Continua ad aggravarsi il bilancio dei morti a seguito dell’attacco a sorpresa organizzato da Hamas contro Israele, che ha coinvolto centinaia di migliaia di razzi e attacchi di terra.
Il numero delle vittime causate dai raid di Hamas, comprese quelle del terribile massacro al rave party israeliano alla frontiera, è salito a oltre 800 persone. Circa 2.500 persone sono rimaste ferite, molte delle quali in condizioni gravi, e centinaia sono ancora disperse.
Tel Aviv e Gerusalemme sembrano essere diventate città fantasma, con la popolazione barricata in casa a causa dell’incessante pioggia di razzi subita sabato scorso. Israele si sta barricando, molte compagnie aeree stanno cancellando i voli da e per l’aeroporto Ben Gurion, causando difficoltà ai turisti di lasciare il paese.
Sul fronte palestinese, nella Striscia di Gaza, il numero dei morti a causa degli attacchi intensi dell’aviazione israeliana ha superato le 500 vittime, tra civili e miliziani, con oltre 2.300 feriti.
Colpiti 500 obiettivi di Hamas, scoperti 80 terroristi
L’esercito israeliano continua a colpire numerosi obiettivi di Hamas. “Durante la notte, aerei da combattimento, elicotteri, aerei e artiglieria hanno colpito più di 500 obiettivi dei terroristi di Hamas e della Jihad islamica”, ha affermato l’esercito in un comunicato.
In mattinata, le forze di difesa israeliane hanno scoperto 80 terroristi nel territorio del Paese, identificati come membri di Hamas che sono entrati in Israele durante la notte tra venerdì e sabato.
I combattimenti, intanto, proseguono in sei diverse località lungo il confine con Gaza, tra cui Be’eri, Kfar Aza, Nirim e Alumim.
In alcune località, come Sderot, gli scontri sono ripresi, in particolare vicino alla stazione di polizia precedentemente occupata dai terroristi e successivamente liberata dalle forze israeliane. Un altro punto critico è il kibbutz di Melfasim. Israele ha annunciato di aver ristabilito il controllo su 22 comunità che erano state attaccate da membri di Hamas, Jihad islamica e Brigate dei Martiri di al Aqsa. I miliziani, insieme a elementi indipendenti di Gaza, sono entrati in Israele da 29 punti diversi attraverso uno dei confini più fortemente sorvegliati al mondo, dopo aver superato la barriera di protezione che separa la Striscia da Israele. Una penetrazione nel territorio che ha generato imbarazzo per un paese che ha fatto della sicurezza il suo punto di forza.
Hamas ha affermato di aver lanciato “un massiccio attacco missilistico con 100 razzi” su Ashkelon nel sud di Israele.
Pronta l’offensiva via terra contro Hamas
Israele, spiega il Washington Post, sarebbe pronto ad avviare un’ampia operazione via terra contro Hamas a Gaza entro le prossime 24-48 ore. Lo Stato ebraico avrebbe richiesto agli Stati Uniti supporto, tra cui missili per l’Iron Dome, bombe di piccolo diametro, munizioni per mitragliatrici e una maggiore cooperazione nella condivisione di informazioni di intelligence.
La principale preoccupazione legata a un possibile attacco via terra a Gaza è la presenza di oltre 100 ostaggi israeliani nelle reti di tunnel e nelle abitazioni controllate dalle tre fazioni armate palestinesi. La sorte di questi ostaggi è incerta e sta generando tensioni in Israele, soprattutto a causa delle proteste dei loro familiari che accusano le autorità di averli “abbandonati”. I social media sono pieni di richieste di informazioni e assistenza riguardo a questa situazione.
Gaza sotto bombardamento. Stop a cibo, elettricità e benzina
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha ordinato “l’assedio completo” della Striscia di Gaza: “Ho ordinato il completo assedio: non ci sarà elettricità, nè cibo, nè benzina. Tutto è chiuso”. Interrotte anche le forniture d’acqua. “Stiamo combattendo animali umani e ci comporteremo di conseguenza”, ha aggiunto Gallant dopo una consultazione di sicurezza al Comando Sud di Beersheba.
In giornata, aerei israeliani hanno bombardato il mercato ortofrutticolo di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza, luogo solitamente molto affollato. 50 i morti secondo fonti locali. Dopo l’attacco al mercato e altri attacchi a edifici circostanti da parte dell’aviazione, molti residenti hanno evacuato Jabalya e si sono diretti verso l’ospedale al-Shifa di Gaza City, nella speranza che l’ospedale non venga bombardato.
Tensione anche nel Nord di Israele dove l’esercito israeliano ha ucciso alcuni uomini armati che si erano infiltrati dal Libano nel territorio. “Soldati dell’esercito israeliano hanno ucciso alcuni sospetti armati che si erano infiltrati nel territorio israeliano dal territorio libanese” ha informato un portavoce militare di Israele.
In arrivo supporto dagli Stati Uniti
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha attivato la clausola di guerra, bypassando l’approvazione del governo e del gabinetto e assumendo i poteri di comando. In un messaggio pubblico sul suo account, Netanyahu ha dichiarato che la guerra è stata “imposta da un attacco omicida di Hamas”. La prima fase della guerra, secondo Netanyahu, mira alla “distruzione della maggior parte delle forze nemiche” che si sono infiltrate in Israele e hanno causato vittime tra civili e soldati.
Nel frattempo, Stati Uniti e Israele stanno discutendo la possibilità di assistenza militare. Un funzionario dell’amministrazione americana ha riferito che un annuncio da parte degli Stati Uniti potrebbe avvenire presto, ma ha osservato che la situazione al Congresso, dove la Camera è attualmente senza un leader, potrebbe complicare la questione. Intanto, una portaerei statunitense è diretta verso il Mediterraneo.
L’amministrazione Biden spinge anche però per una normalizzazione dei rapporti fra Arabia Saudita e Israele (uno dei motivi scatenanti dell’offensiva di Hamas).
Nulla di fatto al Consiglio di Sicurezza Onu
Niente da fare al Consiglio di Sicurezza Onu, riunitosi d’emergenza a porte chiuse. Alcuni membri del Consiglio hanno condannato l’attacco massiccio di Hamas contro Israele, ma non è stata raggiunta unanimità per una dichiarazione congiunta.
“Ci sono un buon numero di Paesi che hanno condannato gli attacchi di Hamas. Ovviamente non sono tutti”, ha detto ai giornalisti il diplomatico americano Robert Wood dopo la sessione a porte chiuse, sottolineando che si tratta di una “situazione fluida e molto pericolosa, speriamo che non peggiori”.
Gli Usa avevano invitato tutti i membri del Consiglio di Sicurezza Onu a “condannare fortemente” l’offensiva di Hamas.
Intanto, la missione iraniana presso le Nazioni Unite ha dichiarato che Teheran non è coinvolta negli attacchi di Hamas a Israele. “Le misure risolute adottate dalla Palestina costituiscono una difesa del tutto legittima contro sette decenni di occupazione oppressiva e crimini efferati commessi dall’illegittimo regime sionista”, ha dichiarato la missione iraniana alle Nazioni Unite.