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Grecia vicina a un governo pro-europa

Manca poco alla resa dei conti. E il paradosso è che probabilmente a mettere tutti d’accordo sarà il partito uscito sconfitto dal voto popolare. Evangelos Venizelos, leader del partito socialista Pasok che ha visto un calo dal 44% delle elezioni del 2009 al 13% di domenica scorsa, è il terzo capo di partito che cerca di mettere d’accordo le diverse forze politiche, dopo l’intento del conservatore Antonis Samaras (108 seggi in Parlamento) e del radicale Alexi Tsipras (52 seggi).

Ieri Venizelos ha avuto l’ok da parte di Fotis Kouvelis, numero uno di Sinistra Democratica (19 seggi). Kouvelis è favorevole a rimanere nell’euro ma ha chiesto che nei prossimi tre anni si abbandonino progressivamente le misure di austerità “per migliorare le condizioni del popolo greco e non peggiorarle”. Oggi Venizelos incontrerà Samaras. In caso di un sì da parte di Nuova Democrazia, grazie ai 41 seggi del Pasok, ci sarebbero i numeri per formare un esecutivo pro-europa.

Gli esiti del voto di domenica hanno mostrato chiaramente la rabbia dell’elettorato greco nei confronti delle misure di austerità accordate con la Troika (Ue, Bce e Fmi). Da parte loro le istituzioni europee sono state chiare: “Vogliamo che la Grecia rimanga nell’euro. Ma lo deve volere anche il Paese e rispettare i propri impegni”, ha dichiarato il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble. Più duro è stato il presidente della Commissione Europea, Josè Manuel Barroso: “Se un membro del club non rispetta le regole, è meglio che esca dal club”. 

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