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Grecia-Ue, Tsipras: “Accordo entro 9 maggio” ma spunta referendum

Il Premier greco esclude la bancarotta e le elezioni anticipate e dice di credere nella possibilità di arrivare a un’intesa entro l’Eurogruppo del 9 maggio, ma precisa che Syriza non violerà il programma elettorale: “Se la soluzione andrà oltre il nostro mandato dovrà essere approvata dai greci” – Si discute su lavoro, pensioni, Iva e privatizzazioni.

Grecia-Ue, Tsipras: “Accordo entro 9 maggio” ma spunta referendum

Il premier greco Alexis Tsipras ha annunciato che potrebbe indire un referendum popolare se i creditori internazionali continueranno a chiedere misure inaccettabili per il governo retto da Syriza. D’altra parte, nel corso di una lunga intervista a Star tv, il Primo ministro ha detto anche di avere fiducia nella possibilità di raggiungere un accordo all’Eurogruppo del 9 maggio, tre giorni prima del pagamento di una tranche di circa 750 milioni di euro al Fmi. 

Tsipras ha ribadito di escludere la bancarotta, precisando tuttavia che, per il governo, gli stipendi pubblici e le pensioni vengono prima del pagamento del debito. Pur rifiutando le elezioni anticipate, il Premier ha sottolineato che – nell’ambito del negoziato con Ue, Bce e Fmi – l’Esecutivo di Atene non può accettare richieste che contraddicano le promesse elettorali con cui Syriza ha vinto le elezione a gennaio (il cosiddetto “Programma di Salonicco”, manifesto del partito, si fonda su tre pilastri: stop all’austerity, lotta alla crisi umanitaria e rilancio della crescita). 

“Se la soluzione va oltre il nostro mandato – ha detto Tsipras –, non avrò il diritto di violarlo, quindi la soluzione dovrà essere approvata dai greci. Ma sono certo che non arriveremo a questo punto. Malgrado le difficoltà, la possibilità di vincere nei negoziati è ampia. Dobbiamo evitare il panico. Chi si spaventa in questo gioco perde”.

I PUNTI DEL NEGOZIATO ANCORA APERTI

Tsipras ha aggiunto che la Grecia è nella fase finale dei negoziati, malgrado le differenze su temi chiave come la riforma del lavoro, il taglio delle pensioni e l’aumento dell’Iva. Il primo ministro ha precisato di aspettarsi un accordo iniziale sulle riforme questa settimana o la prossima e che la vendita di asset fa parte delle concessioni offerte, compresa la cessione del porto del Pireo e la locazione di 14 aeroporti regionali.

“Sulle privatizzazioni il disaccordo è soprattutto su come usare i proventi – ha precisato –. Noi vogliamo utilizzarli per la crescita e non per gettarli nel pozzo senza fondo del debito”.  Le pensioni invece “potrebbero essere discusse a giugno nell’ambito di un programma più a medio e lungo termine”, dove con ogni probabilità si parlerà di come ridurre il debito pubblico da 317 miliardi. 

Una possibile retromarcia rispetto agli impegni elettorali riguarda l’abolizione della tassa unica sulla casa, che “potrebbe slittare al 2016”, mentre il Premier ha ribadito che non tornerà indietro sul ripristino dei contratti collettivi.

IL CAPITOLO VAROUFAKIS: “LE TRATTATIVE LE FANNO LE IDEE, NON GLI UOMINI”

Quanto al ridimensionamento del ruolo di Yanis Varoufakis nella partita Atene-Bruxelles (alla guida del nuovo team di negoziatori è stato nominato Euclid Tsakalotos, moderato viceministro degli Esteri più gradito ai creditori), il Premier ha detto che “il ministro delle Finanze resta un asset importante per il Paese, ma le trattative le fanno le idee e non gli uomini”. 

“L’EUROPA CI HA MENTITO”

“All’Eurogruppo c’è un clima negativo – ha aggiunto –, e la sostituzione di Varoufakis è motivata anche dal fatto che i partner preferiscono un interlocutore più malleabile. Il governo Syriza era inesperto ed è stato ingannato dalle altri parti al tavolo. Il governo Samaras ci ha lasciato un’eredità tossica fatta di casse vuote e ultimatum da rispettare. L’Europa ci ha mentito: avevano garantito che dopo l’accordo del 20 febbraio avrebbero liberato le mani alle banche consentendo loro d’investire di più nei titoli di stato e non l’hanno fatto”. 

Il Primo ministro ha lanciato una frecciata anche al presidente della Bce, Mario Draghi, reo di aver preso la decisione “non ortodossa” di ridurre la possibilità di finanziarsi presso la Bce degli istituti di credito.

“DALLA RUSSIA POTREBBERO ARRIVARE 3-5 MILIARDI”

Infine, sul versante dei rapporti con la Russia, Tsipras ha spiegato che la Grecia spera di ricevere dai 3 ai 5 miliardi di pre-pagamenti per futuri utili in caso di accordo sul progetto per il gasdotto Turkish Stream.

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