La doccia fredda in arrivo da Standard & Poor’s ha frenato il rialzo dei listini europei, già orfani di Wall Street, oggi chiusi per festività: Milano arretra dello 0,2%, il Cac è in calo dello 0,1%, sale il Footsie (+0,56%) e Francoforte (+0,32%). In mattinata, una nota dell’agenzia di rating avvertiva che un salvataggio della Grecia che prevedesse il rollover dei titoli del Tesoro ellenici, come previsto dall’associazione delle banche francesi, avverte l’agenzia di rating, sarebbe da considerare alla stregua di un ‘default selettivo’.
“Siamo del parere – scrive l’agenzia di rating – che entrambe le opzioni di finanziamento descritte dalla proposta equivarrebbero probabilmente, secondo i nostri criteri, a un default”.
Tra i maggiori detentori di titoli del Tesoro ellenici, gli istituti di credito francesi hanno proposto il volontario rollover di alcune obbligazioni in scadenza, che verrebbero sostituite da titoli a struttura differente. La Germania, poi insiste sulla partecipazione di banche e assicurazioni a qualsiasi nuovo piano di salvataggio, il cui valore si attesterebbe intorno a 120 miliardi di nuovi fondi fino alla fine del 2014. Resta il fatto, commenta l’analista di Monumenti Securities Marc Ostwald, che “il respiro di sollievo di cui il mercato ha goduto la settimana scorsa grazie al voto [favorevole alle misure] è in qualche modo messo in secondo piano dall’annuncio di S&P”.
E’ un confronto delicato,che va al di là del test greco, ha sottolineato l’ad di Banca Intesa, Corrado Passera. “Quello delle agenzie di rating e’ un bel problema – ha dichiarato. – La banca non puo’ mai rinunciare, nel fare credito, al giudizio di un terzo. Le agenzie di rating hanno dato pessima prova nel prevenire la crisi. Adesso che sono scottate reagiscono in maniera eccessiva”. Rispondendo a chi gli chiedeva se fosse necessaria o meno una regolamentazione delle agenzie di rating Passera ha spiegato che “e’ difficile intervenire legalmente e giuridicamente. Bisogna che l’opinione pubblica, i media e le imprese siano piu’ selettivi”.
Nel merito della partita greca, il banchiere ha sottolineato che “la proposta francese e’ una base di partenza molto interessante. Bisogna trovare degli aggiustamenti che la rendano accettabile alle agenzie di rating”, evitando che venga equiparata a un default.
LA FINANZIA STERILIZZA I MAXIRISARCIMENTI
UNA CIAMBELLA A FININVEST CONTRO CIR
Nelle pieghe della Finanziaria figura, da quanto emerge dal sito de “Il Sole 24 Ore”, la novità che il giudice potrebbe essere obbligato a “congelare” i risarciimenti superiori ai 10 milioni (in primo grado) e ai 20 (in secondo) fino alla pronucia del successivo grado di giudizio (appello o Cassazione)
A potere beneficiare della novità, una volta in vigore, potrà essere Fininvest che attende in questi giorni la sentenza di appello nella causa sul Lodo Mondadori. In primo grado Fininvest è stata condannata a risarcire al gruppo De Benedetti 750 milioni di euro a titolo di risarcimento del danno subito per la corruzione nella vicenda giudiziaria che si concluse con l’assegnazione. Mediaset sale dell’1,23%.
I BULGARI E TRAPANI PASSANO ALL’INCASSO: 2,6 MLD DI EURO
PRADA FA CASSA ANCHE CON LA GREEN SHOE: 321 MLO DI $
Ieri è stata detta la parola fine all’operazione Bulgari. Nelle comunicazioni “insider dealing” sono infatti comparsi gli estremi delle vendite di Francesco Trapani e di Nicola e Paolo Bulgari. Trapani ha venduto a Lvmh 14.404.899 per un corrispettivo di 175 milioni e 460 mila euro. Nicola Bulgari ha ceduto 75.040.082 azioni per 919.241.004 euro. Infine, Paolo Bulgari ha incassato 942,482.745 euro a fronte di 78.937.367 titoli. Tutte le vendite sono avvenute al valore unitario di 12,25 euro, come fissato in sede di Opa.
Prada raccoglie 2,5 miliardi di dollari di Hong Kong, circa 321 milioni di dollari aggiuntivi attraverso l’esercizio della ‘greenshoe’, nell’ambito del collocamento del titolo della casa di moda sulla piazza azionaria asiatica. La società ha annunciato che i propri ‘bookrunner’ hanno esercitato l’opzione di sottoscrizione per un altro 2,5% del capitale, che fa scendere la quota della controllante Prada Holding BV all’80% delle azioni. Prada ha raccolto 2,14 miliardi di dollari attraverso la propria Ipo, che ha visto il titolo prezzato nella parte bassa del range indicato
PER I BOOKMAKER ATENE E’ GIA’SPACCIATA
MA L’ITALIA NON CORRE RISCHIO DEFAULT
Prima la Grecia e poi il Venezuela, e’ questa la previsione dei bookmaker internazionali in tema di default finanziario.
Secondo i quotisti della sigla Stan James, come riporta Agipronews, la dichiarazione di fallimento della Grecia e’ la piu’ probabile e si gioca a 1,72, mentre per il Venezuela la proposta e’ pari a 4,00.
Secondo gli analisti del fondo americano Blackrock anche l’Italia sarebbe a rischio, ma le quote al momento escludono questa possibilita’, con il nostro Paese che non e’ nemmeno presente sul tabellone delle scommesse. Irlanda e Portogallo seguono le due favorite, ma per loro le quote sono gia’ sensibilmente piu’ alte: valgono 15 contro 1, meno addirittura degli Usa, per cui il rischio default e’ posto a 10,00 e scende a 2,50 se si verificasse entro il 2015.
Queste le quote per gli scommettitori. Intanto, il rendimento del titolo di Stato della Grecia con scadenza a due anni, il titolo più sensibile alle ipotesi di bancarotta scende di 50 punti base a 24,24%: 15 giorni fa era arrivato in prossimità del 30%. Il rendimento del Btp italiano sale di 4 punti base a 4,90%.
WALL STREET IN VACANZA, BORSE EUROPEE FERME
L’ORA DELLA RISCOSSA DI MPS, UBI E POPOLARE
Il Ftse Mib arretra dello 0,2%. Tra le altre piazze europee avanzano il Dax di Francoforte (+0,32%) e il Ftse 100 di Londra (+0,46%) mentre arretra il Cac 40 di Parigi (-0,11%). Una giornata tutto sommato piatta in assenza degli ordini da Wall Street, ferma per l’Independence Day.
A bilanciare l’effetto S&P’s ci hanno provato Nomura e Deutsche Bank i cui report promuovono il mercato azionario europeo. Il broker giapponese, in particolare, consiglia di aumentare il peso sull’Europa e di alleggerire l’esposizione su Wall Street.
Giornata di pagelle per il sistema bancario di casa nostra. Société Générale ha ridotto il target price su Unicredit (-1,42% a 1,5150 euro) da 2,2 a 1,9 euro, confermando la raccomandazione buy mentre ha promosso B.Mps (+4,78% a 0,5810) alzando il rating da hold a buy pur limando il prezzo obiettivo da 0,9 a 0,75 euro. Banca Akros ha invece ridotto il prezzo obiettivo a 2,25 da 2,9 euro di B.Popolare (+2,91) e alzato il rating a buy da accumulate in quanto le attese degli analisti sono state confermate dalla recente presentazione del piano industriale.
Su Ubi B. (+4,42) Ubs ha tagliato il target price da 6,1 a 4,4 euro, confermando il rating neutral. La stessa Ubi Banca ha annunciato in una nota che oggi sono stati venduti tutti i 53.154.927 diritti di opzione non esercitati nell’ambito dell’offerta relativa l’aumento di capitale. I diritti potranno essere utilizzati per la sottoscrizione di 20.249.496 azioni Ubi. Incrementa intanto i guadagni B.P.Milano (+1,82%) mentre proseguono in calo Intesa Sanpaolo (-0,63%) e Mediobanca (-1,04%).
Finisce in rosso Generali (-0,67%), il cui target price è stato ridotto da 18 a 16 euro da Hsbc. Intanto, nonostante il rinvio dell’introduzione di Solvency 2 arrivano i risultato dei test condotti dall’’EIOPA, (‘European Insurance and Occupational Pensions Authority) sulla tenuta del sistema.Solo il 10% circa delle compagnie europee non raggiunge la sufficenza nell’ipotesi di scenario macro peggiore. L’8% invece non passerebbe la prova in caso di uno choc sui prezzi mentre il 5% sarebbe bocciato in caso di shock sui titolo sovrani.
FINANZIARIA: PEDAGGIO SALATO PER ATLANTIA E SIAS
GIALLO SULLE RINNOVABILI, BOTTA SUI DOSSIER TITOLI
Il testo della manovra inviato al Quirinale per la firma del capo dello Stato ripristina il taglio al 30% degli incentivi contenuti nelle bollette di luce e gas, recitano le agenzie. Prima di una secca smentita in arrivo dal ministro Paolo Romani, contrario alla richiesta avanzata dalla Lega. Viene confermata invece l’addizionale Irap su banche, assicurazioni e società finanziarie. Cambia invece l’imposta di bollo sui dossier titoli che graverà su risparmiatori e investitori. Se nell’immediato è confermata la cifra di 120 euro annui, le cose cambieranno a partire dal 2013. Da quel momento le somme inferiori a 50.000 euro saranno soggette a 150 euro, da 50.000 in su a 380 euro.
L’inasprimento del tetto all’ammortamento fiscale dei beni in concessione contenuto nell’ultima versione della manovra finanziaria è “più penalizzante del previsto”, commenta un trader di fronte alla riduzione, dal 2 all’1% , del tetto all’ammortamento fiscale dei beni in concessione.Atlantia cede il 5,23%, con volumi largamente superiori alla media giornaliera. Sias cede il 4,25% a 7,26 euro. Autostrada To-Mi lascia sul terreno il 2,1% a 9,6 euro. Si mantiene
PESA SULL’ESPRESSO L’AFFAIRE TIMEDIA
MEDIUM CAP: BRILLA LA STELLA DI TAMBURI
Debole Telecom I. (-0,68% a 0,9505 euro) su cui Ubs ha ridotto il target price da 1,25 a 1,2 euro e confermato la raccomandazione buy. Pesa la notizia del Financial Times sull’intenzione della Ue di intervenire con la scure sulle tariffe di roaming internazionale appllicate dalle telecom europee.
Intanto, il mercato collega le sorti della controllate Timedia a L’Espresso(-4,01% a 1,77 euro) declassato da Bank of America. Secondo il CorrierEconomia la società televisiva nel mirino del gruppo De Benedetti potrebbe essere valutata 400 milioni di euro, debito compreso.
Dieci giorni fa l’amministratore delegato di Telecom Italia, Franco Bernabè, ha detto che Telecom Italia Media è in vendita: un incarico esplorativo sulla valorizzazione della società è stato dato a Mediobanca. Il giorno prima, l’a.d. di Telecom Italia Media, Giovanni Stella, aveva rivelato dell’esistenza di trattative avanzate sull’ingresso nel capitale di un nuovo azionista. Sul resto del listino Tamburi sale dello 0,47% a 1,49 euro. Sul titolo Equita ha alzato il target price a 1,94 euro da 1,92 euro dopo che si e’ concluso il primo periodo di esercizio dei warrant 2010-2013.
SEAT VEDE IL TRAGUARDO SALVEZZA
DI BENEDETTO A UN PASSO DALLA ROMA
In forte rialzo Seat che, dopo una forte spinta al rialzo, ha ieri pubblicato una nota in cui precisa di aver formalizzato con Royal Bank of Scotland (Rbs) una modifica al contratto “di natura tecnica con l’obiettivo di consentire l’avvio da parte della società di discussioni con i propri creditori finanziari (diversi da Rbs”. Secondo le voci, le banche (Rbs, Unicredit e Bnp Paribas) hanno dato la “liberatoria” alla società per negoziare la ristrutturazione del debito.
“E’ l’ultimo passaggio amministrativo, finalmente ci siamo, dopo di che passa tutto a Thomas DiBenedetto”. Federico Ghizzoni, Ad di Unicredit, ha così minimizzato le “nomine temporanee” nel cda del club giallorosso di Roberto Cappelli, legale di Unicredit, come presidente e di Claudio Fenucci,quale nuovo direttore operativo della As Roma , come amministratore delegato. Ghizzoni ha pero’ precisato che si tratta di “nomine temporanee”. Parlando della possibile data per il closing dell’operazione di vendita del club giallorosso Ghizzoni risponde: “oggi c’e’ il Cda, non era previsto nessun closing per oggi, ma arrivera’ entro luglio”.