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Guerra dei dazi tra Ue e Cina, la tensione sale: la risposta di Pechino alla stangata di Bruxelles e i rischi per le auto europee (ma non solo)

L’aumento dei dazi Ue sulle auto elettriche cinesi scatena la ritorsione da parte di Pechino, con nuovi dazi sulla carne di maiale e possibili misure sul settore automobilistico. Lo scontro politico-commerciale tra Europa e Cina si allarga

Guerra dei dazi tra Ue e Cina, la tensione sale: la risposta di Pechino alla stangata di Bruxelles e i rischi per le auto europee (ma non solo)

Una guerra dei dazi è scoppiata tra l’Unione europea e la Cina. Dopo che la scorsa settimana Bruxelles ha deciso di incrementare i dazi sulle importazioni delle auto elettriche cinesi, con aumenti fino al 38%, portando il totale fino al 48,1%, lo scontro con Pechino si intensifica. In attesa di una (ormai) probabile risposta cinese che aumenti i dazi sulle auto europee, (con i produttori cinesi di auto elettriche che hanno chiesto a Pechino di adottare le “misure più severe” possibili, con inclusi dazi del 25% sulle auto di grande cilindrata provenienti dall’Ue), intanto come ritorsione, il ministero del Commercio cinese ha avviato un’indagine anti-dumping sui prodotti a base di carne di suino importati dall’Ue.

I nuovi dazi alle auto elettriche cinesi

La Commissione europea ha deciso di aumentare i dazi sulle auto cinesi in risposta a mesi di indagini che hanno evidenziato pratiche di concorrenza sleale da parte dei produttori cinesi. Questi beneficiavano di sussidi pubblici che consentivano loro di vendere veicoli a prezzi inferiori ai costi di produzione, danneggiando i produttori europei.

Attualmente, le auto importate dalla Cina in Europa sono tassate al 10%, mentre le auto europee importate in Cina sono soggette al 15% di dazio. I nuovi dazi europei, previsti dalla Commissione, potranno aggiungere fino al 38% ai veicoli cinesi, portando il totale massimo al 48,1%. Questi dazi varieranno per produttore: Byd affronterà un aumento del 17,4%, Geely del 20%, e Saic del 38,1%. Gli altri produttori cinesi che hanno collaborato all’indagine affronteranno un dazio medio ponderato del 21%, mentre sarà del 38,1% per quelli che non hanno collaborato.

Le nuove tariffe colpiranno anche produttori occidentali che assemblano modelli in Cina, come Bmw con la iX3 e le Mini, Mercedes con i nuovi modelli Smart, Renault con la Dacia Spring elettrica e Tesla che spedisce le Model 3 da Shanghai verso l’Europa. I nuovi dazi europei saranno temporanei, retroattivi, entreranno in vigore a luglio e rimarranno in vigore per cinque anni, soggetti alla ratifica degli Stati membri entro il 2 novembre.

La risposta cinese: a breve dazi sulle auto europee al 25%

Gli analisti avevano previsto che la Cina avrebbe risposto agli aumenti dei dazi europei con misure simili, aumentando le tariffe sulle importazioni di auto europee dal 15% al 25% e applicando nuove tariffe su altri beni. I produttori cinesi di auto elettriche hanno pressato Pechino per adottare misure severe, incluso appunto l’imposizione di dazi del 25% sulle auto di grande cilindrata provenienti dall’Ue.

In un incontro a porte chiuse tenutosi martedì al ministero del Commercio di Pechino, quattro produttori di auto cinesi, sei europei e rappresentanti di organismi industriali e di ricerca hanno avanzato queste richieste. In particolare, è stato suggerito di applicare tariffe provvisorie più elevate sulle auto a benzina di grande cilindrata importate dall’Europa, conformemente alle norme dell’Omc, fino al 25%, in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio.

Secondo quanto riportato, le aziende cinesi hanno criticato l’Ue per l’abuso dei suoi poteri investigativi nel dilatare arbitrariamente l’ambito delle indagini, arrivando a chiedere dettagli sulla tecnologia delle batterie cinese durante le indagini antisovvenzioni.

Ma intanto la Cina si vendica: dazi alla carne di maiale Ue

La Cina, intanto, ha risposto ai nuovi dazi annunciati da Bruxelles con l’avvio di un’indagine antidumping sulle importazioni di prodotti a base di carne di maiale provenienti dall’Ue.

L’indagine, aperta su richiesta di un’associazione locale a nome dell’industria suina nazionale, riguarda sia la carne fresca che quella surgelata, nonché frattaglie e altri sottoprodotti di maiale. Copre un periodo di valutazione dei danni industriali di quattro anni, dal 2020 al 2023, e potrebbe essere estesa per sei mesi oltre al periodo di un anno previsto inizialmente. Secondo il ministero del Commercio cinese, Bruxelles ha venti giorni per rispondere alla questione. Le industrie cinesi, spiega il portavoce del ministero, “hanno il diritto di chiedere l’apertura di indagini su sovvenzioni e misure anti-dumping, che le autorità competenti esamineranno in conformità alla legge. L’indagine stabilirà se i prodotti europei siano venduti a un prezzo che non rispecchia in modo accurato i costi di produzione”.

La decisione di imporre dazi sulle carni di maiale potrebbe rappresentare solo la prima di una serie potenziale di misure di ritorsione contro l’Unione europea, come suggerito da fonti industriali cinesi che hanno menzionato anche l’automobile come prossimo bersaglio.

Pechino aveva comunicato alle istituzioni dell’Ue che i dazi proposti avrebbero danneggiato gli interessi dell’Europa, esprimendo condanna nei confronti del “protezionismo” dell’Unione Europea.

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