“Clessidra cavallo di Troia di Berlusconi ne La7? Ma non scherziamo: siamo usciti dieci anni fa da Fininvest ed essendo il nostro un fondo di private equity a noi interessa solo fare profitti, senza alcun condizionamento politico da parte di chicchessia”. Alessandro Grimaldi, senior partner e consigliere con delega di Clessidra, il maggior fondo italiano di private equity e l’unico ad aver presentato un’offerta a Telecom Italia per comperare tutta TI Media, non ha peli sulla lingua: la sua bussola è solo la creazione di valore e di soldi. Senza pregiudizi politici. Controprova: “Mentana, Santoro e Lerner? Se conquistiamo La7 e se loro tre fanno profitti ce li teniamo stretti, se producono perdite non ci interessano”. Ecco l’intervista rilasciata da Grimaldi a FIRSTonline.
FIRSTonline – Dottor Grimaldi, sul mercato corre voce che, malgrado la scadenza sia a metà novembre, Clessidra sia sempre più orientata a presentare un’offerta vincolante per l’acquisto di tutta TI Media, sia delle due tv (La7 e Mtv) che dei multiplex: come stanno realmente le cose?
GRIMALDI – Da due settimane stiamo facendo la due diligence di TI Media e, se troveremo i finanziamenti necessari a sostenere la parte a debito dell’acquisto, certamente presenteremo un’offerta vincolante, che allo stato potrebbe essere l’unica globale e non a pezzi avanzata a Telecom Italia e che sarà per metà in equity e per metà a debito.
FIRSTonline – Con chi state negoziando il financing?
GRIMALDI – Con le banche e principalmente con Intesasanpaolo e con Unicredit.
FIRSTonline – Fin dalle origini le tv di Telecom, schiacciate dal duopolio Rai-Mediaset, non sono mai riuscite a chiudere un bilancio in attivo e hanno accumulato perdite e debiti: con quale bacchetta magica Clessidra pensa ora di invertire la rotta e di estrarre valore da TI Media?
GRIMALDI – Non abbiamo la presunzione di possedere nessuna bacchetta magica ma siamo assolutamente convinti che, se l’Italia fosse un Paese normale, una televisione di qualità come La7 sarebbe già in pareggio, a condizione che continui a fare buoni programmi in grado di attirare audience e pubblicità.
FIRSTonline – Quali sono le anomalie che penalizzano La7 e che cosa le fa pensare che possano essere superate?
GRIMALDI – Siamo un Paese dove c’è un gruppo televisivo come Mediaset che raccoglie più pubblicità che audience e siamo un Paese dove la tv di Stato ha la facoltà di raccogliere sia la pubblicità che i proventi del canone. Per fortuna ci sono due novità, una già in essere e l’altra in fieri, che fanno sperare che la situazione cambierà in meglio. La prima è che, non essendoci più Berlusconi al Governo, Mediaset non la farà più da padrona nel campo della pubblicità con percentuali di raccolta al di sopra della media internazionale . E la seconda novità è che l’Europa sta spingendo perché l’Italia corregga le sue anomalie in campo televisivo. Però per TI Media c’è un altro aspetto anomalo da considerare.
FIRSTonline – Quale sarebbe?
GRIMALDI – Il contratto pubblicitario a suo tempo strappato da Cairo che, come risulta dalla documentazione messa a disposizione della gara, è stato impugnato da Telecom Italia Media che lo considera penalizzante ed è oggetto di contenzioso giudiziario. Abbiamo però ragione di credere che, prima della conclusione della gara, la disputa sarà risolta con un contratto più equilibrato.
FIRSTonline – Che ruolo ha Marco Bassetti, ex produttore di Endemol, nell’operazione che state congegnando e quale avrà, dopo, in caso di vostra vittoria?
GRIMALDI – Ad oggi Bassetti , in virtù della sua riconosciuta competenza, è un nostro consulente tecnico per programmi e contenuti televisivi.
FIRSTonline – Sulla carta l’offerta di Clessidra per TI Media è l’unica globale e, oscillando tra i 330 e i 380 milioni di euro, sembra la più alta dal punto di vista economico, anche se resta al di sotto della capitalizzazione di Borsa della società, ma la vostra corsa ha un handicap politico dovuto alla vostra antica vicinanza a Fininvest di Berlusconi: come pensate di superarlo?
GRIMALDI – Ci sono almeno tre elementi che fanno giustizia di ogni assurdo sospetto e di ogni pregiudizio ostile messo in giro dai concorrenti contro di noi. Il primo è che Claudio Sposito ed io siamo usciti da Fininvest non ieri ma da almeno 10 anni: le sembra poco? Il secondo punto è che Fininvest non ha mai fatto parte del nostro gruppo di investitori né tanto meno del nostro azionariato e che con loro Clessidra non ha mai fatto affari. Il terzo punto decisivo è che la filosofia di Clessidra è solo quella di fare profitti nell’interesse dei propri investitori e di entrare nelle società per farle crescere ed estrarre valore: sarebbe assurdo che ci precludessimo questi obiettivi accettando vincoli politici o condizionamenti di tipo industriale al nostro raggio d’azione che potrebbero solo intralciare la nostra attività di operatori indipendenti.
FIRSTonline – Facciamo la controprova sulla vostra autonomia da tutti e anche da Mediaset: se conquistate La7 sareste disposti a confermare Enrico Mentana alla guida del Tg e i programmi politicamente orientati a sinistra di Michele Santoro e di Gad Lerner?
GRIMALDI – Se Mentana, Santoro e Lerner fanno profitti, per noi non c’è alcun problema: saremmo ben lieti di tenerceli stretti. Se invece fanno programmi in perdita, non ci interessano e non li confermeremmo. Se vinciamo la gara, la filosofia del nostro palinsesto sarà molto chiara: ci guiderà il profitto. Cercarlo e massimizzarlo in modo ragionevole è il nostro mestiere: siamo un fondo di private equity e non possiamo fare operazioni in perdita. Nel caso di La7 e di Mtv ci comporteremmo da editori puri e credo di poter dire che rappresenteremmo una novità assoluta per l’Italia: non accetteremmo alcun condizionamento politico e metteremmo al centro della nostra gestione solo la redditività fondata sulla qualità.