Nel giorno dell’Eurogruppo sulle sorti della Grecia, le posizioni restano così distanti che non si esclude un ulteriore approfondimento al Consiglio europeo di domani. L’esito definitivo slitterebbe allora alla prossima riunione dell’eurogruppo la prossima settimana. In attesa di vedere come evolve la situazione il neopremier di Atene, Alexis Tsipras, ha ribadito l’intenzione di elaborare un nuovo piano di riforme assieme all’Ocse, così da tagliare fuori i funzionari della Troika. Il programma si baserà “sul mandato popolare e sul nostro programma politico – ha precisato il numero uno di Syriza durante una conferenza stampa congiunta assieme al segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria – e non su quello che era stato deciso in precedenza” insieme a Ue, Bce e Fmi.
Le riforme a cui pensa il governo greco riguardano soprattutto “lotta alla corruzione, all’evasione fiscale e al clientelismo”, ha detto ancora Tsipras, che ha promesso di recarsi in tempi brevi a Parigi – dove ha sede l’Ocse – per procedere all’elaborazione del piano.
Da parte sua, Gurria ha puntualizzato di voler “lavorare con la Grecia. Non siamo qui per dirgli quello che deve fare, ma per fornirle strumenti già utilizzati da altri governi per risolvere gli stessi problemi”.
Intanto, nel primo pomeriggio una fonte del governo greco ha fatto sapere che Tsipras è stato invitato in Cina dal premier Li Keqiang, il quale avrebbe telefonato al primo ministro ellenico per congratularsi della vittoria elettorale e chiedergli di “approfondire e allargare i legami storici tra i due Paesi”.
Questa mattina, inoltre, il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, dopo aver incontrato a Mosca il suo omologo greco Nikos Kotzias, ha detto che la Russia “prenderà in considerazione” la possibilità di concedere “aiuti finanziari alla Grecia” se da Atene arriverà una richiesta in questo senso.
Appena ieri il ministro della Difesa greco, Panos Kammenos, leader del partito nazionalista Greci indipendenti al governo insieme a Syriza, aveva lanciato un chiaro avvertimento a Bruxelles: “Quello che vogliamo è un accordo, ma se non ci sarà, se vedremo che la Germania resta rigida e punta a far saltare l’Europa, allora noi abbiamo l’obbligo di avere un piano B, ovvero ottenere finanziamenti da un’altra fonte. Possono essere gli Stati Uniti nel migliore dei casi, oppure può essere la Russia, o la Cina, o qualche altro Paese”.
Oggi nel primo pomeriggio la Borsa di Atene cade del 4,41%, dopo il balzo di quasi otto punti percentuali registrato ieri. I rendimenti sui titoli di Stato ellenici a 10 anni tornano a salire e attualmente viaggiano al 10,88%.