Mediaset chiama, Tim risponde. Sulla rete unica e i possibili partner per il progetto, l’Ad di Tim Luigi Gubitosi ha scelto Cernobbio per replicare al Biscione che, nei giorni scorsi, si era detto interessato ad entrare nell’affaire qualora venisse modificata la Legge Gasparri che fissa i limiti agli incroci tra media e tlc. Un’uscita che aveva fatto balzare l’interesse sulla società televisiva dopo la decisione della Corte Ue che ha dato ragione a Vivendi ritenendo, appunto, che i paletti stabiliti da Agcom e dalla legge italiana non siano compatibili con quella europea.
“Non mi è evidente il vantaggio di un fruitore di contenuti a partecipare“, è dunque la risposta con la quale Gubitosi ha gelato le attese di un risiko trasversale sulla rete unica. “Non credo che questo toccherà il progetto direttamente almeno in tempi ragionevolmente brevi”, ha detto Gubitosi. “Se Netflix dicesse che vuole comprare il 2%, per esempio, questo verrà valutato ma non mi è evidente il vantaggio di un fruitore a partecipare”, ha detto Gubitosi, estendendo per analogia il concetto a Mediaset o alla Rai. “Anche se il tema della rete unica è in questa fase ‘suggestivo’ – ha concluso riferendosi alla decisione della Corte Ue – l’accordo sulla rete unica è precedente e non ha collegamento con questa tematica”.
Quanto ad Enel, “non ci sono chiusure di principio a nessuno ma ha sempre detto che se ci fosse stato un partner industriale non le sarebbe interessato fare il partner di minoranza” ha affermato ancora Luigi Gubitosi rispondendo ad una domanda sull’ipotesi che Enel, azionista di Open Fiber al 50%, possa entrare direttamente nella compagine azionaria della società della rete unica. “Se le interessasse si valuterebbe anche quello”.
Diplomaticamente Francesco Starace, Ceo di Enel, aveva glissato poco prima su una analoga domanda nel corso di una precedente conferenza stampa sull’economia circolare e il suo potenziale per la crescita. “A noi interessa cablare, il resto meno. Si vede dai ranking quanto l’Italia sia in ritardo in tema di connettività”.
Sulla governance Gubitosi ha precisato che nella società “non vogliamo avere il controllo, la governance sarà condivisa“, con “una presenza molto forte dello Stato tramite Cdp“. Quanto ai tempi per gli accordi contrattuali con Cdp, la previsione dell’Ad è che “saranno veloci”. Gli altri potenziali partner? “Alcuni operatori importanti si sono dichiarati favorevoli a questo modello, nel caso di Fastweb non solo entrerà in coinvestimento ma anche nel capitale, ci aspettiamo che lo facciano anche altri”. Sky, Vodafone e WindTre , va ricordato, hanno espresso il loro interesse a condizione che venga garantita l’assoluta indipendenza di AccessCo.
Secondo uno studio realizzato da The European House – Ambrosetti su incarico di Tim e presentato a Cernobbio , il dispiegamento della banda ultra larga in Italia può attivare fino a 180 miliardi aggiuntivi di Pil entro il 2030. I benefici abilitati dalla connettività – spiega il dossier – sono trasversali a tutti i settori economici e alla societa”.