“La ripresa deve essere verde e sostenibile. Dobbiamo attenerci all’impegno dell’Unione europea. Non ci sarà recupero se questo non è sostenibile. Non c’è ripresa sostenibile senza cooperazione a tutti i livelli. Pandemia, cyber risk e terrorismo sono fenomeni globali e non ci sono soluzioni locali a rischi globali”. Lo ha detto il Group Ceo di Generali, Philippe Donnet, intervenuto al Festival “State of Europe” che si tiene a Bruxelles.
È “molto importante trovare forme di collaborazione pubblico-privato” per sostenere gli investimenti necessari alla ripresa, ha continuato Donnet, rimarcando poi la necessità di un quadro normativo adeguato e omogeneo per i green bond, che “sono una buona risorsa in cui investire: abbiamo bisogno di green bond e come compagnie assicurative vogliamo investirvi, ma il quadro normativo, Solvency II, deve essere coerente con questo. Come Generali, abbiamo chiesto al regolatore europeo di rendere i green bond una specifica asset class per ridurne il costo del capitale. I partenariati pubblico-privato possono permetterci di investire sempre più velocemente e di regolamentare in linea con questo obiettivo”.
Per investire velocemente “serve una regolazione in linea con i nostri obiettivi”, ha sottolineato il manager, che si attende “una ripresa forte”, ma vede anche rischi legati a “un aumento dell’inflazione, a prezzi delle materie prime che salgono e a disagi della forza lavoro in alcuni settori”.
L’ad del Leone ha aggiunto che Generali come altri investitori desidera investire nella green economy e che “il mondo ha bisogno di questo genere di investimenti”, in un quadro di “convergenza di interessi” tra i bisogni dell’economia reale e le intenzioni degli investitori. “Per le compagnie assicurative è importante diversificare gli investimenti e non investire solo in titoli di Stato, con i tassi d’interesse troppo bassi, ma anche nell’economia reale… Quindi il regolatore deve aiutare a rendere più veloci gli investimenti nell’economia reale”.
Secondo Donnet, “dobbiamo fermare il cambiamento climatico il più presto possibile. L’aumento della frequenza e dell’intensità delle catastrofi naturali che deriva dal cambiamento climatico preoccupa. Occorre fermarlo rapidamente e se non potremo farlo ci sarà un aumento dei prezzi” da parte dei riassicuratori, che finirà per impattare su quelli degli assicuratori e “alla fine potremmo anche non riuscire ad assicurare più nulla…”. Infine, “forse dovremmo fare anche di più” rispetto agli obiettivi di contrasto al cambiamento climatico, ha concluso Donnet.