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Green economy, La Cina impara la sostenibilità dal Nord Est

FIRSTonline

L’Italia che aiuta la Cina sulla strada della green economy. Il Paese che nel 2020 ha raggiunto il  top di potenza energetica rinnovabili ha scelto strutture italiane per lo sviluppo e lo scambio di tecnologie nel settore ambientale.  A Guangzhou è  stato  firmato un accordo con il consorzio SMACT delle Università di Padova, Trento, Bolzano, Verona, Udine, Trieste, Venezia  e  la società EnviroVest per migliorare tecnologie e processi  sostenibili. La EnviroVest ha già  una sede nel Guangdong e curerà la parte operativa dell’intesa. Nei prossimi mesi italiani e cinesi lavoreranno su progetti  congiunti : dalle nuove tecnologie, all’intelligenza artificiale e ai reciproci know-how. Tutto avviene  in una delle aree più sviluppate della Cina di Xi Jnping. Nel  2020 , infatti , il Pil del Guangdong è stato di 1.71 trilioni di dollari, al  13 posto della classifica mondiale. Per produzione ed interscambio ha superato l’Australia. Le autorità locali lo hanno ricordato con orgoglio alla delegazione italiana nel momento in cui si aspettano di aumentare competenze ed affari. 

È apparso  chiaro che le ulteriori performances  della Regione Guangdong (e non solo) saranno orientate alla salvaguardia dell’ambiente ed alla crescita dell’economia sostenibile. Tassello di una strategia nazionale che vede la Cina camminare speditamente sulla riduzione degli impatti climatici. Sarà stata una coincidenza, ma contemporaneamente alla firma dell’accordo, il vicepremier  cinese Han Zheng  si è collegato con il vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans per discutere di clima ed ambiente. Ha ribadito l’impegno del governo a  ridurre le emissioni di anidride carbonica entro il 2030 e di arrivare alla  “carbon neutrality” entro il 2060.  Gli investimenti nelle rinnovabili crescono,  nonostante il funzionamento delle molte centrali a carbone. Progressivamente saranno abbandonate sotto l’occhio vigile delle autorità internazionali.

L’approccio ad un sistema di economia circolare fa , comunque, della Cina un concorrente straordinario per la sostenibilità globale. D’altra parte gli accordi locali rafforzano il potere delle autorità e dei centri di ricerca rispetto alle linee guida del governo centrale. In questo ambito, l’ingegno italiano è molto apprezzato, in particolare per la ricerca. 

In base all’accordo il Consorzio  universitario italiano insieme a EnviroVest mette a disposizione competenze nel recupero delle aree lagunari, nei campi elettromagnetici per la bonifica dei terreni contaminati, nello studio di nuovi materiali. Un protocollo ampio che si estende  anche ai settori dell’urbanistica e dell’edilizia civile ad impatto zero. Lo SMACT, del resto, è noto come Competence center a sostegno delle piccole medie imprese, e vanta anche una “Digital Academy” all’interno delle Università del Sud della Cina. Sinergie diffuse che  negli ultimi anni hanno a cresciuto il prestigio di  strutture Made in Italy. Pezzi pregiati che andrebbero valorizzati di più anche a casa propria.

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