Profondo rosso sui mercati e tensione in salita. Dopo il passo indietro del Fmi e il rinvio alla prossima settimana, al 18 giugno, delle trattative sulla Grecia, la fibrillazione è arrivata alle stelle mentre il tempo è agli sgoccioli. A gettare benzina sul fuoco sono state anche e soprattutto le indiscrezioni, confermate da fonti europee, che gli sherpa dei ministri delle finanze dell’Eurozona avrebbero discusso per la prima volta l’ipotesi di un default della Grecia tra i possibili scenari. Non serve ad allentare la tensione la precisazione del presidente della Commissione europea Juncker: il rientro a casa dei funzionari Fmi, ha voluto rassicurare, non significa che il Fondo monetario si sia sfilato dal negoziato. Domani intanto una delegazione greca volerà a Bruxelles per “presentare controproposte per superare le divergenze”.
Atene precipita del 5,9% trascinata al ribasso dalle banche ma anche le altre piazze europee accusano il colpo. Milano cede l’1,27%, Francoforte l’1,2%, Parigi l’1,41% e Londra lo 0,9%. Lo spread vola a quota 143 punti per poi ripiegare a 137. Anche Wall Street risente della tempesta ellenica. Il Dow Jones cede lo 0,8%, l’S&P500 lo 0,62%. Oltreoceano nel pomeriggio sono arrivati alcuni dati macroeconomici superiori alle attese. L’andamento dell’economia americana è monitorato con apprensione dai mercati in attesa di capire in che direzione si muoverà la Fed. Paradossalmente segnali di un’economia solida, inducono a pensare che il rialzo dei tassi è più vicino delle attese. Settimana prossima è in agenda la riunione del Fomc il braccio operativo della Fed che potrebbe dare indicazioni sulle future decisioni di politica monetaria. Sul fronte dei dati economici la fiducia dei consumatori calcolata dall’Università del Michigan per il mese di giugno è salita a 94,6 punti, oltre le attese degli analisti che avevano messo in conto che l’indice si attestasse a 91,5 punti. I prezzi alla produzione negli Usa sono poi rimbalzati a maggio sopra le attese dello 0,5% contro il consensus di +0,4%.
Il petrolio Wti cede l’1,15% a 60,07 dollari mentre il cambio sale dello 0,15% a 1,1275. A Piazza Affari perdono terreno sul Ftse Mib Mps -3,29% nel giorno in cui si chiude l’aumento di capitale, Ubi Banca -2,.65%, Cnh Industrial -2,48%, Atlantia -2,39% e Moncler -2%. Il lusso viaggia però controcorrente: tra i migliori del Ftse Mib corrono Tod’s +1,69% e Ferragamo +0,47%. Miglior titolo è Finmeccanica +1,71%. Tra i titoli minori Grandi Viaggi crolla del 9,37% in attesa lunedì dell’avvio dell’aumento di capitale. In serata è atteso il giudizio di Moody’s su diversi debiti sovrani tra cui l’Italia che oggi è giudicata Baa2 con outlook stabile.