Lo spettro di un default pilotato della Grecia manda a picco i titoli di Stato ellenici. Lo spread tra i bond decennali e i Bund tedeschi ha raggiunto i 2052 punti, ampliandosi di ulteriori 173 punti base, un livello mai visto dai tempi dell’introduzione dell’euro nel 1999. Le obbligazioni elleniche sono arrivate a rendere così il 21,08%, mentre il debito decennale tedesco, sostenuto dagli acquisiti di chi cerca un rifugio sicuro contro la crisi della zona euro, rende l’1,73%.
Ma è sulle scadenze a due anni che si registrano rendimenti ancor più impressionanti: per il timore di insolvenza a breve termine gli investitori hanno venduto titoli a piene mani, abbattendo il prezzo e portando i rendimenti al record assoluto del 63,17%. A mettere pressione sugli investitori sono le continue divisioni dell’Europa e le dichiarazioni arrivate da vari esponenti del governo di Berlino, che hanno aperto all’opzione di una bancarotta ordinata.
D’altra parte il 50% dei tedeschi non vuole che si continui a finanziare la Grecia e preferisce l’ipotesi default. Dalla Ue ci si affretta a correggere il tiro: lo scenario di default non è in agenda, la Commissione ”non sta lavorando” su questa ipotesi, dice Amadeu Altafaj, portavoce del commissario per gli Affari economici e monetari, Olli Rehn. ”E’ una questione di impegno politico – conclude – assunto nei confronti di Atene”.
La Troika Ue-Bce e Fmi è infatti al lavoro con Atene per verificare il rispetto delle condizioni per la prossima tranche del prestito e nei prossimi giorni potrebbe tornare ad Atene e completare il proprio lavoro entro settembre. Sul tavolo l’individuazione di nuovi interventi per chiudere buchi emersi nei conti pubblici nel 2011 e nel 2012 rispetto agli obiettivi concordati: in caso positivo la prossima tranche di aiuti potrà arrivare in tempo per evitare l’insolvenza di Atene.