

Breve incontro Blinken-Lavrov a margine del G20

Non era previsto ma alla fine il ministro degli Esteri russo Lavrov e il segretario di Stato americano Antony Blinken hanno conversato “10 minuti”, a margine del G20 dei ministri degli esteri a Delhi. Il primo incontro dall’inizio della guerra. Come riporta l’Ansa Blinken avrebbe ribadito a Lavrov l’impegno degli Usa a sostenere l’Ucraina, facendo pressione sulla Russia affinché revochi la sua decisione di sospendere il trattato nucleare New START e sollecitando il rilascio del prigioniero statunitense Paul Whelan. Anche il ministero degli Esteri russo ha confermato l’incontro, spiegando che Lavrov ha “conversato brevemente” con Blinken ma “non ci sono stati negoziati”.

Il G20 resta spaccato sul tema del conflitto russo-ucraino

Nell’incontro di oggi, giovedì 2 marzo, a Nuova Delhi, “la maggior parte dei membri” del G20 “ha condannato fermamente la guerra in Ucraina” ed ha sottolineato che “sta causando immense sofferenze umane e aggravando le fragilità esistenti nell’economia globale: limitazione della crescita, aumento dell’inflazione, aumento dell’insicurezza energetica e alimentare e aumento dei rischi per la stabilità finanziaria”. È quanto si legge nel documento riassuntivo sulla ministeriale Esteri diffuso dalla presidenza indiana, in assenza di una dichiarazione congiunta impedita dalle differenti posizioni tra le parti. “Ci sono stati altri punti di vista e diverse valutazioni della situazione e sulle sanzioni”, si legge nel documento.

La Cina e, ovviamente, la Russia sono gli unici due Paesi che si sono rifiutati di firmare la dichiarazione dei ministri degli Esteri del G20 in India, in cui si chiede il “ritiro completo e incondizionato della Russia dal territorio dell’Ucraina”.

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