Il Brent è in ribasso e con questa tendenza a fine settembre assisteremo con elevata probabilità alla chiusura peggiore da maggio 2010, si pensa ad un calo del 9%. Le cause di tale pressione sui prezzi, infatti, secondo gli analisti, non spariranno nel breve periodo.
Commenta questa situazione Oliver Jakob, analista di Petromatrix in Svizzera: “La domanda è molto debole nell’area atlantica, i prezzi sono alti, la disoccupazione è alta, abbiamo bisogno di maggiore fiducia e di un cambiamento della situazione del mercato del lavoro per avere un rimbalzo”.
Anche stando ai dati dell’Eia, la domanda di greggio Usa è stata di gran lunga più debole del previsto e ha rappresentato il maggior calo degli ultimi due anni. Inoltre ad aumentare il nervosismo tra gli investitori ci sono i segnali di debolezza che provengono dalla Cina.
Intorno alle 11,45 il futures a novembre sul Brent perde 54 cent a 103,44 dollari e la stessa scadenza sul greggio leggero Usa cede 13 cent a 82,01 dollari al barile.