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Grecia, nuova grana per il governo: si dimette il viceministro delle Finanze

Il viceministro Nadia Valavani ritiene che la Germania voglia “umiliare fino in fondo il governo e il Paese” – Oggi il parlamento vota le misure chieste dall’Europa – A stretto giro potrebbe arrivare il via libera a un prestito ponte da 7 miliardi.

Grecia, nuova grana per il governo: si dimette il viceministro delle Finanze

Il Parlamento greco vota oggi l’accordo raggiunto lunedì con Bruxelles e a stretto giro Atene potrebbe ricevere un prestito ponte. Intanto, il numero due delle Finanze greche fa un passo indietro. 

Dopo l’addio del ministro Yanis Varoufakis all’indomani del referendum, oggi anche il viceministro Nadia Valavani ha rassegato le dimissioni. “Alexis – si legge in una lettera al premier Tsipras, secondo quanto riporta il quotidiano To Vima –, non posso più far parte di questo governo”. Il viceministro ritiene che la Germania voglia “umiliare fino in fondo il governo e il Paese”: l’intenzione di Berlino sarebbe di far approvare le misure di austerità dal governo in carica, così da portarlo al collasso e farlo sostituire da un governo di “volenterosi”. 

Inoltre, Valavani si è detta convinta che la “capitolazione” firmata dal governo greco non consenta alcuna prospettiva di ripresa e che “in particolare questa soluzione, imposta oltretutto forzosamente, non è una soluzione sostenibile”. Il viceministro dimissionario ha concluso la lettera ringraziando il premier per le opportunità che le sono state date ed esprimendo la speranza che la “battaglia” continui.

Proprio oggi il Parlamento greco si dovrà esprimere sulle pesanti misure imposte dall’Europa per dare il via libera al terzo piano di salvataggio del Paese. In caso di approvazione, potrebbe arrivare già oggi il disco verde a un prestito ponte da 7 miliardi per scongiurare l’emergenza. 

“Sull’opzione del prestito ponte alla Grecia una conclusione ancora non c’è, perché sono in corso negoziati sulla strada da seguire, ma stiamo affrontando le preoccupazioni dei paesi che non hanno adottato l’euro per permettere un accordo”. Lo ha detto il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, riferendosi in particolare al Regno Unito e alla Repubblica Ceca, che hanno già detto di non essere favorevoli all’uso dell’European financial stabilty mechanism (che coinvolge tutti i membre dell’Unione europea, non solo i membri dell’Eurozona). 

Londra ritiene che i conti della zona euro “debbano essere saldati dai Paesi membri” dell’area valutaria (lo ha dichiarato ieri il responsabile del Tesoro britannico, George Osborne). Praga sostiene invece che la soluzione migliore per tutti sarebbe la Grexit.

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