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Green pass, cosa cambia dal 1° febbraio: durata e obbligo

Nuove limitazioni in vigore dal 1° febbraio – Il certificato verde varrà 6 mesi e sarà obbligatorio quasi ovunque salvo per i servizi essenziali – Scattano multe e sospensioni dal lavoro per gli over 50 non vaccinati – Ecco tutto quello che c’è da sapere

Green pass, cosa cambia dal 1° febbraio: durata e obbligo

Martedì 1° febbraio è una data da cerchiare in rosso per gli italiani: la durata del green pass scende da 9 a 6 mesi dall’ultima somministrazione. Inoltre, scatteranno multe e sospensioni dal lavoro per tutti gli over 50 che non si sono ancora sottoposti alla vaccinazione. E non solo. Si riducono al minimo i posti e servizi dove non sarà necessaria la certificazione verde. Norme già in vigore per altri luoghi e servizi ai cittadini, come ad esempio ristoranti o trasporti, ma che si estenderanno ad altri settori da febbraio, dagli uffici pubblici ai servizi postali e bancari fino ai tabaccai. Nell’ultimo mese sono stati tanti i cambiamenti con cui gli italiani hanno dovuto fare i conti, tante le date da ricordare. In attesa delle decisioni del Consiglio dei ministri sulle misure anti-Covid in scadenza (come le mascherine all’aperto e la chiusura delle discoteche) e di nuove regole su quarantena, scuola e sistema colori, vediamo nel dettaglio cosa cambierà dal 1° febbraio.

Mancano una manciata di giorni all’obbligo vaccinale per i cittadini al di sopra dei 50 anni, pena la sanzione una tantum di 100 euro. Chi non si è sottoposto al primo ciclo in realtà è già in ritardo dato che ci vogliono 14 giorni per ottenere il green pass dopo la prima dose. Ma sono ancora tanti gli italiani over 50 insensibili alla nuova misura: una platea di quasi 1,8 milioni di persone che rischiano sanzioni ben più pesanti dal 15 febbraio, comprese tra 600 e 1.500 euro se andranno a lavorare senza il green pass rafforzato.

Green pass valido 6 mesi

Le nuove disposizioni hanno effetto retroattivo. Ciò vuol dire che dal primo febbraio, se sono trascorsi più di sei mesi dall’ultima somministrazione o dalla guarigione, la certificazione verde viene automaticamente sospesa. Non a caso il ministero della Salute in questi giorni sta inviando e-mail o sms a chi ha il certificato in scadenza per ricordare la nuova durata del green pass e la necessità di fare la terza dose di vaccino anti-Covid il prima possibile.

Tuttavia c’è un problema. Si prevede che a partire da marzo ci saranno i primi italiani con il pass scaduto, nonostante abbiano effettuato anche la terza dose – non essendo ancora stata autorizzata una quarta dalle agenzie regolatorie Ema e Aifa – in primis per il personale sanitario. Oggi il governo potrebbe valutare l’estensione per il super green pass (terza dose) finché non sarà stabilita la necessità di un ulteriore richiamo. Nessuna decisione risulta ancora presa, al momento.

Non bisogna confondere invece la durata della certificazione verde in Europa (9 mesi), soprattutto dopo le ultime regole: stop a quarantene e test per chi ha vaccino o guarigione.

Green pass: come si ottiene?

Cambiano i tempi ma non i modi: per avere il green pass base basta fare un tampone antigienico negativo (48 ore), o un tampone molecolare (72 ore). Mentre il super green pass si ottiene solo con la vaccinazione o la guarigione. Si ricorda che chi ha completato la prima parte del ciclo vaccinale (prime due dosi) può prenotare la terza dal quarto mese dall’ultima somministrazione, ma dovrà farla entro il sesto per avere la certificazione.

Altro discorso per coloro ai quali non è richiesta l’obbligo di green pass: ovvero bambini sotto i 12 anni o persone che per motivi di salute sono state esentate dalla vaccinazione.

Green Pass: dove serve e non serve dal 1°febbraio

La certificazione base diventa obbligatoria per poter accedere agli uffici pubblici, servizi postali e bancari e a tutte le attività commerciali considerate “non essenziali”. Fino al 15 giugno per pagare le bollette o ritirare la pensione non ci sono scappatoie, servirà il green pass. Anche per entrare in negozi di abbigliamento, di cosmetica, dai tabaccai o nelle librerie e nelle edicole al chiuso. Dal 20 gennaio è già necessario almeno il base per andare dall’estetista, dal parrucchiere o barbiere. Stessa cosa per entrare nelle carceri (almeno per i colloqui).

Sono escluse tutte quelle attività e servizi legate ad esigenze alimentari, di salute, di sicurezza e di giustizia. Dunque, non sarà necessario per accedere alle seguenti attività:

• Uffici aperti al pubblico delle Forze di polizia e delle polizie locali. Per gli uffici giudiziari esclusivamente per la presentazione indifferibile e urgente di denunce da parte di soggetti vittime di reati o di richieste di interventi giudiziari a tutela di persone minori di età o incapaci di intendere e di volere, e per consentire lo svolgimento di attività di indagine per cui è necessaria la presenza della persona convocata;

• Visitatori in strutture residenziali, socio-assistenziali, sociosanitarie e hospice per esigenze di prevenzione, diagnosi e cura;

• Negozi specializzati e non specializzati con prevalenza di prodotti alimentari e bevande: ipermercati, supermercati, discount di alimentari, minimercati e negozi di prodotti surgelati. Mentre sono escluse le enoteche in cui è possibile anche bere e mangiare;

• Benzinai: sarà possibile rifornirsi di carburante per moto e auto. Lo stesso vale per acquistare combustibile per uso domestico e per riscaldamento (compreso legna, pellet e cherosene);

• Commercio al dettaglio di medicinali in esercizi specializzati: farmacie, parafarmacie e altri esercizi specializzati di medicinali non soggetti a prescrizione medica. Lo stesso vale per i negozi di ottica, di articoli medicali e ortopedici in esercizi specializzati, di articoli igienico-sanitari;

• Ospedali, ambulatorio del medico di base o dal veterinario. Negli studi dentistici;

• Edicole, solo se all’aperto;

• Nei centri commerciali che comprendono attività diverse sarà consentito entrare senza il pass solo per accedere a negozi essenziali: dunque si potrà entrare liberamente in un centro commerciale se si è diretti in una farmacia o in una parafarmacia ospitata in quei locali.

Nell’ultimo decreto varato dall’esecutivo viene precisato che il rispetto delle misure viene assicurato dai titolari degli esercizi interessati e dai responsabili dei servizi attraverso lo svolgimento di controlli anche a campione.

Discoteche e mascherine all’aperto

Chiusa la partita per il Quirinale, i cui effetti nella maggioranza sono ancora da verificare, il governo riprende a riunirsi per varare, o in alcuni casi, prorogare le misure anti-Covid in scadenza con l’obiettivo di semplificare le regole e avviare il processo che dovrebbe portare ad una normalizzazione della vita degli italiani. Per quanto riguarda la mascherina all’aperto probabile una sua proroga almeno fino alla fine di febbraio, se non alla fine dello stato di emergenza. Tra le misure urgenti da prendere ci sono anche scuola, quarantena, nonché il sistema dei colori. Altro tema sul tavolo sarà quello della riapertura delle discoteche: da lunedì 31 gennaio scadono le chiusure imposte da fine dicembre per discoteche e sale da ballo che potranno riaprire i battenti (forse) dal 15 febbraio. Cadono anche i divieti per feste, concerti ed eventi che generano assembramenti.

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