Anche il calcio d’estate – per solito pigro succedano per tossici pallonari in astinenza – sa essere suggestivo. Pep Guardiola si siederà oggi per la prima volta sulla panchina dell’Allianz Arena e, come se non bastasse, di fronte a sè non troverà una squadra qualunque, una qualche avversaria di asettico prestigio, ma la “sua” squadra, quel Barcellona in cui è nato è cresciuto sia come giocatore che come allenatore, scrivendo, nel corso di quasi trent’anni, una delle storie d’amore più vincenti e felici della storia del calcio.
Ma anche le storie d’amore più belle (forse soprattutto quelle), finiscono con strepiti e lanci di piatti: le recenti polemiche con Rosell e Villanova e quell’accusa, infame, di aver abbandonato l’amico nel momento del bisogno, quella della malattia, che disegna una macchia scura e indefinita su uno degli impeccabili abiti grigi del lindo Pep.
L’amico “abbandonato” Tito Villanova non siederà più sulla panchina degli ospiti. Le sue dimissioni sono una notizia recente e triste, presto triturata dal dilagare delle indiscrezioni sul suo sostituto, chiuse ieri con l’assunzione dell’idolo di Messi Tata Martino. Il nuovo allenatore, però, non è stato ancora presentato ufficialmente e oggi sulla panchina dei catalani siederà l’assistente Jordi Roura.
Tutti gli occhi saranno puntati su Guardiola, e sicuramente le telecamere (la partita sarà trasmessa in diretta da Sky alle 18 e 30) scruteranno il suo volto lungo e perturbabile per scovare la traccia esteriore delle emozioni che si agiteranno nl cuore del nuovo allenatore del Bayern, cercando la commozione in ogni stretta di mano e in ogni abbraccio scambiato con i suoi ex calciatori.
Non si può, però, ridurre tutto a quest’unico argomento: il gran galà dell’Allianz Arena è il tappeto verde sul quale sfileranno le due squadre più forti degli ultimi anni. Bayern e Barcellona mostreranno i gioielli nuovi che le adornano e tutta la loro orgogliosa bellezza, cercando di capire chi sono. E forse solo poi qualcuno si fermerà a guardare indietro, verso tutto ciò che è già stato.