Beppe Grillo torna alla comicità, come un tempo. Il comico e padre storico del Movimento Cinque Stelle (M5S) si è lanciato in una delle sue invettive e ha preso di mira, con un intervento a gamba tesa pubblicato sul suo blog, l’amministratrice delegata di Open Fiber (OF) Elisabetta Ripa. La manager deve andare a casa, sostiene il comico pentastellato, perché non è all’altezza del suo incarico.
Forse Beppe Grillo ha qualche incarico istituzionale che possa alla lontana giustificare una presa di posizione così radicale nei confronti dell’Ad di una società che opera sul mercato e i cui azionisti sono, al 50% ciascuno, la Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) e l’Enel? Assolutamente no. Ha allora un ruolo politico che possa avvalorare la posizione che ha assunto? Domanda retorica: il M5S è alla perenne ricerca di un leader che non c’è. Lui stesso ha fatto il passo indietro, rinunciando ad una posizione in primo piano.
Quindi? L’editto di Grillo sembra dunque da interpretare come l’ennesima boutade nel grande spettacolo della politica grillina. Se non fosse che va a toccare un settore strategico per l’Italia, quello della digitalizzazione del Paese che OF sta portando avanti posando fibra ottica là dove nessun altro era andato a metterla, la cosa finirebbe qui. Invece il comico-politico ha voluto dare indicazioni al governo su come dovrebbe procedere nella delicata partita sulla rete unica: una volta sostituita l’Ad, il governo dovrebbe aumentare la quota di Cdp in Tim, convincere i francesi di Videndi ad andarsene e ridimensionare Enel a ruolo di semplice azionista che investe ma non incide. Naturalmente, nessun accenno al fatto che Enel è una società quotata, altrettanto lo è Tim come pure operano su un mercato in forte concorrenza WindTre, Vodafone, Sky Italia che si sono rivolte a OF per la rete in fibra.
Ecco l’agenzia Radiocor che ha riportato l’attacco di Beppe Grillo:
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Roma, 22 giu – “Cambiare subito l’amministratrice delegata di Open Fiber” che “non e’ all’altezza”, “fare entrare Cdp in Tim con un’ulteriore cifra del capitale che deve essere pari a quella di Bollore'” e, “dalla posizione di forza di Cdp proporre ai francesi di vendere”. Sono le proposte di Beppe Grillo, sul suo blog, per procedere alla realizzazione di una rete unica in fibra ottica in Italia. In questo modo, dice Grillo “avremmo la maggioranza di Tim per avviare la creazione di un’unica societa’ integrata rete mobile, 5G, banda ultra-larga. Evitando che due soggetti con partecipazioni statali (cioe’ Tim e Open Fiber, che hanno entrambe Cdp come azionista) si facciano la guerra”. Per questo progetto, continua Grillo, “il ceo di Cdp Fabrizio Palermo, e’ pronto a spiegarne i dettagli?”. Grillo sottolinea, a monte di queste conclusioni, “il completo fallimento dell’operazione Open Fiber, la societa’ che avrebbe dovuto spingere la digitalizzazione e lo sviluppo della fibra in tutta Italia”. Enel, azionista al 50% di Open Fiber, “purtroppo non e’ compatibile con questo progetto, perche’ pretende di amministrare Open Fiber, comportandosi da ‘padre padrone’ e non semplicemente da azionista”.
A poche ore di distanza dall’intervento di Grillo è arrivata la risposta di Open Fiber: “Beppe Grillo ha scritto, auspicando la nascita di una rete unica nazionale, che saremmo di fronte al ‘completo fallimento dell’esperimento Open Fiber. Ci sembra chiaro che è stato male informato”, afferma la società in una nota. Dopo aver elencato le collaborazioni di peso contratte negli ultimi anni, OF pone una domanda: “Se davvero fosse ‘fallimentare’, perché questo evidente interesse di aziende (TIM) e di grandi fondi infrastrutturali ad investire nel progetto o ad acquisirlo a caro prezzo? Forse perché invece in meno di tre anni ha coperto un terzo del Paese diventando la terza rete in fibra ottica in Europa dopo Telefonica ed Orange (la prima gestita da un operatore wholesale only) con 8,6 milioni di unità immobiliari già cablate ed un piano di risorse per portarla, con questo passo, ad oltre 20 milioni di case in tre anni. Un progetto alla cui costruzione lavorano oggi oltre 10 mila persone”, continua Open Fiber.
L’azienda passa poi a rispondere punto per punto alle accuse dell’ex leader del Movimento 5 Stelle:
Nel merito, lo scritto di Grillo evidenzia che gli sono state date false informazioni (fake news) almeno sui seguenti punti:
– Open Fiber non fa concorrenza a “tutti gli operatori tradizionali”, ma solo a TIM. Tutti gli altri operatori hanno invece tratto beneficio dall’accresciuta concorrenza del mercato: negli ultimi mesi hanno infatti espresso ripetutamente giudizi positivi su Open Fiber e hanno annunciato che contrasteranno un ritorno a un monopolio verticalmente integrato con tutti gli strumenti a loro disposizione.
– I soldi pubblici vengono versati a OF solo a stati di avanzamento, e dunque per le infrastrutture effettivamente costruite e per le quali OF investe anche risorse proprie.
– OF ha vinto tutte le gare pubbliche perché il suo progetto è stato giudicato il migliore, ha una quota di fibra più elevata e impiega meno soldi pubblici dei progetti respinti.
– Le uniche duplicazioni esistenti sono state fatte da TIM con il progetto Cassiopea, per il quale è anche stata sanzionata con una multa da 116 milioni dall’Antitrust il 6 marzo 2020. Senza contare che, guardando l’estensione della rete FTTH, di autostrada digitale al momento ne esiste una sola, quella di Open Fiber.
– Ci sono ritardi sullo sviluppo nelle aree bianche, prive di connettività a causa di decenni di mancati investimenti. È vero, ritardi in parte derivanti dalla guerra legale avviata da TIM al progetto e da una burocrazia che blocca qualsiasi iniziativa sul territorio. Ma alla fine 2022 il 92% delle Unità immobiliari previste dal grande piano BUL sarà connesso, con una coda nel 2023 per l’8% delle Unità Immobiliari residue. In questo modo l’Italia vedrà realizzata – in circa 4 anni dall’avvio dei cantieri nelle aree C e D (metà 2018) – una nuova rete nazionale e pubblica in fibra ottica.
– Le azioni di TIM non valgono oggi 0,7 euro ad azione, bensì circa 0,38 euro mentre scriviamo questa nota. Una società che, come risulta dai bilanci, è gravata da un pesante indebitamento è in grado di fare gli investimenti che servono al Paese?
– Grillo ora auspica un’unica infrastruttura privata aperta a tutti, che sotto il controllo di TIM metta assieme rete mobile, 5G, banda ultra larga. Un monopolio talmente vasto che nessun legislatore o autorità potrebbe autorizzare (senza contare i legittimi interessi di chi investe tempo e ingenti risorse nel business) ma che soprattutto metterebbe il destino della rete nelle mani di chi per decenni non ha investito adeguatamente in moderne infrastrutture, generando il divide che si vorrebbe invece colmare.
La nota si conclude rimarcando il carattere strategico del progetto portato avanti da Open Fiber, troppo importante e “complesso per essere alimentato a colpi di fake news”.
Il risultato in Borsa del botta e risposta non sembra premiare l’azione di Grillo: Tim – 0,7% a 37,7 centesimi intorno alle 16.42 (pesa lo stacco cedola), quando il Ftse Mib perde lo 0,91% (-0,6% togliendo l’effetto cedole). L’uscita del comico genovese è avvenuta poco prima che Luigi Gubitosi, Ad di Tim e vice presidente di Confindustria con delega al digitale, intervenisse all’assemblea Anitec-Assinform. Un intervento, quello di Gubitosi, tutto incentrato sulla necessità di accelerare la digitalizzazione del Paese come stimolo alla ripresa economica e all’innovazione dopo l’emergenza Covid-19.
“L’emergenza sanitaria – ha detto l’Ad di Tim – ci ha fatto notare ancora di più alcune criticità storiche”, tra esse spicca il digital divide che ha diviso il Paese “tra chi ha accesso alla rete e chi no, in particolare nelle aree bianche”. Gubitosi ha definito “imprescindibile lo sviluppo delle reti in banda ultra larga, in fibra e 5G”. Della rete in banda ultra-larga, ha evidenziato il manager, “abbiamo testato il valore durante la crisi, immaginiamo come sarebbe stata senza una rete funzionante, e pensiamo a chi non ha potuto usufruire di queste leve” a causa del digital divide. Per Gubitosi “l’Iot, il cloud, l’intelligenza artificiale sono i nuovi strumenti per innovare il tessuto produttivo del Paese”. Nessun riferimento al tema della rete unica.
(Ultimo aggiornamento ore 16.45 del 22 giugno)
Vi prendete il lusso e l’arroganza di scrivere di quotazioni mentre il vostro articolista non capisce nemmeno cos’è una quotazione ex-dividendo.
Già il fatto che dite che perde 1.92% indica che non siete attendibili. Studiate prima di scrivere stupidate. Siete voi i comici inattendibili non Grillo