L’ennesimo stallo sugli aiuti alla Grecia potrebbe risolversi a breve. Il Parlamento ellenico ha approvato tutte le misure richieste dai creditori, compresa la pesante clausola di salvaguardia non prevista negli accordi siglati la scorsa estate e imposta nelle ultime settimane da Fmi e Germania. In sostanza, si tratta di un surplus di austerità che scatterà automaticamente in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi di bilancio al 2018 (un’eventualità peraltro assai probabile).
A questo punto, l’Eurogruppo di oggi dovrebbe sbloccare una nuova tranche di aiuti alla Grecia da 11 miliardi di euro. La somma è superiore alle attese e dovrebbe mettere i conti pubblici ellenici in sicurezza fino a novembre, consentendo al Paese di versare anche gli arretrati.
Resta però la grande questione irrisolta del debito pubblico. Il Fondo monetario internazionale ha chiesto nuovamente una ristrutturazione “anticipata e senza condizioni”, sostenendo che altrimenti il debito salirà al 250% nel 2060. L’Fmi, perciò, propone da subito l’adozione di un “tasso di interesse fisso su livelli bassi per un periodo esteso, che non superi l’1,5% fino al 2040”. Su questo fronte l’ostacolo principale all’accordo è l’opposizione della Germania.
“Spero si arrivi ad un accordo e che dopo ritorni la fiducia degli investitori verso la Grecia”, ha detto il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, assicurando che oggi si parlerà “seriamente” di una riduzione del debito greco per la prima volta.
La questione del debito era stata messa nero su bianco nella riunione straordinaria del 9 maggio, in cui si era delineato un approccio “sequenziale” attraverso misure come l’allungamento delle scadenze e l’estensione dei periodi di grazia.
Alla fine, è probabile che oggi la Grecia otterrà il via libera ai nuovi aiuti e soltanto una promessa sulla ristrutturazione del debito pubblico.