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Green Bond Ue, ecco la strategia della Bce

Uno studio di Intesa Sanpaolo fa il punto sul programma europeo di emissione di prestiti sostenibili: il primo Next Generation EU Green Bond sarà collocato ad ottobre: entro l’anno prestiti per 35 miliardi

Green Bond Ue, ecco la strategia della Bce

Tra le tante iniziative in programma con il Next Generation EU ci sono anche i Green Bond, a testimonianza della centralità conferita dalla BCE alla sostenibilità ambientale e l’impegno ad integrare il cambiamento climatico nel quadro di politica monetaria. Ad analizzarne le strategie è un’analisi del Centro studi di Intesa Sanpaolo, che commenta gli ultimi esiti della revisione strategica pubblicati l’8 luglio scorso, alla vigilia dell’emissione del primo NGEU green bond prevista nel mese di ottobre, quando sul mercato saranno collocati parte dei 35 miliardi di funding previsti per il quarto trimestre nel programma Next Generation EU Green Bond Framework (GBF) varato dall’Unione europea la settimana scorsa.

La pubblicazione del GBF conferma l’impegno dell’Unione europea nel raggiungimento dell’obiettivo ambizioso della riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra del 55% rispetto al livello del 1990 come previsto dall’ultimo pacchetto di proposte legislative adottato lo scorso luglio “Fit for 55” e della “carbon neutrality” entro la fine del 2050. Al fine di rispettare gli impegni intrapresi, l’UE ha fissato un target di 250 miliardi di spesa in investimenti di rilevanza climatica, pari al 30% del totale del Next Generation EU, che saranno finanziati tramite l’emissione di green bond nel periodo 2021-26. Le emissioni di green bond consentiranno così all’Unione Europea, ricordano gli analisti di Intesa Sanpaolo, di diventare il primo emittente di green bond a livello mondiale per volumi e di dare supporto allo sviluppo del mercato.

“L’importanza di favorire una transizione ”ordinata” verso economie ad impatto climatico zero – sostiene il Green Bond Brief di Intesa – riflette sia una priorità dell’Unione Europea sia una condizione per il raggiungimento della stabilità dei prezzi, obiettivo primario della BCE. Numerosi discorsi dei membri del consiglio direttivo negli ultimi mesi hanno infatti sottolineato che le conseguenze del surriscaldamento ambientale non possono più essere trascurate dal momento che inondazioni, alluvioni ed altri eventi climatici estremi sempre più frequenti provocano danni fisici, incidono sull’economia reale ed ostacolano la trasmissione della politica monetaria”. Il piano adottato dalla revisione strategica integra alcune misure già intraprese dalla BCE volte a favorire la sostenibilità ambientale come l’ammissibilità, a partire dal 1 gennaio 2021, di titoli aventi cedole legate alle performance rispetto a uno o più obiettivi di sostenibilità (sustainabilitylinked bond) a garanzia nelle operazioni di rifinanziamento con l’Eurosistema.

Inoltre, a febbraio 2021, la BCE ha annunciato che è stato raggiunto un accordo a livello di Eurosistema sull’importanza della divulgazione e della comprensione dei rischi climatici e che entro due anni verranno rese pubbliche informazioni su base annuale riguardo alle emissioni gassose ed altri parametri di sostenibilità legati alle attività presenti nei portafogli di politica non monetaria denominati in euro. Il programma di implementazione del cambiamento climatico è articolato secondo fasi e tempistiche i cui dettagli sono presenti nell’allegato al comunicato stampa (Detailed roadmap of climate change-related actions) e si articola in due aree. Da un lato, la BCE si pone l’obiettivo di adeguare gli strumenti analitici per una corretta valutazione e comprensione dei rischi climatici migliorando i modelli previsionali e macroeconomici ed introducendo indicatori statistici che quantifichino l’esposizione degli istituti finanziari ai rischi climatici ed il loro impatto ambientale (misurato in termini di emissioni gassose o altri parametri).

Successivamente, gli strumenti di politica monetaria verranno adeguati in modo da incorporare il nuovo piano analitico integrato. La BCE ha già avviato uno studio per quantificare l’impatto del cambiamento climatico sul sistema finanziario e sull’economia che include uno stress test per verificare la resilienza delle banche dell’area euro a diversi ipotesi di scenario di transizione climatica. Il primo stress test pilota sul bilancio dell’Eurosistema è pianificato per il 2022. La BCE ha inoltre pubblicato una guida sulle modalità di gestione dei rischi climatici da parte degli istituti di credito ( Guide on climate-related and environmental risks). La presidente Christine Lagarde, in occasione di un intervento ufficiale, ha sottolineato che solo il 20% delle banche valuta in modo sistematico i rischi climatici mentre il 90% lo effettua in maniera parziale ed incompleta o non lo effettua affatto.

Come procedere, dunque? “Diverse metodologie possono essere implementate per allineare il portafoglio di titoli corporate detenuti dalla BCE ai principi di sostenibilità ambientale, come dichiarato da Isabel Schnabel, membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea”, sostiene Intesa Sanpaolo. Un approccio prevedrebbe l’esclusione totale dagli acquisti di settori ad elevato tasso di inquinamento (criteri di screening negativo). Tuttavia, l’inconveniente di questo è che ridurrebbe l’incentivo delle aziende inquinanti a diminuire le emissioni di gas serra. Un approccio alternativo (“tilting strategy”) prevede invece un ribilanciamento graduale degli acquisti in coerenza con un progressivo allineamento ai principi di sostenibilità e che terrebbe conto dei progressi degli emittenti nel ridurre l’impatto ambientale.

Questo approccio avrebbe come elemento di criticità eventuali mispricing che potrebbero derivare dagli acquisti effettuati in un contesto di bassa liquidità del mercato, ancora in via di sviluppo. La BCE pubblicherà informazioni sul portafoglio CSPP per quanto riguarda parametri di sostenibilità ambientale a partire dal primo trimestre 2023.

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