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Green bond, boom di emissioni sostenibili in Italia

Da Generali a Terna, da Enel a Hera le big di Piazza Affari puntano sui green bond: nel 2019 emissioni raddoppiate a 5,4 miliardi

Green bond, boom di emissioni sostenibili in Italia

Tutti pazzi per i green bond. Le aziende italiane scoprono il fascino delle obbligazioni verdi, strumenti la cui emissione è legata all’efficienza energetica, alla produzione di energia rinnovabile, all’uso sostenibile dei terreni e in generale a tutti quei progetti che possono avere un impatto positivo sull’ambiente e sul clima.

Secondo un report di Banca Imi, nel 2019 le nuove emissioni nel nostro Paese hanno toccato quota 5,4 miliardi di euro, una cifra quasi doppia rispetto all’anno precedente quando l’importo totale arrivò a 2,8 miliardi di euro. L’aspetto interessante è che a cominciare ad interessarsi ai bond verdi non sono solo le utility – che comunque contano per il 64% del collocato – ma anche altri grandi colossi italiani. Nel dettaglio, dei 9 nuovi green bond emessi nel 2019, quattro provengono da parte di quelli che Banca Imi definisce “emittenti green debuttanti” – vale a dire Generali, A2A, Erg e Ubi – e altri cinque da società che invece hanno già emesso uno o più bond green nel rcente passato: Enel, Iren, Ferrovie dello Stato, Hera e Terna. Il cumulativo dei green bond totali attualmente in circolazione ammonta a circa 11,4 miliardi di euro, cui bisogna aggiungere i 750 milioni del sustainability bond emesso il 27 novembre da Intesa Sanpaolo.

I dati sull’Italia si conformano al fermento sui green bond registrato nei principali mercati globali. Al livello mondiale quest’anno le emissioni hanno infatti raggiunto i 250 miliardi di dollari, per un ammontare complessivo in circolazione di 580 miliardi. A far la parte del Leone sono soprattutto le banche che negli ultimi 10 anni hanno aumentato il loro impegno per la finanza sostenibile, con le obbligazioni verdi che da un miliardo di dollari hanno superato i 200 miliardi nel 2019. Un boom che però non deve far perdere di vista lo scenario globale. La passione per i green bond rimane comunque marginale rispetto agli investimenti in energie fossili, che secondo uno studio realizzato dal Boston Common Asset Management, hanno raggiunto i 2mila miliardi di dollari dal 2016 al 2018, circa 600 miliardi l’anno, e continuano a crescere.

Nel vecchio continente però a contribuire a un ribilanciamento degli investimenti in chiave ambientale potrebbe essere l’Unione Europea. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen ha già messo lo European green deal tra i capisaldi del suo programma di governo, mentre lo scorso 27 novembre il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione che chiede di ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030. Gli analisti cominciano inoltre a discutere sulla possibile reazione di un Quantitative Easing green da parte della neo governatrice della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde. La rivoluzione verde potrebbe finalmente essere cominciata.

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