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Grecia: Parigi e Madrid sperano ancora

Mentre i mercati crollano, in preda al panico, qualcuno in Europa crede ancora nella possibilità di un accordo fra Atene e Bruxelles che eviti la bancarotta greca. Parole di speranza arrivano da Parigi e Madrid. 

La Francia “vuole che la Grecia resti nell’euro” e che Atene “ritorni al tavolo dei negoziati” dopo che venerdì notte, al momento dell’annuncio del referendum popolare e della rottura dei negoziati, si era arrivati “a un passo da un accordo”. Lo ha detto il presidente francese, François Hollande, in un incontro con la stampa dopo una riunione del Consiglio dei Ministri, aggiungendo che “oggi esiste ancora la possibilità di un accordo”. 

Il Presidente della Repubblica francese si è detto “rammaricato” per la decisione del Governo Tsipras d’interrompere i negoziati – anche se è stata Bruxelles a interpretare la convocazione del referendum come un’interruzione unilaterale delle trattative – ma ha definito la consultazione popolare indetta per domenica prossima come “una scelta sovrana dei greci” che vengono chiamati a esprimersi “sulla permanenza nell’euro o su una probabile uscita. In  ogni caso, la Francia è sempre disponibile a dialogare”. 

In realtà, i greci saranno chiamati a esprimersi sulle nuove misure d’austerità chieste dai creditori internazionali come contropartita per evitare il default ellenico. Il referendum, tuttavia, arriverà troppo tardi, visto che la bancarotta della Grecia scatterà automaticamente alla mezzanotte di domani, quando scadranno prestiti di Atene con il Fmi per 1,6 miliardi di euro. Di conseguenza, il voto sarà piuttosto sull’operato del governo Tsipras, che in caso di bocciatura da parte del popolo potrebbe fare un passo indietro e lasciare spazio a nuove elezioni. 

Intanto, il presidente della commissione europea, Jean-Claude Juncker, farà oggi un’ultima proposta al governo greco per cercare di evitare il peggio. Il tentativo in extremis è stato annunciato dal commissario Ue degli Affari economici, Pierre Moscovici. Il numero uno della Commissione “indicherà il percorso da seguire – ha precisato Moscovici alla radio francese -. Spero che tutti si impegneranno per un compromesso. Dobbiamo continuare a parlare, la porta è sempre aperta alle trattative”.

Anche secondo il ministro dell’Economia spagnolo la Grecia e i suoi creditori potrebbero raggiungere un accordo entro domani sera: “C’e’ ancora tempo – ha detto Luis de Guindos alla radio Rne -, il programma per la Grecia scade martedì sera, il che significa che abbiamo ancora 48 ore e penso che si possa negoziare. Non escludo che ci possa essere un accordo entro la scadenza”.

Il commissario Ue responsabile degli affari finanziari, Jonathan Hill, ha scritto invece che, “come guardiana dei Trattati Ue, e al fine di salvaguardare l’integrità del mercato unico, la Commissione ha effettuato una immediata valutazione preliminare delle misure greche che hanno introdotto i controlli” sulla circolazione dei capitali, ovvero la chiusura di banche e Borsa e la limitazione dei prelievi a 60 euro al giorno, “e ha concluso che, a una prima lettura, sono giustificate”.

Secondo il Trattato sul funzionamento dell’Ue, “gli Stati membri possono prendere misure relative alla circolazione dei capitali che siano giustificate in base a ragioni di politica pubblica o di sicurezza pubblica”, continua la nota, aggiungendo che “in base alla giurisprudenza della Corte europea di Giustizia, queste misure possono essere introdotte anche per altre ragioni di prevalente interesse pubblico generale”.

Tuttavia, avverte il commissario Hill, “queste eccezioni al principio di libera circolazione dei capitali devono essere interpretate in mondo molto rigoroso, non avere carattere discriminatorio ed essere proporzionate in vista dell’obiettivo perseguito. Questo significa anche che i controlli dei capitali devono essere applicati per un periodo quanto più breve possibile”.

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